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8 settembre 1934 – Mussolini a Foggia

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Il Duce giunge a Foggia la mattina dell’8 settembre del 1934 insieme all’architetto Cesare Bazzano, progettista della prefettura, da inaugurare per prima e dall’architetto Armando Brasini ideatore del palazzo di Città. Mussolini visitò anche il palazzo degli studi in costruzione che si realizzava secondo il progetto dell’architetto Marcello Piacentino.

Al federale Giuseppe La Monaca fu affidato il preciso e scrupoloso servizio d’ordine.

Secondo stime dell’epoca furono circa in 150.000 ad accogliere il Capo del Governo raccogliendosi in città dal Subappennino, dai paesi del Gargano e da ogni piccolo centro del Tavoliere.

Appena giunto a Foggia, Mussolini, dopo il primo bagno di folla,, monta su un’automobile per dirigersi al Palazzo del Governo. Qui un gruppo di balilla “moschettieri”, in servizio d’ordine lungo lo scalone, immobile sull’attenti, presenta le armi con fierezza, mentre un gruppo di Piccole Italiane lancia uno squillante “A Noi!”. Al Duce viene offerta, a nome di tutta la Capitanata, una targa d’argento, sul cui piano è presente una visione dei campi del Tavoliere, dominata dalla figura di un seminatore.

In mattinata il Duce fa visita ad alcune case rurali in via Lucera e si reca all’inaugurazione di un nuovo borgo di case coloniche sulla strada per Cerignola (attuale Borgo Mezzanone) che era stato intitolato al fascista Raffaele La Serpe, caduto nel 1921 mentre, alla testa di una squadra di camerati, si dirigeva contro la Camera del Lavoro di S.Severo. Durante il tragitto Mussolini fa fermare la vettura dinanzi ad una casa, dove ad attenderlo c’è un folto e pittoresco gruppo di uomini e donne del Gargano con i loro tipici e tradizionali costumi che intonano canti campestri e intrecciano danze popolari al suono armonioso di fisarmoniche e tamburrelli. Alcune ragazze di Montesantangelo donano al Duce una statua in alabastro dell’Arcangelo Michele, altre porgono spighe di grano e fiori. Mussolini fa visita anche all’Istituto Sperimentale di Agraria, fondato nel 1925 dall’Ente dell’Acquedotto Pugliese: qui fa visita ai locali dell’azienda. Successivamente, tornando verso Foggia, visita, accolto da una folla  festante, la scuola rurale “Arnaldo Mussolini”

Una folla oceanica a Foggia aspettava Mussolini assiepata dal piazzale della Stazione,dove era stato montato un palco sontuoso, sino a piazza Cavour davanti alla villa. Tutti gli alberi del viale della stazione erano adornati di bandiere e gli altoparlanti erano sistemati ovunque e numerosi.

Verso le ore 17 arriva il Duce, in piedi sulla macchina scoperta, con il braccio teso nel saluto romano, passa per piazza Cavour e per il viale della stazione tra gli applausi di un fiume di gente che cantava “Giovinezza” e, giunto sul palco, con la solita voce incisiva pronunzia il tanto atteso discorso capace di mandare in visibilio la grande folla di Foggiani.

Ecco alcuni passi del suo discorso:

“… ho visto qui una gioventù gagliarda, una gioventù forte nel fisico e, non meno forte nel morale. E’ la gioventù che reca già nel suo volto i segni inconfondibili di questo formidabile tempo, che è la rivoluzione delle camicie nere. Può darsi che ancora, sempre più rari, come dei superstiti, ci siano ancora degli individui i quali trovano che il nostro ritmo è accellerato. Bisogna che io dica che non permetteremo a nessuno di riposare prima che tutta le mete siano raggiunte”

La sera tardi i forestieri giunti da tutta la provincia fecero rientro a casa e suscitò scalpore la morte di Francesco Bocchicchio, messo comunale di S.Agata, che scendendo dal treno con la bandiera in mano, cadde sui binari e morì.

Probabilmente la visita del Duce rappresenta ancor oggi forse l’evento che raccolse a Foggia la maggior parte di gente dall’intera Capitanata e che fece parlare la gente per tanti altri giorni successivi: un evento di grande e partecipativa emozione.

Da: “Il Littoriale” del 10 settembre 1934:

Cartolina dell'evento

Cartolina dell’evento

“Sono esattamente le 16,05. La folla preme dietro i cordoni che rendono gli onori, mentre passano veloci le automobili recanti il Capo del Governo e il suo seguito, che dalla stazione ferroviaria si recano al Palazzo del Governo. Non è possibile descrivere l’entusismo di questo popolo che ha atteso impaziente, e che oggi, anzi in questo istante, vive tutta la sua gioia contenuta così a lungo. Popolo magnifico, questo, che ha risposto all’appello, compatto al cento per cento, da ogni più lontano casolare del Tavoliere e del Gargano! Magnifico popolo di tenaci lavoratori, inquadrato con perfetta disciplina. Il Duce, in piedi sull’automobile, vestendo l’uniforme di Caporale d’Onore della Milizia, guarda compiaciuto la folla immensa, che gli fa una calorosa dimostrazione di simpatia. Mussolini sorride a diritta e a manca rispondendo con cenni del capo agli alalà della folla acclamante e osannante. La vettura presidenziale si dirige verso il Palazzo del Podestà dove vengono presentate al Duce le autorità. Il Duce si interessa delle nuove opere pubbliche più importanti che hanno abbellito Foggia. Uscendo dal Palazzo del Podestà, il Duce riceve ancora una volta il saluto appassionato del popolo che leva il suo possente grido: “Duce! Duce! Duce!”, così alto e fragoroso che il suono delle numerose musiche rimane quasi coperto dalle voci. Percorrendo il corso Garibaldi, via Fuiani e la via di Lucera, la vettura del Duce, seguita dalle altre nelle quali hanno preso posto il Segretario del Partito on. Starace, il ministro Di Crollalanza, il sottosegretario Serpieri, il gen.Teruzzi, il prefetto Monticelli, il conte Galeazzo Ciano, il podestà, l’onorevole Caradonna, il segretario federale e altre autorità, si reca alle case popolari, presso le quali il Duce si intrattiene qualche tempo, interessandosi minutamente di questa opera da lui stesso voluta. Fatto segno a dimostrazioni sempre più entusiastiche, Mussolini si reca quindi a visitare il Campo sperimentale.

L’elogio al popolo di Puglia

Salito sulla terrazza della stazione il Capo del Governo pronuncia vibranti parole di elogio al forte popolo di Puglia. Il discorso, interrotto frequentissimamente da possenti grida di alalà, ripetuto per tutte le vie adiacenti da altoparlanti, è stato alla fine accolto da frenetiche acclamazioni. Il Duce si è quindi ritirato, ma insistentemente richiamato dalla folla si è nuovamente affacciato a salutare, dimostrando col suo sorriso la propria letizia per la bella manifestazione tributatagli da Foggia. Quindi è ripartito alla volta dell’Urbe.”