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Dalla Serie B al ritorno in A con Maestrelli

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storiaFoggia13Campionato 1967/68 Dopo tre anni nella massima serie nel quale il pubblico foggiano si era levato non poche soddisfazioni, si ritorna a disputare un campionato cadetto. La novità più grande è rappresentata dall’abbandono del “Presidentissimo” don Mimì Rosa Rosa al quale subentra Vincenzo Micucci. Sulla panchina continua a sedere Luigi Bonazzoni mentre in campo ai vecchi calciatori, che ben avevano figurato negli anni precedenti, si accompagnano due giovani di grandi speranze, Gianni Pirazzini e Giuseppe Pavone. Il pubblico è esigente, vuole ritornare in serie A. L’inizio non è dei più esaltanti: in casa si pareggia con il Catanzaro, si perde in trasferta con la Reggina, si vince il derby con il Potenza allo Zaccheria, si pareggia a Bari e a Reggio Emilia mentre la domenica successiva arriva inesorabile la prima sconfitta casalinga con il Monza. Iniziano le prime contestazioni del pubblico a sottolineare un ruolino di marcia non certo adeguato ad un pronto rientro in Serie A; si confida nel calendario che offre ai rossoneri la possibilità di rigiocare in casa contro il Padova, ma i veneti impongono il proprio gioco allo Zaccheria e, con lo stesso risultato della domenica precedente, e cioè 1-0, il Foggia rimedia la seconda sconfitta casalinga consecutiva. A Foggia il pubblico, inferocito, rimprovera ai propri calciatori scarso impegno e soprattutto il non essersi calati nella nuova condizione che la cadetteria imponeva. Doppia trasferta veneta: a Verona, una delle compagini più accreditate per la vittoria finale, il Foggia perde per 2-0 e comincia a fare i conti con una classifica da retrocessione ma, a Venezia, con una grande prova di orgoglio, la squadra riesce a prendersi l’intera posta vincendo per 1-0: Le cose migliorano anche tra le mura amiche in virtù di due vittorie consecutive con Catania e Perugia entrambe con il risultato minimo di 1-0: è una boccata di ossigeno che riconcilia la squadra con la città e che con gli 11 punti nelle 12 gare allontana lo spettro della serie C. la squadra si esprime ad alto livello e riesce a cogliere un prezioso pareggio con il Genoa in trasferta e soprattutto una prestigiosa vittoria in casa con il Pisa, squadra che sino a quel punto si era distinta tra le migliori della cadetteria. La domenica successiva il Foggia allo Zaccheria si impone per 2-1 sul Messina e ormai si comprende che il pessimo inizio del campionato è solo un triste ricordo e che la squadra può legittimamente ambire ad uno dei posti utili per il salto di categoria. La serie continua con i due punti conquistati nella doppia trasferta con Lecco e Modena, la importante vittoria in casa per 3-1 contro il Novara e si finisce il girone di andata con tre preziosi pareggi: Livorno e Palermo in trasferta intervallati dallo 0-0 in casa con la Lazio. Il girone di andata il Foggia lo conclude al quarto posto in condominio con la Reggiana a 23 punti, preceduto dal Palermo (27), dal Pisa (26) e dal Verona (24). Si ricomincia mantenendo inalterata la media inglese pareggiando a Catanzaro e vincendo in casa per 2-1 contro la Reggina. Il Foggia impone i propri schemi in casa e fuori, riesce ad essere pratica soprattutto sotto porta e viene ormai indicata da tutti come la squadra da battere in Serie B. Si vince a Potenza e si sogna la festa in casa contro il Bari che mancava dallo Zaccheria da tanti anni ma, nonostante la bella prova offerta in una partita alquanto nervosa, il Foggia si accontenta del pareggio in casa per 1-1. Arriva la sosta del campionato forse nel momento più inopportuno proprio perchè alla ripresa è di scena a Foggia la forte Reggiana che purtroppo passa allo Zaccheria per 2-1 interrompendo una lunghissima serie positiva e soprattutto la rincorsa verso il duo di testa rappresentato da Palermo e Verona. La squadra non si abbatte e nella doppia trasferta successiva porta a casa tre punti contro Monza e Padova che all’andata avevano entrambe vinto a Foggia: 1-1 a Monza e 0-1 a Padova. La vittoria nella città di S.Antonio diede la giusta carica per l’incontro in casa contro il temibile Verona: la partita tirata e nervosa finisce ad appannaggio dei foggiani con una vittoria di misura. Il Foggia a questo punto ci crede anche perchè nella partita successiva si aspetta il Venezia che naviga tra le ultime posizioni della classifica: ed invece, forse prendendo la gara sotto gamba, i veneti riescono a strappare un prezioso 1-1. Peccato! Si va in trasferta a Catania pareggiando per 1-1 e a Perugia il Foggia si impone per 2-1. Il Foggia vola soprattutto la domenica successiva battendo il Genoa per 1-0: la forza della squadra,sino a quel momento, era proprio quella, di riuscire a centrare le vittorie importanti e riprendersi subito e alla grande dopo una sconfitta, anche se con il minimo scarto. Si torna alla sconfitta in quel di Pisa, ma la serie purtroppo continua anche a Messina contro una squadra già retrocessa e l’opera è completata con il mezzo passo falso casalingo contro il Lecco (0-0): tre partite, un solo punto e per di più a sole cinque giornate dalla fine. In casa non si può fallire e cosi il Foggia, senza entusiasmare, si sbarazza del Modena per 2-1 e impatta a Novara per 0-0 in una partita nella quale le due squadre giocarono a non farsi male. A questo punto il Foggia, con 44 punti, aveva da affrontare il modesto Livorno in casa, la Lazio a Roma e la capolista Palermo allo Zaccheria. Ebbene con i toscani, malauguratamente, finì 2-2 mentre a Roma il Foggia, contro una squadra che non doveva chiedere nient’altro a quel campionato, perse 1-0. Ad una giornata dalla fine la classifica era questa: Palermo 52 punti, Pisa 48, Verona e Bari 46, Foggia 45. Il Foggia vinse con i siciliani già promossi ma vinse anche il Verona con il Padova mentre perse il Bari per cui le due squadre pugliesi rimasero a bocca asciutta. Quell’anno si perse il campionato per la prima parte del torneo alquanto deludente e per i punti persi nel girone di ritorno contro squadre mediocri. Il capocannoniere del Foggia risultò Traspedini con 17 gol ma segnarono anche Rolla Oltramari, Nocera, Maioli, Gambino e tra i giocatori impegnati nell’anno val la pena di ricordare Valadè, Moschioni,Pirazzini,Magi, Rinaldi,Bettoni, Faleo, Pavone e Montepagani.

Fesce e Maestrelli

Fesce e Maestrelli

Campionato 1968/69 Nella stagione 68/69 parte il ciclo legato ad un presidente che ha scritto pagine importanti nel libro della storia del Foggia: Antonio Fesce. Direttore del Consorzio Agrario, nel Foggia già ai tempi di Rosa Rosa, comprende subito l’importanza di legare le sorti della squadra, che aveva perso la serie A l’anno prima per un soffio, ad un allenatore valido e competente come Tommaso Maestrelli, ricordato per le sue doti di tecnico e di uomo capace di creare un gruppo che potesse ben figurare. E il duo Fesce-Maestrelli opera subito sul mercato per allestire un squadra che potesse ritornare nell’olimpo del calcio: dal Modena arriva il laterale Camozzi, dal Novara il mediano Fumagalli, dal Livorno il centrocampista Garzelli, dal Lecco il centravanti Saltutti , dal Catania il terzino Teneggi e dal Frosinone il portiere Trentini. In rossonero c’erano sempre gli esperti Valadè e Nocera più quei giovani ai quali si affidavano le speranze future e cioè Pirazzini, Pavone e Nuti. Il Foggia dimostra subito di che pasta è fatta già in Coppa Italia pareggiando a Firenze per 0-0, vincendo in casa con il Pisa per 3-0 e superando i cugini baresi per 3-1. Questi risultati consentirono alla squadra di Maestrelli di conquistare il primo posto nel girone per differenza reti sulla Fiorentina e di passare quindi al turno successivo. Il Foggia e il Brescia sono le uniche squadre di serie B a restare in corsa.

Arriva il campionato e si parte subito abbastanza bene: Foggia-Reggiana 0-0 Foggia-Brescia 1-0 Catania-Foggia 0-0 Foggia-Padova 2-0; Il primo gol il Foggia lo subisce a Como dove però riesce a strappare un prezioso 1-1; continua la serie positiva in casa con il Mantova (1-0), si pareggia a Perugia e si impatta in casa per 0-0 contro il Genoa. La squadra non esalta ma riesce ad essere molto concreta in quanto segna poco ma in compenso vanta un’ottima difesa e quindi in quel di Ferrara strappa un altro pareggio. Ovviamente, per leggi meramente statistiche, arriva la prima sconfitta ad opera del Lecco allo Zaccheria (1-2). Il ruolino positivo riprende a Bari (0-0), in casa con il Cesena (1-1) e in casa dei dominatori del campionato e cioè la Lazio dove il Foggia esce con un encomiabile 2-2. Ma purtroppo la giornata successiva il tutto viene vanificato dalla sconfitta di Terni per 2-0. A questo punto del campionato (14 gare 15 punti) è necessaria una vittoria ma si riesce addirittura a farne due (1-0 in casa contro il Livorno e sempre per 1-0 arriva la prima vittoria esterna a Monza). Il Foggia viaggia ora a ridosso delle grandi e si aspetta solo il momento opportuno per spiccare il volo. Ma a Reggio Calabria il Foggia torna a perdere (2-1). Il girone d’andata si chiude con la vittoria casalinga sul Modena (1-0) e il pareggio a Catanzaro (1-1). La classifica dice che il Foggia, con 22 punti, è a tre punti dalla vetta conquistata dal Brescia ma con una folla di squadre nel giro appunto dei tre punti (Brescia, Lazio, Bari, Como Genoa, Reggina, Reggiana e Foggia). Ma il girone di ritorno parte proprio per il Foggia con due partite con squadre concorrenti che potrebbero rivelarsi importanti per la conquista della promozione, Reggiana e Brescia, per di più entrambe in trasferta: i rossoneri le perdono entrambe, la prima 3-0 e la seconda, più combattuta, per 3-2. In casa si torna a sperare battendo il Catania sempre con il minimo scarto (1-0) ma si torna a perdere a Padova (1-0). A Foggia si comincia a fare i conti con una classifica precaria e si stanno perdendo le speranze ma, contro una delle “big” del campionato, il Como, allo Zaccheria il Foggia si impone per 4-1 e gli animi dei tifosi si riaccendono anche perchè ritorna la Coppa e il Foggia, nei quarti di finale, deve incontrare il Napoli: si gioca prima allo Zaccheria che si infiamma per una vittoria entusiasmante (2-1) nella quale il Foggia rimonta allo svantaggio iniziale prima con Fumagalli e poi con il “vecchio scugnizzo” napoletano Nocera. Prima del ritorno a Napoli i rossoneri perdono in casa del Mantova e vincono in casa con il Perugia. Ormai sembra che il campionato sia andato e si pensa alla Coppa Italia e soprattutto alla gara di ritorno con i partenopei. “3 aprile 1969”: un’altra data da scolpire nel cuore dei tifosi del Foggia. Con una doppietta di Nuti la squadra di Maestrelli espugna lo stadio napoletano (2-0) ed entra nel girone finale della Coppa Italia: la regola di quei tempi prevedeva un girone all’italiana, andata e ritorno, tra le quattro squadre finaliste. la Coppa quell’anno l’avrebbe alzata al cielo una delle seguenti squadre: Roma, Torino, Cagliari e Foggia.

Si ritorna al campionato ma è sempre la solita musica: Genoa-Foggia 1-1 Foggia-Spal 0-0 Lecco-Foggia 1-1

Inizia la fase finale della Coppa Italia ed al Foggia tocca di giocare in trasferta a Torino dove riesce a pareggiare 2-2 dettando legge ai granata che devono recuperare il 2-0 del primo tempo a favore dei Foggiani grazie alle reti di Nuti e Camozzi.

A Foggia si fa festa grazie anche alla sonora vittoria nel derby con il Bari (4-0) ma il campionato quell’anno non darà altre grandi soddisfazioni: vincerà un’altra volta con la Ternana (2-1) e poi collezionerà pareggi e brutte sconfitte come quella con il Modena per 4-0. Finirà all’ottavo posto con 38 punti, praticamente con un punto a partita.

Torniamo alla Coppa Italia: nella seconda partita del girone di andata della fase finale il Foggia incontra il Cagliari allo Zaccheria: anche quella fu una partita sfortunata in quanto in vantaggio con Garzelli si fece rimontare con un gol di Riva allo scadere. Nella giornata successiva il Foggia incontra la Roma in trasferta e i capitolini dimostrano di essere la squadra più forte tra le quattro battendo sonoramente, per 3-0, la squadra di Maestrelli. A conclusione del girone d’andata Cagliari e Roma conducevano con 4 punti, mentre Torino e Foggia seguivano con 2 punti ciascuno. Arriva il Torino a Foggia e l’undici rossonero recupera il vantaggio granata per 2-0 con Nocera e Maioli e quindi il Foggia, con lo stesso risultato conseguito all’andata, si porta a 3 punti come il Torino, mentre la Roma che ha battuto il Cagliari va a 6 punti lasciando gli isolani a 4 punti. Il Foggia va a Cagliari e compie un miracolo: segna Riva, pareggia Camozzi; secondo tempo: segna Rolla, pareggia Boninsegna e Saltutti a tre minuti dalla fine fisa il risultato sul 2-3 finale. Il Foggia, unica squadra di serie B nel girone finale, può vincere la coppa e per farlo deve battere in casa la Roma con almeno 3 gol di scarto. Finirà 3-1 per la Roma ma il Foggia non fece la squadra materasso del girone, anzi uscì a testa alta dalla competizione con gli elogi di tutta la stampa sportiva nazionale. Fu un sogno, fu un bel sogno che gli sportivi foggiani vissero con la speranza che il miracolo potesse avvenire per consegnare definitivamente il Foggia e il suo tecnico alla leggenda di questo sport e della nostra città.

storiaFoggia15Campionato 1969/70 Il nuovo campionato parte con la ferma volontà di disputare un campionato di vertice. Il presidente Fesce vuol legare il suo nome e quello della sua società alla Serie A alla luce di quello che la squadra aveva ben fatto l’anno prima soprattutto in Coppa Italia. Per questo in estate con l’allenatore Maestrelli decide di ben operare sul mercato e quindi dalla Spal, appena retrocessa, arriva l ‘attaccante Albertino Bigon, dal Novara giunge il terzino Mauro Colla, dal Padova lo stopper Fusi, dalla Ternana ritorna per fine prestito l’ala Montepagani, dall’Empoli arriva l’ala Pezzato mentre dalla Pro Patria giunge il centrocampista Re Cecconi, poi ancora Villa e Crespan mentre restano in rossonero tra gli altri Trentini, Camozzi, Fumagalli, Pirazzini, Saltutti,i veterani Valadè e Maioli mentre chiude la sua splendida avventura il bomber Nocera.

La stagione inizia come l’anno precedente con una bella affermazione in Coppa Italia dove il Foggia elimina Napoli, Casertana e Reggina. Ma per passare il turno devono affrontare lo spareggio con la Juventus in campo neutro a Roma e i bianconeri vincono per 2-1. L’avventura in Coppa, a differenza dell’anno prima si conclude qui, ma certamente non rappresenta per gli uomini di Maestrelli una priorità: quell’anno deve concludersi con un altro risultato e cioè con la vittoria del campionato.

Ed il Foggia inizia bene battendo in casa l’Atalanta con il gol del nuovo arrivato Bigon: purtroppo in quella partita viene lanciato un bengala che colpisce la giacca dell’arbitro Lattanzi di Roma e questo fatto costringerà la chiusura dello Zaccheria per un turno con la necessità di disputare l’incontro casalingo successivo su campo neutro. Si va a Pisa e si torna con un punto mentre con il Genoa in trasferta va ancora meglio e il Foggia torna con un roboante 3-1 (doppietta di Bigon e gol di Colla). Cinque punti nelle prime tre partite sono un ottimo biglietto da visita per spaventare il Catanzaro anche se in campo neutro e infatti con un gol di Vanzini direttamente su corner il Foggia porta a casa sesto e settimo punto. In trasferta, a Monza , è 1-0 sempre con Bigon mentre in casa è Maioli a guidare il Foggia verso il 2-0 finale contro il Cesena. Ormai in fuga solitaria ,è il Foggia la squadra da battere anche perchè oltre ai risultati Maestrelli fa vedere a tutti un ottimo gioco e una organizzazione in campo quasi perfetta.

Ma il Foggia a Modena torna con i piedi per terra perdendo per 2-0: tutto sommato la scoppola potrebbe essere salutare ma, in casa con il Como si stenta un pareggio per 1-1 in una partita non certo esaltante.Il riscatto giunge la domenica successiva contro la Reggiana per 2-0 e soprattutto subito dopo, a Taranto dove i rossoneri, padroni del campo, vincono per 1-0 vedendosi annullare un gol regolare di Fumagalli. In casa la domenica successiva contro il Perugia si vince ancora per 2-0 e la brutta avventura di Modena sembra dimenticata: il pubblico ci crede, presidente e allenatore frenano ma questo Foggia è concreto e piace. Con il Catania dell’ex Egizio Rubino il Foggia coglie un prezioso 0-0 seguito da un altro importante 1-1 in quel di Reggio Calabria: 2 punti in due trasterte sono ottimi per allontanare le squadre inseguitrici. Poi in casa 2-0 al Piacenza ma finisce l’anno con la seconda sconfitta, a Mantova, ma in una partita dominata a lunghi tratti dai ragazzi di Maestrelli. L’anno nuovo continua con una sconfitta a Varese e protagonista quel giorno fu l’arbitro Lo Bello che, con il Foggia sotto per un gol del giovane Bettega, si vede negare un rigore per una manata al pallone destinato nel sacco da parte di un difensore lombardo. In casa la domenica successiva il Foggia pareggia con la Ternana per 3-3 e successivamente con l’Arezzo, sempre in casa pareggia per 1-1; qualcosa si comincia a temere considerando solo due punti nelle ultime quattro gare e per di più agguantati nel finale e sempre ad opera di Saltutti. Il girone di andata si conclude con ancora una sconfitta a Livorno ed il Foggia termina al secondo posto con 24 punti, dietro al Varese, e in compagnia di Mantova e Reggina. Questo l’inizio del ritorno: Atalanta Foggia 0-0 Foggia Pisa 1-0 e, in una brutta partita casalinga, il Foggia contro il Genoa non va oltre il pareggio per 2-2. Si torna a perdere a Catanzaro sul neutro di Crotone e la classifica comincia a non sorridere più: a Foggia comincia la contestazione contro Maestrelli ma Fesce non molla perchè crede ciecamente nel suo allenatore. A Foggia viene il Monza e Villa rasserena tutti firmando l’1-0; a Cesena i rossoneri raccolgono un buon 0-0 mentre in casa Mola, sul filo di lana, segna il gol del pareggio definitivo per il 2-2 contro il Modena. Ormai il Foggia fa saltare le coronarie ai suoi sostenitori, la squadra non gioca come nella prima parte del campionato e i risultati restano in bilico sino alla fine. A Como il Foggia perde con un sonoro 3-1. Il consiglio di Amministrazione chiede la testa del tecnico, così come pure i tifosi ma Fesce continua per la sua strada, prende tempo, c’è la sosta di Pasqua ma in cuor suo sa di restare sulle sue decisioni e così il Foggia si riprende con la Reggiana in trasferta: è 0-0 ma per poco non ci scappa il colpaccio. Arriva il Taranto a Foggia ed è una importante vittoria per 1-0 con il gol di Villa; in trasferta, a Perugia, il Foggia coglie l’intera posta con Bigon e quindi si torna a sperare e a sorridere con quattro punti in due gare. Egizio Rubino, con il suo Catania, viene a Foggia a fare catenaccio e gli riesce di portarsi in Sicilia un punto. Arriva la Reggina , ma è il Foggia ad inseguire il risultato agguantando il pareggio con Mola. Anche a Piacenza è pareggio ma, per il Foggia, a 40 punti, la promozione non è una chimera. Arriva il Mantova ed è ancora pareggio: siamo a 41. Mancano 4 partite: due in casa, Varese e Livorno e tra le due altrettante trasferte: Terni e Arezzo. Con il Varese è scontro al vertice, ma il Foggia non stecca e batte i lombardi per 2-0 con gol di Saltutti e Bigon.Il Foggia va a Terni e vince sempre per 2-0 grazie a Saltutti e ad un autogol su tiro di Re Cecconi: Ad Arezzo non bisogna perdere ed il Foggia pareggia. Nell’ultimo incontro contro il Livorno con una vittoria è serie A, Maestrelli sa che non può fallire e i suoi uomini non lo tradiscono: è 3-1 grazie a Mola, Maioli e Bigon. 14 giugno 1970:è tripudio in città per una squadra che raggiunge 48 punti (24 all’andata e 24 al ritorno),con l’attacco più prolifico, 42 gol, con il maggior numero di vittorie,16 e con il proprio campo inviolato.Stabilì anche un altro primato che apparteneva al csale:riuscì a conquistare in 14 gare 22 punti, uno in più del precedente primato. Il Foggia torna nelle alte sfere del calcio che conta ed il merito va sì a Maestrelli, premiato con il “Seminatore d’Oro”, ma va soprattutto a Fesce che in primavera, anche se solo, aveva difeso a spada tratta il suo tecnico. Ora sono entrambi pronti per una grande avventura.

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Il video amatoriale della partita contro il Livorno