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La serie A con Maestrelli

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Campionato 1970/71. Il Foggia disputa nuovamente un campionato di serie A dopo la prima felice esperienza con Pugliese. Alla guida tecnica dei rossoneri c’è Tommaso Maestrelli che con il Foggia aveva vinto il campionato di Serie B. La squadra A venne confermata in blocco e giungono Lenzi dal Pisa e montefusco dal Napoli. Questo campionato abbiamo voluto dedicare un capitolo intero della storia del Foggia perchè, nonostante il grande impegno profuso dai rossoneri in campo, a qualcuno diede fastidio la presenza di questa “provinciale” nell’Olimpo del calcio e decise quindi di mettere ai rossoneri quanti più bastoni tra le ruote: un altro grande capitolo delle ingiustizie perpretate ai danni di una società, una squadra, una città.

Il Foggia edizione 1970/71

Il Foggia edizione 1970/71

Ma veniamo ai fatti: il Foggia fa il suo esordio in quel campionato a Torino contro i granata ed è subito pareggio (al gol di Sala al 58′ replica Maioli subito dopo su rigore). Si gioca allo Zaccheria e contro il Milan finisce ancora 1-1 con un gol per tempo prima di Rivera e poi di Bigon per il Foggia. I satanelli continuano alla grande: si arriverà a 7 punti nelle prime 6 giornate (si continua con il pareggio a Napoli per 0-0; 1-1 in casa con il Bologna; 1-1 a Cagliari contro i Campioni d’Italia; infine prima vittoria in casa il 15 novembre contro il Catania del’ex Rubino per 1-0 con il gol di Mola). Il Foggia è sotto gli occhi di tutti, gioca bene e fa risultato e, soprattutto in classifica precede squadre come l’Inter e la Juventus. Puntuale, come sempre accade, arriva pure la prima sconfitta stagionale all’Olimpico per opera della Roma di Herrera che ancora non digeriva il famoso 3-2 inflitto dal Foggia alla sua Inter stellare: in verità nel primo tempo i rossoneri giocano meglio dei giallorossi e sfiorano in più di un’occasione il gol del vantaggio ma, nella ripresa, prima prendono gol da Amarildo, pareggiano con Garzelli e poi si scoprono tornandosene a casa con un triste 1-3. Ma il Foggia si riscatta subito in casa ed al Verona rifila un rotondo 3-0 (Bigon – Saltutti – Maioli)  ma non è tutto: la partita seguente, ancora in casa con la Lazio, il Foggia vince per 5-2 (Re Cecconi, doppietta di Saltutti, Bigon e Montefusco). E’ l’apoteosi, lo Zaccheria esplode di gioia e di Maestrelli e la sua squadra, a 4 punti dalla vetta, si interessa un po’ tutta la stampa nazionale.Il Foggia raggiunse quel giorno, il 13 dicembre 1970, il posto più in alto in classifica per quell’anno in quanto il girone di andata terminerà con i seguenti risultati: Fiorentina Foggia 3-0; Foggia Sampdoria 2-2 (Maioli e Montefusco); L.R. Vicenza Foggia 1-0; Foggia Inter 1-1 (Bigon); Juve Foggia 2-1 (aut.Furino); Foggia Varese 2-2 (Garzelli e Pirazzini). Questa la classifica a metà campionato:

Milan 24; Napoli 22; Inter 21; Bologna e Juventus 17; Cagliari 16; Roma e Torino 15; Foggia e Verona 14; L.R. Vicenza,  Sampdoria e Varese 12; Fiorentina 11; Catania e Lazio 9.

Tutto sommato una buona classifica per una squadra che mira alla salvezza (ricordo che allora per la vittoria si ottenevano 2 punti)

Il girone di ritorno inizia nel migliore dei modi: in casa il Foggia liquida il Torino con una rete di Pavone (1-0). Si va a Milano contro il Milan e, dopo un primo tempo buono per i foggiani, il Milan va in vantaggio su rigore di Rivera nella ripresa e nel finale Benetti arrotonda. Il Foggia torna demoralizzato a Foggia e la domenica successiva, con una gara sciagurata, riesce a prenderne tre dal Napoli allo Zaccheria con le reti di Altafini, Sormani e Bianchi. Maestelli scuote la squadra: c’è bisogno di concentrazione, di non farsi prendere dallo sconforto e si ritorna alla vittoria, questa volta fuori dalle mura amiche, a Bologna, per 2-1 , con la doppietta di Saltutti.. Allo Zaccheria, la domenica successiva il Foggia impatta per 0-o con il Cagliari. Il Foggia mantiene quattro punti sul Varese terzultimo. In trasferta, a Catania, si torna alla sconfitta per 2-0 mentre allo Zaccheria contro la Roma, grazie al solito Bigon, il Foggia fa sua l’intera posta aumentando la distanza dalla zona retrocessione (+5 rispetto alla Fiorentina). Nella doppia trasferta a Verona e a Roma con la Lazio i rossoneri agguantano un solo punto ma per colpa della dea bendata: infatti il Verona raggiunge il pareggio (1-1) nel finale grazie a Bergamaschi, che avrebbe vestito in futuro la maglia foggiana, e a Roma , a tempo ormai scaduto, i biancocelesti agguantano la vittoria con un gol di Governato.

E arriva la famosa data dell’11 aprile 1971, una data che difficilmente i sostenitori rossoneri potranno mai dimenticare. A Foggia arriva la Fiorentina, terzultima, e il Foggia ha l’occasione per chiudere il campionato; va in vantaggio con Bigon e conduce la gara senza particolari problemi. Poi, il sig. Lattanzi concede un rigore inesistente ai viola che pareggiano con De Sisti. Il pubblico si infiamma, dagli spalti piove di tutto e giunge quindi anche la squalifica del campo per un turno. Purtroppo la domenica successiva non c’è il pronto riscatto e il Foggia perde a Genova contro la Sampdoria per 2-0. A questo punto il Foggia ha 23 punti, Torino, Vicenza e Sampdoria 22, Varese e Verona 21, Lazio e Fiorentina 20 mentre il Catania, con 17 punti, è ormai spacciato.Sul neutro di Bari, contro il Vicenza, il Foggia riesce a pareggiare il gol iniziale di Faloppa con Bigon. Il punto può andar bene ma la domenica successiva si deve andare a S.Siro contro l’Inter e a Milano il Foggia ne prende cinque contro i nerazzurri. Mancano due partite e i tifosi allo Zaccheria aspettano la Juventus per stringersi intorno alla squadra di Maestrelli, ma purtroppo il Foggia non riesce a vincere: finisce 0-0, il Vicenza vince a Roma e la Fiorentina pareggia con l’Inter; questa la classifica prima dell’ultima partita: Foggia e L.R. Vicenza 25; Fiorentina, Sampdoria e Varese 24; Lazio 21; Catania 19 con queste ultime due già retrocesse. A questo punto basta non perdere l’ultima con il Varese: la partita inizia male con un gol del Varese dopo 9 minuti, ma l’opera viene completata dall’arbitro Lo Bello che, nello stupore generale, assegna un rigore inesistente al Varese realizzato dall’ex Traspedini; il Foggia si apre, si scopre disperatamente e prende anche il terzo gol. I sostenitori rossoneri aspettano quindi i risultati delle altre che arrivano inesorabili: Vicenza e Sampdoria giocano a non farsi male mentre la Juventus in casa, tra i fischi dei propri sostenitori, regala un punto alla Fiorentina che si salva per la differenza reti. La classifica finale, nella zona calda, sarà questa: Vicenza e Verona 26, Sampdoria Fiorentina e Foggia 25, Lazio 22, Catania 21.

Ci piace concludere dicendo: era già tutto scritto… la Fiorentina non poteva retrocedere!

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Articolo del 24 maggio 1971 (all’indomani della retrocessione del Foggia) a cura di Mario Gismondi, redattore capo de “La Gazzetta del Mezzogiorno”

Al di sotto di ogni sospetto

Una domenica vergognosa per il calcio italiano. Sappiamo benissimo che dirlo con chiarezza, indignazione, senza mezzi termini, senza girare intorno alle parole, non servirà purtroppo a nulla perchè sono anni che alla Federcalcio neppure si arrossisce per queste e per altre, molte altre cose. Ma ieri si sono superati tutti i limiti. Mai furto è stato commesso così clamorosamente, con mafiosa premeditazione, al di sotto di ogni sospetto, com’è il caso di dire.

Il Foggia non è stato condannato dalla sconfitta di Varese, dove, tra l’altro, non avrebbe potuto mai vincere, perchè, quando un Lo bello inventa sull’1-0 un rigore del genere, non si può che perdere. E c’è stato, fra parentesi, un giornale che durante la settimana ha chiesto (e purtroppo ottenuto) la designazione dell’arbitro siracusano per la più decisiva partita del campionato!

Il Foggia è stato condannato da altre squadre, innanzitutto dalla Juventus, che, violando lo stesso regolamento federale – violazione che non comporterà, come sempre, alcuna sanzione, perchè l’arbitrio e il sopruso sono le uniche leggi imperanti nel calcio italiano – ha deciso di non schierare Furino, Causio e Spinosi, tre dei suoi titolari più in forma. Una Juventus che all’inizio del secondo tempo ha anche sostituito un altro titolare, Morini, con il tredicesimo Zaniboni: lo stopper che, neppure a farlo apposta, giocava sul centravanti fiorentino Vitali, autore del gol a Torino.

Il Foggia è stato condannato anche dalla farsa di Vicenza, dove il Lanerossi e la Sampdoria hanno giocato a non vincere con una chiara dimostrazione di antisportività, di cui nessun ufficio inchieste della Federcalcio deciderà mai di occuparsi, visto che siamo di fronte ad un autentico delitto perfetto. Nel corso della settimana molti giornali del del Nord (non soltanto del Sud) avevano addirittura preannunciato, per non dire auspicato, uno 0-0 che puntualmente è venuto, fra i fischi della folla, fischi che tutti gli sportivi italiani hanno potuto chiaramente sentire anche da Torino attraverso i collegamenti della radio.

Non si può scendere in B per decisione estranea al gioco e alla giustizia sportiva. Questo è il furto commesso ieri ai danni del Foggia, squadra già bersagliata in precedenza da altre decisioni alla Lo Bello. Basta ricordare, per tutte, quella dell’arbitro Lattanzi, quando, inventando un rigore falso come la salvezza della Fiorentina, costrinse il Foggia all’1-1, che rilanciò l’ormai spacciata squadra toscana, e – altra beffa – alla squalifica del campo per una giornata. Squalifica subita – va ricordato anche questo – dopo che per incidenti ben più gravi il Milan se l’era cavata con una multa.

Retrocedere non è un dramma, indubbiamente, e le squadre meridionali purtroppo vi sono abituate. Ma quando l’ingiustizia tocca livelli di mafia, quando si scende in B perchè così è stato stabilito, quando si retrocede perchè chiaramente si vuol favorire un’altra squadra – e sono dieci anni per esempio che che la Samp usufruisce dei finali a sorpresa – allora non si può fare a meno di dire che quella di ieri è stata una domenica vergognosa per il calcio italiano.

Vergognosa, ripetiamo, anche se – è mafia anche questa – muoverà un dito perchè la situazione cambi.

Scendono in B quest’anno tre squadre meridionali, mentre solo il Bari e forse il Catanzaro hanno la possibilità di salire in A. Spesso, anche dalle nostre parti, dove si continua a credere che il calcio sia ancora un gioco, si attribuisce tale fenomeno negativo all’impreparazione dirigenziale e ad altre meridionali e discusse deficienze.

La verità è un’altra e la giornata di ieri lo ha ancora una volta clamorosamente dimostrato. Si va in B perchè il calcio non è una cosa seria. Si va in B perchè Foggia non è Firenze o Genova. E la Federcalcio assiste passivamente, non da oggi, allo scempio che una Juventus (persino una Juventus) ed un Vicenza fanno del regolamento e della lealtà sportiva.

A Napoli l’altra settimana le società meridionali si sono riunite per decidere qualcosa contro la mafia del calcio. Arriviamo purtroppo sempre tardi e dopo esserci sempre sbranati fra di noi, con il Catania ed il Palermo, per esempio, che alcuni anni fa decretarono la retrocessione del Bari in B.

Ma non basta organizzarsi. Forse è arrivato il momento di rifiutarsi di partecipare a campionati organizzati per salvare squadre che da tempo avrebbero dovuto militare in B.

Il fatto più triste, comunque, è che neppure il furto subito dal Foggia avrà un seguito. La Federcalcio sa che lo sportivo dimentica sempre e troppo presto; e l’anno prossimo tutto tornerà al punto di prima, anche perchè il Sud ancora una volta avrà perduto l’occasione di ribellarsi alla mafia.