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Il mistero del Sacro Tavolo

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La processione del 22 marzo

La processione del 22 marzo

Il 15 agosto per la città di Foggia non è  un giorno come un altro, non solo perchè rappresenta la fatidica data del ferragosto culmine delle vacanze estive, ma  specialmente per  motivazioni religiose che riguardano, per altro, la propria storia millenaria.
Sul calendario si celebra l’Assunzione di Maria Vergine. Per Foggia città devota alla Madonna è una giornata particolare. Secondo la tradizione, la nostra città nacque intorno agli anni 1000-1073, quando venne rinvenuta tra le acque di un laghetto -l’attuale piazza del Lago- nei pressi dell’attuale Cattedrale, una antica immagine della Madonna ricoperta da alcuni  drappi: l’iconavetere. Su questo tavolo si ergevono tre fiammelle.
E’ un tavolo di cm 152 di altezza,cm 80 di larghezza e cm 3 di spessore.
Non si è mai  chiarito se sia di lauro,di cedro, o di cipresso , per la sua antichità è detta “Iconavetere”.

Chi fu l’autore del Sacro Tavolo? Da dove e come pervenne a noi?
Per l’agiografia locale si attribuisce a San Luca il pregio artistico della Sacra Immagine.
Dello stesso parere è Mons Fra Marcello Cavalieri di Bergamo vescovo di Gravina nel suo libro “Il Pellegrino al Gargano” anche se non mancano pareri discordi.
Riguardo alla provenienza pare che pervenne da Costantinopoli.
Il Sacro Tavolo fu donato alla città di Arpi e quindi per le vicende catastrofiche di questa, fu trafugata, nascosta e rinvenuta dove ora sorge Foggia.
A conferma di ciò parlano gli Statuti Capitolari del 1715, che ci evidenziano che esso fu portato da Costantinopoli per mano di  S.Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto, il quale lo donò alla città di Arpi, dove fu tenuto alla pubblica venerazione, ma che al tempo della distruzione di quella città fu messo in salvo e nascosto nel luogo dove fu prodigiosamente ritrovato.
Pur rimanendo aperte altre ipotesi è  molto probabile, quasi certo, che  l’Iconavetere è di provenienza orientale.
Detta Immagine fu sempre tenuta alla pubblica venerazione, ricoperta di molteplici veli o drappi, intessuti alla greca, rivestita ancora da una ricca veste esterna di stoffa laminata con ricami in oro,aventi in alto , dove si presume corrisponda il sacro volto,  una buca ovale, nella quale si scorgono i veli neri, che ricoprono la S.Immagine o meglio avvolgono tutto il S.Tavolo.
Oltre a detta veste ricamata, ve ne sono altre dei vari vari colori liturgici, anche’esse ricamate, mentre anticamente ve ne erano altre , donate e fregiate con gli stemmi delle case Angioina e Sveva.
Nelle solennità e nelle processioni il S.Tavolo viene ricoperto da una lamina di argento, a mo di teca , con arabeschi a sbalzo, raffiguranti angeli, fiori, frutta etc.Questa teca fu forgiata a Napoli nel 1691 con il contributo degli agricoltori, e sull’ovale viene fissata la corona d’oro, conferita dal Capitolo Vaticano nel 1781.
Era il 20 marzo 1731 , alle ore 9,30  violenti scosse telluriche sconvolsero la città di Foggia.
Crollarono edifici pubblici e privati; furono tante le vittime.
Furono allora segnalate le apparizioni della Madonna ” dandoci  gran confidenza nel flagello sofferto” come afferma sotto giuramento il canonico D.Nicola Guglielmone, Arciprete e Prima Dignità del Capitolo della Chiesa Collegiata: (archivio del Capitolo di Foggia, vol 7 , pag 11).
“fui chiamato da alcuni devoti cittadini, dicendomi, che compariva il volto di Maria Vergine nel tondo situato nella parte superiore di detta sagra Icone , coverta di veli , cosa mai veduta nello spazio di sette secoli. Accorsi immediatamente…..  fattone uscire il popolo che chiedeva con continue lagrime grazie….. feci   calare la sagra Immagine dall’altarino, dove stava  ,sopra d’un banco per osservare più da vicino se si vedeva il sacro volto di Maria…… infatti nell’accennato tondo vidi chiaramente il volto di Maria SS/ma con distinzione di tutte le sue parti insieme con i Padri, nonostante l’impedimento de’ veli neri, cosa che ci caggionò somma tenerezza, devozione e lagrime per un prodigio giammai accaduto in tanti secoli…….”

Altre apparizioni furono segnalate successivamente.
Vasta eco suscitò l’apparizione della Madonna  a S.Alfonso dè Liguori.

Foggia nacque così una seconda volta non solo materialmente ma spiritualmente attraverso gli occhi misericordiosi ed amorevoli di Maria Vergine, Madonna Santissima dei Sette Veli, che diventò la protettrice della città.

Nel maggio del 1943 i primi bombardamenti aerei , successivamente le incursioni che divennero sempre più frequenti  causarono la morte di decine di migliaia di cittadini foggiani e qusi tutti gli edifici subirono danni ingenti.
Il  Duomo ebbe un tetto abbattuto e  di fronte a tanto scempio Monsignor Farina sentì il bisogno di mandare il Sacro Tavolo dell’Iconavetere insieme ad altre reliquie nella chiesa collegiata di San Marco in Lamis.In tal modo la Madonna dei Sette Veli restava nel territorio della sua Diocesi.
L’esodo durò un anno ; il 13 agosto 1944 la Madonna giunse a Foggia sopra un autocarro addobbato con stoffe di seta e damasco.
Tripudio e gioia furono enormi! Si formò un corteo a cui partecipò il Vescovo Mons. Farina , il Prefetto della provincia, il sindaco Guarducci e tante altre autorità cittadine.
Via Manzoni, via P.Fuiani,via Arpi, e Piazza Cattedrale furono le strade percorse dalla processione.
Per otto giorni la Madonna restò esposta in Cattedrale alla pubblica venerazione.
Le feste della Madonna dei 7 veli sono due:

-22 marzo , o se questa ricorre nella settimana santa, si rimanda alla seconda Domenica dopo Pasqua.

-15 agosto , come titolare della Chiesa Cattedrale , riveste il carattere di festa patronale con spunti

folcloristici e nel contempo  commemorativi del rinvenimento del Sacro Tavolo.

Dice Kazimera Alberti (scrittrice Polacca) nel libro ” SEGRETI DI PUGLIA” 1951:

” Ho visto migliaia di Madonne delle più differenti scuole ed epoche .I miei passi hanno misurato centinaia di musei,miglaia di chiese.
Le Madonne di Murillo,del Bellini e del Botticelli, del Correggio e di Filippo Lippi:decine di monasteri bizantini di Serbia e di Bulgaria, anche quelle nere dipinte sul Monte Athos dai monaci greci, e tra questa massa, certamente più originali- non perchè chi scrive è polacca- e tanto cara ad ogni cuore polacco, la bruna Madonna di Czestochowa, con le sue tragiche cicatrici infertele da una spada svedese, e quella di Ostrobramska a Vilna.Eppure questo quadro qui, in cui si vede solo un lembo di stoffa nera, è ancora qualcosa di altro.
Ha migliaia! E’ poco!Ha milioni di volti!
Attraverso i secoli ciascuno ha posto dietro questo velo una sua individuale immagine, ognuno ha visto la Madonna, così come a lui piaceva.La “Madonna dei sette Veli”ogni giorno ha avuto decine di visi, primitivi e sublimi, delicati ed energici, malinconici e ridenti. Ecco certo la Madonna più ricca di espressioni del mondo intero!
Ognuno che è venuto qui si è dipinta la sua immagine, come ha voluto e saputo dipingere!

(Salvatore Valerio)

(fonti “Archivum Fodianum”) vol VII

(ved.anche La Madonna dei Sette Veli)