La visita di Umberto I e Margherita a Foggia nel 1878
Il 1878 fu un anno memorabile per la visita a Foggia dei Sovrani Umberto I e Margherita che furono ospiti della città nel mese di novembre.
La civica amministrazione alla notizia della fausta visita creò uno speciale comitato per i festeggiamenti formato dalle persone più rappresentative della città: Presidente il Sindaco Micella, componenti il Conte Giuseppe Telfener, l’avvocato Gennaro Bonanno, il marchese di Roseto Pasquale Saggese, il Dr. Nicola Taralli, Francesco Severo, Giovanni Villani, il dr. Francesco Paolo Sollazzo, l’avvocato Giuseppe Raho.
Il comitato elaborò un particolare programma che prevedeva l’imbandieramento e la decorazione delle strade cittadine e degli uffici lungo il percorso del corteo (particolarmente attesa dai foggiani la nuova illuminazione elettrica a largo Vittorio Emanuele e su via Porto Reale) con la collocazione sul prospetto della chiesa di S.Francesco Saverio della stella Sabauda “a luce di magnesio”, il ricevimento all’arrivo dei Sovrani alla stazione dove sarebbero convenute tutte la bande musicali cittadine (due) e della provincia (quattro), le modalità del percorso del corteo fino a piazza Cavour (dove i monarchi avrebbero incontrato le scolaresche), l’arrivo alla Prefettura dove avrebbe avuto luogo il pranzo ufficiale, contemporaneamente a quello che si sarebbe svolto nella Villa Comunale con un banchetto dei 150 rappresentanti delle Società Operaie offerto dal Conte Telfener.
La sera poi al Teatro Dauno dove il corteo reale sarebbe stato accompagnato dalle banda col percorso illuminato con bengala, per incontrare i rappresentanti della provincia e per assistere ad una Cantata le cui parole erano state scritte per la felice occasione dal nostro poeta “ufficiale” Vincenzo Capozzi con musiche del maestro Luigi Fusi e, di seguito, la rappresentazione dell’opera “I Lombardi alla Prima Crociata” di Verdi.
Tale programma fu reso noto alla cittadinanza con apposito manifesto nel quale si sottolineava alquanto confusamente) che “la commissione direttrice non prega i cittadini a coadiuvarla perché tutti hanno compreso che, onorando i Re di Casa Savoia facciamo plauso non solo alla loro indubitata virtù ma alle nostre istituzioni liberamente e gelosamente custodite”.
I preparativi per l’augusta visita divennero intensi e frenetici nei giorni precedenti e il comitato fece le cose in grande anche perché la maggior parte delle spese furono assunte dall’ottimo conte Telfener. Infatti quest’ultimo fece venire appositamente da Roma per l’occasione nuovi ed eleganti equipaggi con carrozze, cavalli e giumente per il corteo reale. Particolare cura fu data alla parte che riguardava la visita al teatro, il quale per l’occasione fu anch’esso illuminato a luce elettrica (sempre a spese del Conte Telfener). La compagnia lirica fu fatta venire per l’occasione da Napoli.
Essendo Foggia un punto di passaggio ferroviario obbligato, i Sovrani che provenivano da Chieti e dovevano andare a Bari per una visita a quella città il giorno 15 novembre, passarono per la prima volta per Foggia il 14 novembre alle ore 13, soffermandosi alla stazione per pochi minuti. Qui le autorità foggiane furono ricevute sul treno reale dal Re che si compiacque di intrattenersi con loro durante la sosta, durante la quale avvenne un fatto da ricordare. Alla partenza del treno il Presidente del Consiglio Cairoli che accompagnava il Re, per rispondere agli applausi dei foggiani accorsi alla stazione, sollevò per le braccia il Principe di Napoli, erede al trono, Vittorio Emanuele che allora aveva 9 anni, provocando un grande entusiasmo.
Finalmente il 16 novembre, i Sovrani vennero a Foggia in visita ufficiale. Con loro, oltre al principe ereditario e al Presidente del Consiglio, il Ministro della Pubblica Istruzione De Sanctis, il Ministro della Guerra, Generale Bonnelli.
Ma lasciamo la parole alle cronache dell’epoca e precisamente al Giornale Patrio:
“…Alla stazione, decorato con quel gusto squisito, che distingue tanto gli ingegneri colà impegnati, le LL.MM. ebbero un’imponente dimostrazione da tutti i ceti della popolazione.
La carrozza del Conte Telfener, tirata da 4 superbi cavalli condusse in città le LL.MM. seguite dalla bandiere di tutte le Società Operaie della provincia colle quali figuravano pure quella dei superstiti delle patrie battaglie, non che quella di una Loggia Massonica ed alle Bande Musicali dei vari Comuni.
Le LL.MM. per tutto il tragitto che fecero sino al palazzo della Prefettura ebbero una pioggia di fiori.
Giunte a palazzo si affacciarono al balcone col Principino, ringraziarono la popolazione dell’affettuoso loro attaccamento. Era con le LL.MM. il nostro Sindaco col quale s’intrattennero in presenza del Pubblico a discorrere, chiedendo forse informazioni sullo stato della popolazione.
Il palazzo della Prefettura fu così ben disposto e così elegantemente ornato, che le LL.MM. ebbero a rallegrarsi cogli ingegneri e pel buon gusto e per la comodità ivi trovata.
La sala da pranzo era qualcosa di stupendo, tanto che alcuni del seguito delle LL.MM. ci dichiararono di non aver finora trovato città dove si fosse saputo accoppiare l’eleganza alla semplicità come nella sala in discorso. Meritava di essere veduta e di apprezzare il merito di coloro che ne diedero il segno e la decorarono. Il detto pranzo è stato ufficiale di circa 64 coverti, a spese del Sovrano il quale per mezzo del Suo Cerimoniere di Corte sig. Marchese La Stusa ne fece l’invito, su principali funzionari della provincia di questa città. Fra questi vi è intervenuto Prefetto Cav. Giovanni Giura, il Presidente del Consiglio Provinciale, sig. Enrico Barone, il Sindaco Cav. Antonio Micella, la Giunta Municipale, la Commissione per la festa, il Presidente della Corte d’Appello di Trani, il Presidente del Tribunale di Lucera, sig. Giovanni Cav. Ricci ed il Presidente del Tribunale di Commercio di Foggia, Cav. Carlo Angiolillo.
Le LL.MM. hanno ricevuto molte Commissioni che si fecero ingraziare per l’udienza, ed ebbero per ciascuno parole di ringraziamento. Esse s’intrattennero con molto piacere con tutti i Reduci delle patrie battaglie chiedendo a ciascuno le battaglie combattute, e i fatti che fecero loro insegnire il pettorale della medaglia al valore militare. La Regina in ispecial modo si rivolse famigliarmente al nostro sig. Vincenzo Ferreri vecchio ufficiale, che rese di seguito servizi al paese, il quale oltre di essere fregiato di due medaglie al valore militare e di due commemorative, ebbe la cittadinanza di Casalbordino di Lanciano per aver salvato la vita ad un maresciallo dei Reali Carabinieri nel tempo del brigantaggio.
Al sig. Bociocchi che presentò al Re il modello di un nuovo cannone e che dichiarò a S.M. il suo attaccamento per la Casa Savoia, per la quale si mostrava sempre pronto a versare in guerra il proprio sangue, il Re rispose che non per la Casa Savoia e pel Re, ma per l’Italia e per le libere Istituzioni. Noi dobbiamo pensare piuttosto alla pace, la sola proteggitrice delle arti, delle finanze e del lavoro…”
A sera, come programmato, la visita al teatro.
“La loggia reale non poteva essere più bella, più elegante” commenta il Giornale Patrio.
Sulla scena i Lombardi di Verdi che riscossero un tiepido consenso.
La mattina del 17, dopo la messa, alle ore 8 la coppia reale ripartì per Napoli.