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L’arbitro Antonio Di Tonno

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Antonio ed Aldo Di Tonno sono  nomi che, forse, ai più non diranno molto, non così però per gli amanti e appassionati dello sport in genere e del calcio in particolare.

Infatti Antonio e Aldo Di Tonno sono due fratelli “foggiani veraci” che hanno onorato lo sport: sino ai più alti livelli Antonio, meno per Aldo per motivi di salute, attraverso la loro attività di Arbitri di calcio. Iscritti entrambi alla sezione AIA di Foggia, Aldo giunse in breve tempo ad arbitrare in serie C ma, a causa di problemi alla vista fu ben presto costretto ad abbandonare i campi e le prospettive di una brillantissima carriera verso la quale si era invece già avviato con successo Antonio Di Tonno. Nato a Foggia nel 1927  Antonio Di Tonno percorse in pochi anni tutte le serie minori e ben presto arrivò ad arbitrare in serie C. Impiegatosi presso lo SCAU (la società dei contributi unificati) venne assegnato alla sede di Pescara dove arbitrò sino alla serie B e poi, trasferito alla Direzione dei Contributi Unificati di Brindisi e poi di Lecce dove divenne Direttore Generale. Si iscrisse alla sez. AIA di Lecce e da lì compì il grande salto che lo portò ad arbitrare sui campi di calcio della serie A dove esordì nel 1959 e diresse, sino al 1971 oltre 100 gare e tutte le più grandi squadre italiane.

Divenuto arbitro internazionale, uno dei primi in Italia, ha calpestato gli stadi più gloriosi e importanti del mondo come Wembley e Santiago Barnabeu. Ha anche arbitrato, tra i pochissimi se non l’unico in Italia, pur se in amichevole con il Lecce, nientedimeno che il Santos del mitico Pelè.

Alla conclusione della sua  splendida carriera  venticinquennale ricoprì, sino alla sua improvvisa morte, il 24.9.1996, prestigiosi incarichi  ai vertici dell’AIA e del CAN. Fu infatti Commissario speciale per la serie A e B. Tra le sue “scoperte” figurano i grandi arbitri internazionali: Pairetto e Agnolin.

A Lecce Antonio Di Tonno trovò anche la sua futura moglie, Elena, e vi stabilì la sua residenza senza per questo mai scindere i legami con la sua terra di origine dove aveva lasciato genitori e fratelli che regolarmente tornava a trovare come oggi tornano ancora la cognata e le nipoti, passandovi lunghi periodi, durante le festività, in particolare a casa del fratello Aldo dove si organizzavano magnifiche serate intorno al camino nella tavernetta dell’abitazione. E’ stato proprio Aldo a raccontarmi i ricordi più cari del fratello  tra i quali spiccano tantissimi articoli di giornali dell’epoca ma, soprattutto, il fischietto d’oro che gli venne attribuito sul finire degli anni 60.

E’ ancora Aldo a ricordare alcuni aneddoti come quello delle “corna” che, contrariamente a quanto succede,  l’arbitro Di Tonno rivolse al pubblico, rientrando appositamente dagli spogliatoi, dopo essere stato insultato per tutta la partita, cosa che gli costò ben tre mesi di “fermo”; oppure di quando arbitrò con un cappellino sulla testa a causa della neve su un campo gelido del nord Italia.

Un altro episodio curioso è  raccontato dai giornali dell’epoca e successe a Rutigliano quando un tifoso gli staccò con un morso il lobo dell’orecchio e fu solo grazie all’intervento di un contadino munito di ascia che venne liberato dall’aggressore.

Tra le partite più importanti arbitrate in serie A,ricordiamo:

INTER ROMA 2-2 del 13.2.66

MILAN-TORINO 2-0 del 4.12.60

LAZIO-MILAN 0-1 del 14.05.61

NAPOLI-ATALANTA 1-0 del 24.9.67

SAMPDORIA-ROMA 1-1  del 22.10.67

E tantissime altre partite.

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