Chiesa di S.Giovanni Battista
Fuori della Porta Arpana, sulla sinistra del Tratturo Foggia-Candelaro, esisteva una Chiesetta dedicata a S. Giovanni Battista, eretta in tempi remoti. Proprietà della Collegiata di S. Maria di Foggia, fu agli inizi del secolo XVI ceduta in uso o in proprietà all’Ordine di Malta.
La Confraternita della SS. Annunziata, sorta nella prima metà del secolo XV, aveva sede nell’omonima Chiesa già dal 1500, per concessione del Capitolo della Collegiata. Nel 1618, a causa di “vessazioni” da parte dei Canonici (certamente per ragioni logistiche e di interesse), chiese al Vescovo di trasferirsi nella Chiesetta di S. Giovanni Battista, previo consenso del rappresentante dell’Ordine di Malta, dove ebbe sede e potè svolgere le sue funzioni fino al 1724. La Chiesetta, malgrado vari interventi di ricostruzione (1626) o di ampliamento e ammodernamento (1705), non potè mai soddisfare alle crescenti esigenze della Confraternita; inoltre, dopo oltre un secolo, gli iniziali rapporti tra la Confraternita e il Commendatore dell’Ordine di Malta erano andati via via deteriorandosi fino a raggiungere l’incompatibilità. Di qui la decisione, da parte della Confraternita, di costruire una nuova e più ampia chiesa tutta propria in altro sito. Nel 1714, con la decisione partì anche la richiesta al Viceré di Napoli di un suolo demaniale sito sul lato destro del Tratturo (dove attualmente sorge la Chiesa di S. Giovanni Battista, al Piano della Croce). Ottenuto in dono il suolo, si dette inizio ai lavori con la posa della prima pietra da parte di Mons. E.G. Cavalieri.
Il 1° gennaio 1725 il Can. don Ferrante Lioncelli inaugurò ufficialmente l’apertura della nuova Chiesa di S. Giovanni Battista col rito della benedizione. Negli anni successivi furono costruiti gli altari laterali, la sacrestia, l’oratorio e la Canonica.
Solida nella costruzione, la Chiesa resistette alla distruzione causata dal terremoto del 20.3.1731; per questa ragione, dal 1° aprile di quell’anno ospitò il S. Tavolo della Madonna dei Sette Veli, proveniente dalla Chiesa dei Cappuccini, S. Maria di Costantinopoli, dove inizialmente fu portato al sicuro (la Chiesa maggiore fu gravemente danneggiata dal sisma), e dove avvennero le prime apparizioni della Madonna. Il miracolo delle apparizioni si rinnovò anche in S. Giovanni Battista, dove accorsero numerosi i fedeli per implorare la materna protezione della Vergine SS.ma.
L’anno successivo Mons. Faccolli, Vescovo di Troia, invitò S. Alfonso a predicare un novenario nella Chiesa di S. Giovanni Battista in onore della Madonna e a ricordo delle sue apparizioni. Ancora una volta si rinnovò il miracolo: il volto della Vergine appariva chiaramente dall’ovale del S. Tavolo; lo stesso S. Alfonso rimase in estasi per quasi un’ora, sollevato da terra, attratto dal volto di Maria. Il Santo, a memoria dell’esperienza vissuta, volle fosse dipinto il volto della Madonna, così come l’aveva visto; il quadro è custodito a Ciorani (Salerno). Nel 1733, in coincidenza del 2° anniversario delle Apparizioni, il 21 marzo, la Confraternita dell’Annunziata, anche per la nobiltà di tanti suoi congregati, ebbe il regio riconoscimento.
Nel 1777, per iniziativa di Mons. Onorati, assai devoto della Madonna dei Sette Veli, si raccolsero le testimonianze necessarie a provare la veridicità delle Apparizioni avvenute 46 anni prima. Tra le più autorevoli testimonianze ci fu quella di S. Alfonso.
Nel 50° anniversario delle Apparizioni, accertata la veridicità dei fatti, lo stesso Mons. Onorati ebbe la gioia di apporre, alla S. Icona la corona offerta dal Capitolo Vaticano.
Già nella Chiesa di S. Giovanni Battista, dove l’Iconavetere restò esposta al culto fino al 1736, si iniziò a far memoria con particolare solennità dell’evento delle Apparizioni ogni 22 di marzo, finché, accertate e canonicamente riconosciute, potè quella data essere inserita nel Calendario liturgico come Festa solenne cittadina in onore di Maria SS. dell’Iconavetere.
Ogni anno, a memoria dei fatti miracolosi, il 20 marzo, la Chiesa di S. Giovanni Battista accoglie per un giorno l’Iconavetere.
Per danni subiti a causa del terremoto del 1805, furono eseguiti lavori di riparazione e di restauro a cura della Confraternita. Dal 1820 al 1832 furono eseguiti lavori di restauro a spese dell’Amministrazione Comunale, giacché per sovrana disposizione la Chiesa passava sotto il patronato del Comune. Infatti, la Real Segreteria di Stato il 2.4.1834, accogliendo le richieste della Confraternita, obbligò il Comune di Foggia a saldare i conti rimasti sospesi con gli impresari, fratelli Giuseppe e Raffaele Petrosillo.
Nel 1832, concluse tutte le pratiche per ottenere i vari consensi richiesti (la Confraternita nel 1824, Francesco I Re di Napoli nel 1827, Il Capitolo della Collegiata di S. Maria, il Sindaco con l’Amministrazione del tempo nel 1828, la S. Sede e Re Ferdinando II nel 1831), Mons. Antonino Monforte, in considerazione dello sviluppo demografico e abitativo nelle zone periferiche di allora, con Bolla del 16 febbraio eresse Parrocchie la Chiesa di S. Giovanni Battista e quella di S. Francesco Saverio.
La Confraternita dell’Annunziata, in quell’occasione, chiese in cambio di poter officiare nella Chiesa di S. Domenico, dove già aveva sede dal 17.2.1830, mentre la Chiesa di S. Giovanni Battista era in restauro.
Un altro evento miracoloso segna la storia della Chiesa di S. Giovanni Battista, quello verificatosi il 15 luglio 1837. Il flagello del colera, che aveva già mietuto vittime nel Nord-Italia tra gli anni 1835-36, imperversò successivamente anche nel Meridione. Nei mesi giugno-luglio 1837 l’epidemia si diffuse anche a Foggia, facendo numerose vittime. Angoscia e smarrimento spinsero i foggiani a implorare dalla Vergine Addolorata, la cui statua era esposta al culto nella Chiesa di S.Giovanni Battista, la cessazione dell’epidemia (la statua fu acquistata a Napoli ed esposta per la prima volta alla pubblica venerazione il Venerdì Santo, 28.3.1834). In questo triste frangente avvenne in S. Giovanni Battista il fatto miracoloso descritto dal Parroco don Carlo Rotundi nella lettera inviata a Mons. Monforte il 17.7.1837. Anche un documento della Curia Vescovile di Troia descrive l’avvenimento: “La sera del 15 luglio 1837 nella Chiesa di S. Giovanni Battista in Foggia, la statua della Vergine Addolorata, particolarmente implorata dal popolo durante l’epidemia, miracolosamente “alzò le pupille degli occhi verso il Cielo, le abbassò verso il popolo, chiuse le labbra, tramortì come svenuta, perché penetrata da amarissima doglia, trasse dal cuore profondi respiri, versò lagrime, scarmigliò i capelli, ebbe dei movimenti convulsi”, evidenti segni, riconosciuti soprannaturali dal Tribunale Eccl.co di Troia, che la Vergine Addolorata, partecipe del dolore dei figli, aveva ascoltato i loro gemiti e ottenuto dal suo divin Figlio la cessazione del colera.
Altri fenomeni prodigiosi canonicamente riconosciuti, si ebbero nella statua nel 1865 in occasione del morbo asiatico e durante l’epidemia di colera nel 1886, sicché alla Vergine Addolorata venerata in S. Giovanni Battista fu dato il titolo di “Liberatrice dal colera”. A grata memoria di detti prodigi la S. Sede concesse di poter celebrare in perpetuo la Messa votiva dell’Addolorata il 15 luglio.
Alla Confraternita dell’Annunziata, per i tanti meriti acquisiti lungo gli anni della sua esistenza, fu attribuito il titolo di Reale Arciconfraternita con diploma dell’8 agosto 1857 del Re Ferdinando II.
Dal 16.2.1832 la Chiesa eretta a sede parrocchiale, pur proprietà della Confraternita, divenne Patronato del Comune di Foggia, che assunse l’impegno di congruare i Parroci e di intervenire per riparazioni e restauri della Chiesa.
Questa Chiesa, cara ai foggiani per i prodigi operati dalla Vergine SS.ma, fu cara anche ai due Vescovi, assai devoti di Maria, che giacciono sepolti in essa: Mons. Nicolò Cimaglia, Vescovo di Vieste, morto nel 1764, e Mons. Antonino Maria Monforte, Vescovo di Troia, morto nel 1854.
L’incremento di devozione alla Madonna Addolorata suggerì l’istituzione di una associazione aperta a devoti di ambo i sessi. Nel 1885 con decreto del Padre Generale dei Serviti (Servi di Maria) fu eretta in S. Giovanni B. la Pia Unione di Maria SS.ma Addolorata, canonicamente riconosciuta dalla Congregazione dei Riti con rescritto del 30.7.1885.
Dopo non molti anni Mons. Mola soppresse il ramo maschile della Pia Unione, probabilmente per inadempienza dei doveri assunti e per scarsa partecipazione alla vita associativa. Don Antonio Rosiello, zelante Parroco di S. Giovanni B., tentò vanamente di ripristinare il ramo maschile: nel 1957 risultavano iscritti solo cinque soci… inadempienti.
Una lapide in Chiesa riporta che “il 5.2.1888 in riconoscimento dei miracoli della Vergine Addolorata, Liberatrice dal colera, questa Parrocchia di S. Giovanni Battista, con decreto della Basilica S. Maria Maggiore, viene dichiarata Basilica Minore, Parroco D. Vincenzo Ricotta”. Il 19.4.1888 Mons. Marinangeli consacrò la Chiesa.
Il 15.4.1932 Mons. Farina, Vescovo di Troia e Foggia, benedisse nuovamente la Chiesa, dopo i lavori eseguiti dal Comune, ritenuti necessari per consolidare le fondamenta e per allargare il vano della Sacrestia.
Infine, un noto benefattore Luigi Iorio, unitamente al concorso dei nipoti e della madre Assunta Liticante, a proprie spese, per gratitudine e devozione a Maria SS. Addolorata, volle rivestire di marmi l’interno della Chiesa e la decorò di dipinti, “nei turbinosi anni 1938-1947, essendo Vescovo Mons. Farina e Parroco don Giovanni Coppola”.
Verso la fine degli anni sessanta, dopo il Concilio Vat. II, in attuazione delle nuove norme liturgiche, il Parroco D. Antonio Rosiello apportò modifiche nel presbiterio: la mensa staccata dal corpo originario fu collocata al centro; fu eliminata la balaustra; e agli estremi del presbiterio furono collocati il Battistero e l’ambone per la proclamazione della Parola di Dio. Altri lavori riguardarono il pavimento della Chiesa e la realizzazione del nuovo portone d’ingresso. Eliminati gli altari della navata, al loro posto furono collocati quattro nuovi confessionali.
Nel 1988, don Rosario Casparrini, attuale Parroco, ricollocò la statua di S. Giovanni Battista nella nicchia centrale dell’abside, dette migliore sistemazione al Battistero e rifece l’ambone come degna sede per la proclamazione della Parola di Dio. Rese più accogliente l’Ufficio parrocchiale e ultimamente, nel 1995, ha rinnovato l’impianto elettrico e d’illuminazione secondo le nuove norme.
Nel 1997, grazie allo zelo di D. Rosario, la Pia Unione dell’Addolorata ha ripreso tutta la sua vitalità e ai membri del ramo maschile è stato concesso l’uso dell’abito azzurro durante le funzioni e le processioni.
(a cura di Tommaso Palermo)
Nel marzo del 1528 Foggia fu teatro di battaglia e di strage nella guerra accesasi fra Carlo V e Francesco I, Re di Francia, per la pretesa del trono di Napoli. Da quel conflitto ne uscì vincitore Carlo V che, a imperituro ricordo di questo avvenimento fece erigere, fuori Porta Grande, la famosa Croce che tuttora si ammira nei pressi della chiesa di San giovanni Battista e si compiacque, inoltre, riconfermare alla città di Foggia tutti gli antichi privilegi e i nuovi che furono concessi in suo nome dal Vice Re don Pedro di Toledo, marchese di Villafranca, per la pubblica Amministrazione Civica e per la fiera degli animali da tenersi nel mese di aprile, fiera che poi passò al mese di maggio.
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Video realizzato da Potito Chiummarulo