Tragedia aerea del 16 aprile 1972
Rispolveriamo una tragedia degli anni 70, italiana, e purtroppo anche foggiana. Una tragedia aerea.
È il 16 aprile del 1972: siamo a Fiumicino e un Fokker F-27 Friendship 200, un aereo della compagnia ATI, si appresta a chiedere l’autorizzazione per la messa in moto. Sono le 21:22, il volo BM 392 diretto a Foggia Gino-Lisa (FOG ne è la sigla aeroportuale) ha diciotto occupanti a bordo tre dei quali del personale. Quello che dovrebbe essere un ordinario trasporto pubblico di passeggeri si trasformerà, purtroppo, in uno dei tanti casi di incidenti aerei della penisola. Alle 21:42, dopo l’autorizzazione, avvengono: la messa in moto, il rullaggio e il parcheggio alla posizione di attesa per la pista 16. Alle 21:56 l’aereo decolla, a bordo vi sono: il comandante, il secondo pilota e un assistente tecnico; fra i passeggeri anche tre foggiani e il direttore dell’Anic di Manfredonia.
Il volo procede secondo i normali protocolli, varie frequenze radio seguiranno il volo 392 fino alle 22:08, quando avverrà l’ultima comunicazione del pilota. Da quel momento ogni comunicazione verso il Fokker 27 risulterà vana.
Ventuno minuti e quarantanove secondi dopo il decollo, l’aereo impatta contro il suolo in agro di Ardinello di Amaseno, in provincia di Frosinone, a circa 330 piedi di altitudine, 330° gradi di direzione e a una velocità di 340 nodi. Nessun superstite.
Nella memoria di un testimone resterà indelebile la disperazione delle persone.
I resti di due sardi dell’equipaggio rientreranno in Sardegna tramite un velivolo atterrato alla Base NATO di Decimomannu.
Viene predisposta da subito un’inchiesta e l’analisi del registratore di volo dal quale risulta l’andamento regolare del volo nei primi 17 minuti dopo il decollo; successivamente, le variazioni dei parametri lasciano ipotizzare una prima fase di difficoltà nel governare il velivolo a causa di correnti di elevata intensità. Saranno queste correnti a determinare, per il resto del viaggio, delle oscillazioni del velivolo intorno al proprio baricentro. Verso il momento più critico si ipotizza la caduta del velivolo in un assetto anomalo, forse dovuta a una diminuzione di potenza dei motori. Alla fine, una lenta virata verso destra si accompagnerà a una discesa in picchiata, a velocità crescente, fino a toccare il suolo.
Nulla permetterà di chiarire cosa sia effettivamente successo e come i piloti abbiano affrontato l’emergenza, sottoposti certamente a sollecitazioni intense. Ciò che è certo è che i fattori meteorologici non hanno rappresentato l’unico fattore chiave di questa tragedia.
Per i Fokker, però, questo non è il solo episodio drammatico di quell’anno: il 15 ottobre, un Fokker della linea Roma – Trapani – Pantelleria è costretto a rientrare dopo pochi minuti per lo strappo di un’elica e lo sfondamento di un oblò della carlinga. A soli 12 giorni dopo, un altro Fokker 27 si schianta al suolo, questa volta a Poggiorsini, sulle colline circostanti Bari. Dopo questa ennesima tragedia la sicurezza nei cieli e il caso dei Fokker saranno oggetto di una discussione anche al Senato, nell’assemblea del 20 novembre 1972.
La lista dell’equipaggio:
- Clemente Basile, 24 anni, di Cimitile, assistente tecnico
- Paolo Lombardino, 28 anni, di Salaparuta, comandante
- Vittorio Pedemonte, 42 anni, di Genova, secondo pilota
La lista dei passeggeri:
- Elena Caciagli
- Guido Caciagli
- Dario Curatolo
- Franco Damone
- Dino Donati
- Amedeo Fortugno, di Foggia
- Maria Fortugno, di Foggia
- Ugo Lo Conte, 52 anni, di Foggia
- Mario Lopopolo
- Silvio Lulli, 24 anni, ufficiale pilota
- Pasquale Murmura, 47 anni, di Terni, dirigente dell’Anic di Manfredonia
- Ottavio Podda
- Eugenio Romano
- Eugenio Sarais
- Marco Sponga