Il 22 aprile è stato bello essere foggiani!
Il 22 aprile del 2016 sarà ricordato per l’esaltazione della foggianità ed il relativo contributo dato ad una maggiore consapevolezza di essere in una città che vuol far parlare di sè anche per le sue eccellenze.
Si parte quindi dal ricordare la figura di Vincenzo Lanza, medico e politico foggiano, vissuto nel Regno delle Due Sicilie immediatamente prima dell’Unità di Italia, attraverso la restituzione alla città del monumento a lui dedicato e posto nella villa comunale.
Un grazie va sicuramente al gruppo Telesforo che caparbiamente ha voluto il restauro dell’opera riportandolo allo splendore della sua prima inaugurazione, ormai circa 150 anni fa, nella piazza che oggi è dedicata ad Umberto Giordano; è un primo passo verso il recupero di tutti i busti presenti in villa, così come annunciato in un convegno dedicato all’illustre foggiano, e che potrà contare sul contributo economico di altri imprenditori, in uno slancio finalizzato al recupero di un orgoglio di appartenenza.
Ora si spera che, grazie anche al senso civico dei foggiani, si possa un po’ alla volta arrivare a riconsegnare alla città una villa comunale più fruibile e più godibile, riportarla cioè a quello che rappresentava un tempo questo luogo di divertimento e di serenità.
Ma il 22 aprile verrà anche ricordato per un artista foggiano che in serata si è esibito davanti ai suoi concittadini in quello che rappresenta il tempio rincorso e desiderato da tanti ma che per una sera è stato calcato da Pino Campagna.
La serata al Teatro Giordano, è stata importante, non solo per la qualità dello spettacolo e per le capacità di Campagna, ma per il giusto riconoscimento di una platea numerosissima a colui che ha girato l’Italia portando ovunque il proprio dialetto e non rinnegando la propria provenienza, in una carriera fatta di gavetta e di successi.
L’emozione e le lacrime di Pino vogliono rappresentare un punto di arrivo dopo un percorso partito con tante incognite e con pochissime certezze ma il bagno di folla e l’abbraccio del suo pubblico, dopo 40 anni, lo hanno finalmente ripagato con gli interessi.
Foggia ha ancora bisogno di giornate come queste, giornate che riconciliano i foggiani con Foggia, una città che, vivendo altri 22 aprile, non sarà ricordata solo per le sue bombe.
Alberto Mangano
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