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Le volontà di un defunto

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Dal “Giornale Patrio” del 18 ottobre 1831

“… Ieri sera alle ore due della notte trapassò don Luigi Mastrolillo di Foggia, ricco proprietario, dopo sei giorni di malattia creduta di poco momento, sofferta nel suo casino della villa, ma l’altra sera fu portato in Foggia per meglio curarlo e, senza credersi da’ medici che fosse grave, si è fatto morire senza prevenzione e senza assistenza alcuna. Oggi alle ore 22 si sono associate le di lui spoglie dalla congregazione dell’Addolorata e capitolo. E siccome era fratello di San Giovanni Battista, così, dopo aver avuto in detta chiesa le associazioni di requie, si è trasportato di lui il cadavere nella sua cappella gentilizia sita nel casino di detta sua villa, per cui le congreghe di San Giovanni e dell’Addolorata vi sono andate sino alla villa con carrozze, portandosi il cadavere da becchini sulla bara sino all’imboccatura della strada che da Gesù  Maria conduce alle vigne, ove si è trovata la carrozza chiusa della casa Mastrolillo, e tolti i portelli di essa, si è messa la cassa funebre di lungo nella medesima con un becchino dentro per guida; per cui non è stato indifferente il transito, essendo lontana dalla città due miglia, e forse più.

In tale circostanza non è a tralasciarsi un aneddoto di quella famiglia. Luigi Mastrolillo è morto celibe; e perciò tutti i nipoti, tra quali i figli del fu signor don Michele de Angelis e della fu sua sorella donna Concetta Mastrolillo, speravano aver parte nella successione. Alla notizia della morte del zio, ognuno cadde in deliqui, convulsioni e gemiti, facendo tra i pianti le glorie del defunto con un apoteosi la più favorevole, ma nel tempo stesso, pria di uscire il cadavere, si cercava da questi istessi di far apporre i suggelli, vigilar ov’era il denaro, e tutt’altro; locchè si è fatto evitare credendosi morto intestato. Intanto per una combinazione si è trovato il di lui testamento olografo, e la curiosità ha spinto tutti a leggerlo al momento. Or essendo trovato istituito erede il solo signore don Filippo Mastrolillo, con vari legati, tra quali non sono affatto menzionati i suddetti nipoti de Angelis, ad eccezione del solo loro fratello don Vincenzo domiciliato in Napoli, e ben troppo considerato, sono finite al momento istesso le convulsioni ed i pianti; anzi questi si sono scagliati con parole, minacce e torti contro il defunto, sino a negarsi di vestirne il bruno, essendo usciti subito per la città nello stato dell’indifferenza e con animo tranquillo.”