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Pezzarèlle e marasciùle

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“Le pizzarelle” è un tipo di pasta fatto in casa con gli stessi ingredienti e le stesse modalità per fare le orecchiette. Solo che il pezzetto che viene tagliato dal “serpentello di pasta”, u’ cìchele, dopo essere stato trascinato sulla spianatoia con la pressione del pollice sulla punta del coltello, non viene capovolto a cupoletta, resta piatto, appunto a mo’ di pizzetta. “La pizzarella” che va legata con la verdura, non ha bisogno di essere incavata come l’orecchietta che si lega con il pomodoro, il sugo o il ragù.
Il “marasciuolo” è una verdura spontanea che si trova nei campi. Se è di qualche giorno e le foglie lambiscono ancora il terreno lo si può raccogliere e utilizzare completamente, se la pianta è già sviluppata se ne prendono le cime con la parte di ramo e foglioline più tenere. E’ in definitiva una cima di rapa selvatica di cui ne ricorda il sapore anche se più intenso. Questa pianta campestre non si raccoglie più quando arriva alla fioritura. Di solito si vedono interi campi pieni delle sue infiorescenze bianche.
Pulire e lavare abbondantemente la verdura, mettere a bollire in abbondante acqua, salare a piacimento e a mezza cottura calare “le pizzarelle”. Pochi minuti, scolare e quindi versare in una coppa per condire: olio crudo, o olio in cui si è fatto sfriggere uno spicchio d’aglio. Con quest’ultima versione all’aglio si può aggiungere qualche filetto di alice, eventualmente qualche pomodorino e se si vuole del peperoncino.
In alternativa alle “pizzarelle” si usa pasta corta, ma anche spaghetti come si fa con le cime di rapa. La stessa ricetta si può confezionare utilizzando un’altra verdura spontanea, ” ‘i cimamarèlle “, le cime amare. Il gusto è appena più delicato dell’altra, le piante più alte e l’infiorescenza gialla.