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Lo stemma della città

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Lo stemma di Foggia è considerato quello delle tre fiammelle sull’acqua, ma in origine le fiamme erano molte di più; infatti, nella  pianta cinquecentesca di Foggia conservata presso la Biblioteca Angelica di Roma, sono disegnate vere e proprie fiamme che coprono quasi interamente il campo superiore dello stemma.

Nella didascalia posta sotto la pianta è anche spiegato: “ Il campo di sotto tutt’all’acqua è segno” e  “ Il campo di sop’ a fiamme di fuogo” , concetti ripetuti anche accanto al disegno dello stemma, posto in alto sulla pianta: “ l’arma è aqua, et fuoco, perché sotto ogni poco, che si cava sottoterra, si trova aqua, di sopra é caldo fa da mille fuochi”.

I dubbi sul numero originario delle fiammelle raffigurate sullo stemma aumentano dopo il ritrovamento, nel lapidarium del Museo Civico di Foggia di un vecchio e singolare stemma comunale, che rappresenta in due campi: sotto l’acqua e sopra tante fiamme, risultando molto simile a quello disegnato citata pianta cinquecentesca.

Prove concrete, quindi, alimentano l’ipotesi che il blasone cittadino fosse raffigurato anticamente con più fiamme sull’acqua.

Lo stesso stemma, come è riportato nel Libro Rosso della città di Foggia, specie di summa dei regolamenti comunali, era raffigurato negli antichi “Suggelli” della città, infatti… “ Al nuovo mastrogiurato si consegnavano da quello uscente due suggelli dell’Università; uno grosso ed un piccolo, scolpiti con le armi cittadine: in mezzo ed in basso un rivolo d’acqua e del fuoco, da un lato S. Guglielmo, dall’altro S. Pellegrino, e tutto intorno la scritta  Universita Civitas Fidelissima Civitatis Fogiae “.

Altre conferme abbiamo nel seicento dal padre celestino Guelfone, che in una sua“Orazione… detta l’Anno M.DC.LXIX…”  scrive che “impresa di questa Città, che fa le fiamme nel mezzo delle acque ardenti, senza che ò l’acque smorzino il fuoco, ò il fuoco consumi l’acque” e nel Seicento, anche il canonico Calvanese ci parla di “più fiamme”.

Ancora, nella “Vita delli Santi Guglielmo et Pellegrino” pubblicata nel 1715 dal Coda, abbiamo: “non poche splendentissime fiamme”

Col tempo, forse per collegarsi più strettamente alla tradizione religiosa ed alla iconografia cristiana della SS.Trinità, dallo stemma della Città scomparvero le lingue di fuoco e le tante fiamme si ridussero a tre ed in una pianta di Foggia pubblicata  nel 1703 nel volume di viaggi  del diplomatico pontificio Giovanni Battista Pacichelli, che visitò il regno di Napoli verso la fine del seicento, appare già disegnato  lo stemma della città di Foggia con tre sole fiammelle ( a cura di Carmine de Leo)


(ved.anche Lo stemma e il gonfalone della città)