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La storia dei cinema a Foggia

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Questa pagina è stata realizzata grazie alle preziose informazioni ed immagini fornite da Francesco Paolo Cicolella

Il XX secolo, a Foggia come nel resto di Italia, darà il giusto successo alle sale cinematografiche confermando la disponibilità della cittadinanza a seguire i film che la cinematografia italiana e straniera andava proponendo.

Ma ad inizio secolo, le prime proiezioni avvengono nei primi caffè concerto come l’Eden Parisien in corso Garibaldi, la sala Olimpia, incendiata il 17 gennaio del 1911 e l’Iride; queste prime proiezioni riguardavano non film, ma immagini di animali, treni o vedute cittadine ed erano riprese e riprodotte con macchine rudimentali.

La prima sala è il Gaitè, cinema muto, con solo 100 posti a sedere in corso Garibaldi, di fronte alla Banca Coomerciale; anche il Teatro Dauno, nei primi anni del novecento, dedica qualche serata a proiezioni cinematografiche.

Il Foglietto, nel 1910, scrive: “mercoledì sera 23 marzo, ebbe luogo al Teatro Dauno una splendida serata cinematografica. Assieme ad altre bellissime cinematografie, ne fu data una interessantissima, cioè “Il viaggio di S.A. il duca degli Abruzzi al Karakorum”. Parte dell’introito sarà offerto per i festeggiamenti della “Regina del Grano”. Agli iniziatori Signori Di Gioia, Palmieri, Viola, e Comp., un bravo di cuore.”

Subito dopo c’è chi comprende che forse si può pensare ad investire nel Cinema e a pensare alla costruzione di vere e proprie sale cinematografiche.

Nel 1905, grazie ad Antonio Gaito, viene inaugurata la prima vera sala cinematografica denominata Sala Roma. Il locale si rivela subito insufficiente e viene trasferito in un locale più adeguato, su corso Vittorio Emanuele, di fronte a quella che sarebbe diventata la sede dei Magazzini Standa.

Successivamente Antonio Gaito viene affiancato dai fratelli Vincenzo e Alfredo con i quali forma una società che nel 1927 prende in gestione il cinema Modernissimo, in via al Piano 2, che nasceva solo tre anni prima dalla trasformazione del Caffè Chantant Italia; i fratelli Gaito cambiano il nome al cinema che diventa Nuova Sala Roma.

E’ inutile dire che arriva un importante successo anche perché la famiglia Gaito organizza spettacoli di vario tipo richiamando vari tipi di spettatori: e quindi vengono proiettati spettacoli drammatici, comici, culturali e scientifici.

Il locale è curato nei minimi particolari e soprattutto non viene trascurato l’eventuale pericolo incendio (molto frequente all’epoca): la cabina è costruita con mattoni, le pellicole sono conservate in casse di zinco, i film in proiezione sono protetti da parafuochi brevettati e vengono predisposti numerosi estintori.

Però tutte queste attenzioni nulla potettero dinanzi alle bombe della seconda guerra mondiale che ridussero la sala ad un cumulo di macerie.

Cinema Cicolella

Ingresso Cinema Cicolella anni 50 (foto f.lli Leone)

Ingresso Cinema Cicolella anni 50 (foto f.lli Leone)

Nel frattempo nasceva il cinema Cicolella grazie a Francesco Paolo Cicolella che, sul viale della Stazione, impianta una struttura che, inizialmente in legno, e che successivamente, anche per il successo e l’affluenza di pubblico, deve rivedere e ristrutturare, anche per le allora vigenti norme di sicurezza.

Successivamente viene costruita un’arena che dà nel cortile tra l’albergo e il cinema e che ha un ingresso comune con il cinema.

I bombardamenti danneggiano seriamente il cinema per cui nel dopoguerra sarà necessaria una completa ricostruzione che permetterà l’inaugurazione il 28 ottobre del 1944.

La nuova sala ha una capienza di 1025 posti: in platea le panche sono in legno senza spalliera, mentre in galleria sono presenti panche con spalliera. Subito dopo le panche saranno sostituite con poltroncine costruite artigianalmente a Foggia. La cabina che, prima dei bombardamenti si trova a piano terra, dopo la ristrutturazione viene portata sopra la galleria, in una camera d’albergo.

Nel 1947 Giuseppe Cicolella opera dei cambiamenti: le sedie sono sostituite con poltrone di legno tamburato, mentre le vecchie passano al fratello Francesco Paolo II, per il cinema di Ortanova.

Si racconta che Giuseppe, nel 1950, in occasione della proiezione del film “Catene” di Raffaello Materazzo, andasse in giro per pubblicizzare il film, con delle catene legate alla sua Lancia Aprilia su cui erano attaccati i manifesti dell’evento: la sua audacia e la sua lungimiranza imprenditoriale furono premiate perché alla fine la sala fu stracolma.

Giuseppe, tra l’altro, abitava dietro al cinema ed aveva una finestra che dava  sul tetto del palcoscenico e quindi di là riusciva a controllare che la gente fosse presente in sala e che tutto funzionasse nel migliore dei modi.

Negli anni 50 Cicolella fa un accordo con il Teatro Comunale per proiettare i film più importanti contemporaneamente: le bobine vengono portate da un cinema all’altro con la bicicletta.

Nel 1953 arriva il Cinemascope e per far spazio allo schermo più grande, vengono demoliti i palchi laterali ed il palcoscenico per cui, al Cicolella vengono interrotte le rappresentazioni teatrali.

Nel 1956 al Cicolella viene proiettato “Lascia o Raddoppia” per cui viene interrotta la proiezione del film in programma per riprendere subito dopo la trasmissione di successo di Mike Bongiorno.

Nel 1960 arrivano le poltrone imbottite e negli anni a seguire sono continui successi che si susseguono uno dopo l’altro sino a giungere negli anni 80 quando al Cicolella vengono trasmesse alcune importnti partite di calcio con spettatori che giungono in sala come se fossero all stadio, con tanto di bandiere e striscioni; l’ultima partita trasmessa al Cicolella fu quella tragica dell’Heysel tra Jventus e Liverpool.

Da allora seguirono nuovi lavori di ammodernamento del cinema sino ai giorni nostri.

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Sala Dante

Nasce in via Duomo nel 1925 grazie a Saverio Mucelli, il dott. Bucci e al farmacista De Mauro. Viene chiamata Dante in onore del figlio di Mucelli. Negli anni 30 la sala viene chiusa perché sopra l’uscita di sicurezza viene posizionato l’archivio della Prefettura. Seguono polemiche derivanti dalla diversa ideologia politica tra il Mucelli e il regime di quegli anni che avevano determinato la chiusura del locale. Durante la Seconda Guerra Mondiale gli americani occupano il cinema sino al 1946 e proiettano film in lingua inglese per le truppe.

Subito dopo la famiglia Mucelli torna in possesso dei locali e stipula un contratto con la Metro Goldwin Mayer.

Buono per un biglietto anni 60

Buono per un biglietto anni 60

Nel 1954 Dante Mucelli inizia significativi lavori di ammodernamento progettati dall’ing. Miranda e dall’arch. Iarussi; il nuovo locale viene inaugurato, con inviti personali, con la proiezione in anteprima del film “Mogambo” con Clark Gable, Ava Gardner e Grace Kelly.

L’affluenza del pubblico è costante e determina il successo della sala che con i suoi 560 posti non viene schiacciata dalla programmazione del Flagella che poteva disporrne di 1900.

Nel periodo d’oro della sala, Dante Mucelli perde la moglie ed in quella circostanza, alcuni parenti pensano, per onorare il lutto, di tingere le scarpe della figlia con una tintura nera le cui esalazioni determineranno la morte della bambina: questo evento porterà Mucelli a perdere l’interesse per il cinema.

Nel 1959 affiderà la sala a Giuseppe Cicolella che la rileverà definitivamente nel 1966.

Dopo 10 anni di gestione Cicolella, la sala nel 1978 è data in fitto, come liquidazione, al segretario Nicola D’Andrea e alla moglie Bruna Sestili che, grazie anche alla crisi del cinema italiano, trasformano la sala in un cinema prima di sole seconde visioni e poi in sala a luci rosse.

Nel 1999, dopo importanti lavori di ristrutturazione, il cinema viene riportato al suo antico splendore venendo ribattezzato Laltrocinema; l’inaugurazione della nuova sala avviene il 20 novembre con la proiezione del film di Walt Disney “Tarzan” in lingua originale perché la versione italiana sarebbe arrivata in Italia solo a Natale. Fu un grande successo di pubblico.

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Cinema Del Re/Galleria

Nel dopoguerra, Annibale Del Re, ottico foggiano, apre un’arena in via Scillitani e subito dopo in via Trento il cinema-arena Del Re con 1400 posti.

Il cinema viene inaugurato con la sola platea con il film “Il segno della Croce” ma non fu un successo; tra l’altro la ditta che doveva portare a termine la costruzione del cinema, fallisce e Del Re è costretto a pagare di tasca propria operai e materiali.

Annuncio della apertura del vecchio Cinema Del Re

Annuncio della apertura del vecchio Cinema Del Re

Il cinema viene assorbito dalla ditta ALA di Pescara che aveva fornito i materiali edili al proprietario e nel 1952 viene acquistato da Giuseppe Cicolella che lo rinominerà Cinema Galleria e che provvede ai lavori per la costruzione della galleria che era molto pendente e pericolosa per errati calcoli al momento della sua progettazione iniziale.

Il Galleria non riscuote il dovuto successo nonostante fosse dotato di impianti tecnologici modernissimi e quindi viene adoperato per gli spettacoli teatrali in quanto al cinema Cicolella era stato abbattuto il palcoscenico per l’arrivo del Cinemascope.

II pubblico risponde numeroso il martedì, da ottobre ad aprile, quando al Galleria debuttano numerose compagnie di avanspettacolo a tal punto che in più di un’occasione deve intervenire la polizia per mettere ordine tra la folla di spettatori, mentre da giugno a tutto agosto vengono proiettate le migliori seconde visioni con un prezzo del biglietto significativamente basso.

Negli anni 70 il cinema continua con la programmazione esclusiva di film a luci rosse sino alla chiusura nel 1978; nei primi anni 80 viene abbattuto per far posto ad un’agenzia bancaria.

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Cinema Ariston

Cinema Ariston - da destra Renato Sbavaglia, Luigi Fasano, Alessandro Cagiano (1974)

Cinema Ariston – da destra Renato Sbavaglia, Luigi Fasano, Alessandro Cagiano (1974)

Il cinema del Dopolavoro ferroviario in via Montegrappa era stato distrutto dagli eventi bellici ed il 12 maggio 1953 Giuseppe Imperiale, Presidente del Dopolavoro, ottiene dal Ministero il nulla osta per la ricostruzione del cinema nel piazzale della stazione.

In breve tempo viene realizato il progetto e per la inaugurazione viene proiettato prima il film Modelle di Lusso e successivamente si assiste ad una sfilata di moda.

Nel 1954 arriva il cinemascope ma la sala ospita anche grandi nomi del varietà come le Sorelle Nava, Carlo Dapporto, Macario e Nino Taranto.

Negli anni 60 il cinema viene gestito da Rodolfo Muserra che oltre all’Ariston si occup anche del Capitol e del Cinema Italia.

Negli anni a seguire la sala viene gestita da soggetti diversi, si arricchisce dell’aria condizionata e viene rivestita in legno la galleria e l’ingresso.

Pia Mancini e Francesco Paolo Cicolella

Pia Mancini e Francesco Paolo Cicolella

Negli anni 90 la gestione passa a Francesco Paolo Cicolella che si occupa di importanti ristrutturazioni, cambiando il pavimento della galleria, allargando gli scalini sempre in galleria. Viene ristrutturato il palcoscenico e all’Ariston comincia la stagione teatrale.

Nel 1997/98 la stagione teatrale diretta da Pia Mancini diventa particolarmente importante per la contemporanea chiusura del Teatro Giordano nel maggio del 1997.

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Cinema Corso Roma

Viene realizzato da Emilio Cicolella nel 1947 e si trova su corso Roma tra via Urbano e via Tenente Iorio. Il giorno dell’inaugurazione del cinema, lo stesso Emilio muore per un incidente stradale e la gestione dello stesso passa nelle mani del fratello Giuseppe che ne coordina la programmazione degli spettacoli con il cinema Cicolella e con il Giordano.

 Il cinema dispone di 370 posti a sedere, tutti in platea.

Nel 1953 Gaetana Di Pietro (vedova Muserra), con i figli, acquista l’immobile: durante questa gestione, essendo la famiglia Muserra proprietaria anche del cinema Italia, la programmazione nelle due sale è la medesima.

Nel 1958 questo cinema chiuderà anche perchè la famiglia Muserra aprirà il Capitol.

Negli anni 90, laddove c’era il cinema Corso Roma aprirà prima una sala da ballo e poi una palestra.

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Cinema Italia

Cinema Italia - Cabina di proiezione con l'operatore Benito D'Aloia - anni 60

Cinema Italia – Cabina di proiezione con l’operatore Benito D’Aloia – anni 60

Nel 1948 Gaetana Di Pietro (detta la castagnara perchè aveva un grande commercio all’ingrosso di frutta secca) inizia a costruire il Cinema Italia che viene inaugurato nell’ottobre del 1950 con il film “Non c’è pace tra gli ulivi”, con Lucia Bosè e Raf Vallone.

La sala dispone di 800 posti e, considerando anche la continua proiezione di film popolari, ottiene un grande afflusso di pubblico.

Negli anni 60 la gestione del cinema passa al figlio della signora, Mario Muserra. Sul finire degli anni 70, essendo la famiglia Muserra impegnata anche nella gestione del cinema Capitol, affida la gestione del Cinema Italia al sig. Salvatore Pellegrino che trasforma il cinema in sala di seconde visioni e successivamente in cinema a luci rosse.

Tra l’84 e l’86 Mario Muserra torna ad occuparsi in prima persona del cinema.

Nel 1987 Francesco Paolo Cicolella prende in gestione l’Italia denominandolo Cinema Italia – Cicolella Bis. Cambia le poltrone di legno in altre imbottite riducendo i posti a 630.

Il cinema comincia a seguire una programmazione orientata al filone del cinema d’essai.

Nel 1988 muore Mario Muserra e diventa proprietario del cinema il figlio Antonio Mario.

La gestione Cicolella si conclude nel 1997 quando il cinema deve chiudere per le nuove norme di sicurezza, in quanto il tetto era stato costruito negli anni 40 con materiale a base di amianto.

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Cinema Garibaldi

Tra la fine degli anni 40 e l’inizio dei 50 apre a Foggia il cinema Garibaldi, in corso Garibaldi 82, di proprietà di una società facente capo a Raffaele Miele.

La sala dispone di 480 posti distribuiti tra platea e gradinata, ma ben presto i proprietari del cinema devono registrare un periodo buio a causa della forte concorrenza di cinema come il Cicolella, Il Flagella, l’Ariston e quelli della famiglia Muserra.

Il primo agosto del 1957 la gestione del cinema passa nelle mani di Giuseppe Cicolella. Purtroppo, come il Dante e l’Italia, il Garibaldi continua a vivere la crisi legata al degrado del borgo antico, mentre il pubblico resta legato alle sale che si trovano nel centro della città. E così, dopo aver programmato seconde e terze visioni, nel  momento di passaggio di gestione da Cicolella a Giuseppe Cinquino, avvenuto nel 1978, anche il cinema Garibaldi dedica la sua programmazione a film a a luci rosse, riscontrando anche un certo successo di pubblico.

Nel 1997 Giuseppe Cinquino ammoderna la sala riportando il Garibaldi ad essere un cinema di prime visioni ma successivamente anch’esso sarà costretto ad una triste chiusura.

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Cinema Capitol

Il 13 agosto del 1958, con il film Il Principe del Circo, con Danny Kaye, viene inaugurato il cinema Capitol. La proprietaria è Gaetana Di Pietro, vedova Muserra, che chiude il cinema Corso Roma e decide di investire a favore dei figli acquistando un terreno in via Torelli sul quale costruisce il Capitol, un cinema con 320 posti in platea e 200 in galleria.

È un cinema all’avanguardia con poltroncine imbottite e due proiettori della Microtecnica che verranno sostituiti solo nel 1993 con due più moderni della Kinoton.

Alla fine degli anni 70 Rodolfo Muserra si ammala e cede la gestione a Salvatore Pellegrino. Dopo tre anni, alla morte di Rodolfo la gestione passa a Francesco Muserra  che ammoderna il locale dotandolo di riscaldamento e amplificazione dolby stereo.

Gli ultimi lavori di ammodernamento risalgono agli anni 90 quando vengono sostituite le poltroncine ed eliminata l’aria condizionata in quanto il locale non apre più in estate.

A partire da due anni dopo l’inaugurazione, sino alla fine del secolo, l’operatore sarà Aurelio Fania.

Figura storica del cinema Capitol resterà nella memoria di tanti Vittorio Di Pietro, detto infatti anche Vittorio d’u Capitol che era molto conosciuto in città e che era un po’ l’anima del cinema che andava avanti anche grazie alla sua importante collaborazione.

Purtroppo la crisi del cinema, nel nuovo secolo, investe anche questo importante cinema foggiano che è costretto a chiudere al pari di tanti altri.

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Cine teatro Flagella

Cine teatro Flagella

Cine teatro Flagella

Nel 1938 viene inaugurato a Foggia il più grande cinema dell’intera provincia, il Flagella. Dotato di un tetto mobile e di finestre laterali apribili elletricamente per trasformarlo in arena, il cinema poteva trasformarsi anche in teatro poiché in pochi minuti si riusciva a ribaltare lo schermo per liberare il boccascena.

Il palcoscenico misurava 14 metri per 16 con una fossa d’orchestra per 50 posti.

I tre fratelli Flagella gestiscono il cinema solo per tre mesi, decidendo di darlo in gestione a Paolino Gaito per 12.000 lire al mese, gestione che durerà 10 anni.

Tanti i personaggi passati per questo storico teatro come il famoso tenore Beniamino Gigli che non si esibì in quanto, durante il periodo bellico, si spaventò per i continui bombardamenti. Durante il periodo dell’occupazione alleata, il Flagella venne occupato dagli americani che proiettavano i film per i propri soldati.

Il cinema torna nella proprietà dei fratelli Flagella dopo la guerra e nel febbraio del 1947 viene inaugurato di nuovo con la proiezione del film “Il Rigoletto” di Carmine Gallone.

L’8 settembre, con una grande serata di gala, si inaugura al Flagella il nuovo impianto di “cinemascope”: madrina della serata è la moglie del sindaco Pepe che taglia il nastro di anzi ad uno schermo di 18 metri per 7.

Tra le tante soddisfazioni di chi gestì il cinema, ci fu quella di inaugurare la stagione cinematografica 1956/57 con la proiezione del film Tosca, di Carmine Gallone, in esclusiva assoluta per Foggia.

Nel 1970 la gestione del Flagella vienne affidata a Ferdinando Pinto, di Bari, che contemporaneamente gestisce il Petruzzelli a Bari e tanti altri locali in diverse località della Puglia.

Pinto esegue un riammodernamento del cinema sostituendo, tra le altre cose, le vecchie poltrone di legno con comode poltroncine e portando i posti a sedere da 1800 a 1230 (1000 in platea e 230 in galerria).

In questo periodo il cinema fa registrare record di incassi soprattutto con la serie Trinità con Terence Hill con il biglietto di ingresso fissato a 1.500 lire.

Il 7 febbraio del 1986 prende in gestione il cinema, con comodato gratuito che prevedeva il rinnovo mensile, Francesco Paolo Cicolella, in attesa che l’ingegnere Lello Flagella ottenga la licenza per la demolizione e per la costruzione di un nuovo palazzo.

Durante questa gestione che durerà un anno, giunta l’estate, l’ingegner Flagella riesce a vendere le poltroncine della platea costringendo Cicolella a portare a Foggia un centinaio di sedie in legno recuperate presso i suoi locali di Ortanova che vengono sistemate alla meglio in platea.

Durante i lavori di demolizione avvengono due eventi degni di nota, il primo legato al ritrovamento di un ordigno bellico (evento del quale riferiamo a parte), mentre il secondo sembra quasi un impennata di orgoglio da parte di quello che era stato il più grande cinema di Capitanata: mentre gli operai tagliano con la fiamma ossidrica il tetto del cinema, alcune scintille cadono sul palcoscenico che si incendia e che incendia gran parte dell’attrezzatura della impresa edile che ci stava lavorando, quasi come una forma di vendetta.

Durante i lavori di demolizione, tutti i giorni era presente sul posto Mimì Spadavecchia, colui che per tutta la vita aveva fatto l’operatore del Flagella e non perdeva occasione per scattare alcune fotografie che arricchirono la sua collezione di ritagli di giornale che mostrava orgogliosamente a chi in futuro gli avrebbe fatto visita, sino alla sua morte avvenuta nel 1999.

In via Podgora 30 sorge ora un palazzo che pian piano sta cancellando quei ricordi che per mezzo secolo hanno allietato la vita di migliaia di foggiani.

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I cinema parrocchiali

Sala Monsignor Farina in via campanile . 1962

Sala Monsignor Farina in via campanile . 1962

Tra gli anni 60 e 80 si sviluppano numerose sale legate a parrocchie, a partire dal cinema delle chiese di Santa Chiara e San Michele, quest’ultima con 400 posti tra platea e galleria.. Inoltre si affermano altri cinema parrocchiali come quello del Nuovo Carmine in viale Primo Maggio e quello del San Paolo al C.E.P.

Esperienze più durature sono quelle del cinema Mater Dei, nella cripta della Madonna della Croce, della Sala Pace e Bene dell’Immacolata, con 400 posti in platea, e la sala San Francesco in via Tugini (della quale riferiamo in un altra pagina).

Già però dal 1948, in un locale legato alla Cattedrale, era stato inaugurato il Monsignor Farina, con 200 posti, affidato prima a don Luigi Fasanella e successivamente a don Alessandro Cucci, prima di diventare Falso Movimento sotto la guida di Mauro Palma.

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Il cinema Falso Movimento

Nel 1958 la gestione del cinema parrocchiale Monsignor Farina passa nelle mani di Giustino Palma, ma sarà il figlio Mauro, nel 1978 a creare un nuovo filone affidandosi alle piccole distribuzioni, quelle che non trovavano spazio nel circuito commerciale. Nasce quindi il cinema d’essai, denominato Falso Movimento, riferendosi ad un film di Wenders, Nel corso del tempo, in cui il regista faceva appunto riferimento ad un falso movimento cinetico.

Nel 1978 viene proposta la prima rassegna dedicata a Scorsese con film inediti che non hanno subito successo perchè il pubblico non è ancora pronto a questo cinema “diverso”. Ma Palma insiste con le sue rassegne, negli anni 80, su Wim Wenders, su Werner Herzog e Margarethe Von Trotta e pian piano riesce a far convogliare un pubblico sempre più attento e soprattutto giovane.

La prima rassegna di corti organizzata dal Falso Movimento si tiene nel 1990, grazie alla collaborazione di Enrico Ghezzi e Luciano Emmer, ma ripetuta anche successivamente nel 1998. Nel 1999 viene anche percorsa una nuova strada, quella che portava ad una rassegna etnica sul cinema africano.

Nel 1997 la sala viene riammodernata con poltrone nuove in legno e velluto e con il sistema dolby surround.

(fonte: Cristina Zagaria – Società e cinema in Capitanata – Edizioni Diomede)