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Il Museo delle Carrozze

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Innanzitutto due brevi cenni su “I Cavalli Stalloni”:

carrozza1Dopo l’Unità d’Italia, nel 1869, il Governo Italiano, allo scopo di indirizzare l’allevamento verso produzioni di primaria esigenza militare ad agricola, istituì sull’intero territorio nazionale otto “Depositi Cavalli Stalloni”, operanti in circoscrizioni omogenee per produzioni ed ambiente, localizzate a Crema, Ferrara, ReggioEmilia, Pisa, S.Maria Capua Vetere, Foggia, Catania e Ozieri. Quello di Foggia fu istituito con decreto luogotenenziale nel 1915 e inaugurato nel 1931 su una superficie di 22 ettari, comprendente scuderie e pista di galoppo per prove funzionali, con competenza oltre che sul territorio della Regione Puglia anche su quello delle Regioni Abruzzo e Molise. Attualmente L’Ufficio Incremento Ippico di Foggia cura l’Ippicoltura in Puglia, favorendo la fecondazione naturale e artificiale di fattrici di qualunque razza, con particolare attenzione alla salvaguardia e al miglioramento delle razze tipiche della regione: la cavallina delle Murge e l’asinina di Martina Franca.

Gli stalloni presenti oggi, nell’Incremento Ippico di Foggia, sono circa 80, suddivisi tra Murgesi, Agricoli, Sella, Trottatori e asini di Martina Franca.

In questo ambito prende corpo la “rimessa carrozze” recentemente ristrutturata con uno spazio espositivo di 450 metri quadri, allestita per ospitare finimenti ed esemplari unici, tra carrozze a quattro e due ruote, la maggior parte dei quali risalenti al XIX secolo e ancora oggi utilizzati con gli stalloni dell’Incremento Ippico di Foggia. Di tutto ciò bisogna ringraziare i dipendenti regionali dell’Incremento Ippico che si sono prodigati, dedicando anche il proprio tempo libero affinchè da tale rimessa venisse realizzato un museo. Certo, un museo visto come struttura statica dal punto di vista architettonico, potrebbe sembrare un luogo poco adatto ad ospitare delle carrozze che sono state, e lo sono ancora, la rappresentazione del movimento e del progresso. Non è un caso che la ruota, parte fondamentale della carrozza, sia legata strettamente all’evoluzione dell’uomo… Sia come sia, le carrozze seppur storicamente appannaggio di classi privilegiate, ora sono qui a rappresentare un percorso fatto nel tempo, legate alle tradizioni e ad epoche che non torneranno mai più.

Quello che occorre, entrando in una struttura museale per conoscere a fondo la carrozza e il mondo che la racchiudeva, è il supporto di nozioni e dettagli, ma tutto ciò non è sufficiente, occorre anche un elemento altrettanto fondamentale: l’immaginazione. E allora… immaginiamo una carrozza, trainata da cavalli dal portamento fiero ed elegante, vestiti con lucidi finimenti di cuoio. Immaginiamo epoche lontane in cui l’inquinamento acustico era la voce del cocchiere che incitava gli animali, lo schioccare della frusta e il rumore delle ruote sul selciato di pietra, poca cosa in confronto al traffico caotico e strombettante dei nostri giorni. Immaginiamo… un mondo lontano che fa parte delle nostre radici. Ogni epoca lascia il posto alla modernità e all’innovazione; l’importante è riuscire a conservare il legame con il passato e le proprie tradizioni. E’ da questo concetto che è nato il progetto di recupero della “rimessa carrozze”: una testimonianza tangibile delle radici di un istituzione come l’Incremento Ippico, peculiare patrimonio del territorio.

(fonte: “Carrozze” edito dall’Assessorato alle Risorse Agroalimentari – Settore Agricoltura -Ufficio Incremento Ippico – Foggia)