Lo Zaccheria
In pochi anni, il calcio locale era cresciuto con la città. Il fascismo aveva avviato una propaganda a favore dello sport e già da qualche tempo, alcuni giovani erano animati dalla ferrea intenzione di dare a Foggia un nuovo impianto che rendesse possibili anche altre attività sportive considerato che il vecchio campetto di “Pila e croce” non si addiceva più alle rinnovate ambizioni della squadra cittadina. E fu così che in una fredda mattina di gennaio del 1925, sei coraggiosi pionieri, Pietro De Vita, Roberto Fini, Giovanni Sarti, Donato Scridi, Giuseppe Del Prete e Aurelio Giuliani, tutti dirigenti dello Sporting club, raccolto il gruzzolo necessario per le prime spese, si accinsero alla grande impresa. Acquistarono, a rate, 21.600 metri quadrati di terreno, confinanti per m. 180 con il tiro a segno nazionale e per 120 m. con la strada prospiciente, stilarono un compromesso con il proprietario del suolo, l’imprenditore Leonardo Rotundi, evitando di indicare una data precisa, per sfuggire alla norma della registrazione e alle spese relative.
All’inaugurazione dell’impianto, avvenuta il 22 novembre 1925, il campo sportivo era dotato di un muro di cinta e di una tribuna di legno. Proprio per la costruzione del muro e della tribuna, le spese aumentarono notevolmente. Il peso delle rate divenne insostenibile. Gli irriducibili giovanotti cercarono con ogni mezzo di reperire le somme necessarie. Il loro spirito di iniziativa fu premiato il 26 maggio1926, quando Fini ed i suoi amici riuscirono ad ospitare all’interno dl campo sportivo l’arrivo della tappa ciclistica Napoli-Foggia del Giro d’Italia: fu un evento storico in quanto il ciclismo a quei tempi era lo sport che eccitava le masse più del calcio. Un’intera città si mobilitò: in tutta fretta si costruì una pista in terra battuta. L’ingegner Branduzi prestò ai dirigenti dello Sporting club un rullo compressore, il signor Scaramella un asino. Ed ecco i ciclisti sfrecciare per le strade di campagna tra ali di folla in delirio: ecco Binda e Girardengo, eteri rivali, guidare la volata sulla pista; vinse il primo, tra gli applausi della folla. L’incasso fu di circa 6000 lire, un introito notevolissimo per quei tempi che servì a pagare i debiti più urgenti.
Ma nel 1927 la situazione si aggravò. I promotori rischiarono di perdere tutto ed allora, dopo le suppliche e pressioni, intervenne il Municipio di Foggia. Il podestà dell’epoca, Alberto Perrone trovò la maniera di risolvere il problema. In fondo, il comune, sia pure con uno sforzo economico, poteva dotare la città di un campo sportivo adatto a varie discipline; pertanto, l’amministrazione podestarile, con delibera 1098 del 6 aprile 1928, decretava l’istituzione del campo sportivo del Littorio, grazie all’acquisto e all’ampliamento del suolo. Il costo complessivo fu di circa 105 mila lire. Qualche anno dopo, nel 1932, con proventi comunali, fu edificata, su progetto dell’ingegnere Piero Marchini, una tribuna coperta in muratura, capace di 1500 spettatori, fornita di numerosi e ampi locali per le organizzazioni sportive e per servizi.
Nel 1933 il campo ospitò il primo campionato di serie B della storia calcistica foggiana; promozioni e retrocessioni in B e in C si alternarono negli anni successivi.
Nel 1938 alla presenza del Federale di Capitanata venne inaugurato il campo di atletica allo Stadio del Littorio (pista di atletica intorno al rettangolo di gioco) con la manifestazione dei Ludi Juveniles femminili.
Durante gli eventi bellici, lo stadio divenne un magazzino utilizzato dai tedeschi e nel 1946 fu intitolato al sottotenente Pino Zaccheria, valoroso atleta foggiano, giocatore di basket, che il 4 aprile 1941 aveva perso la vita in combattimento a Tirana.
Con l’occupazione della città da parte delle truppe anglo-americane il campo venne requisito; fu teatro delle più svariate manifestazioni, come rodei alla texana e corse di asini; nel 1944, anche il celebre Joe Louis, campione mondiale dei pesi massimi, si esibì su un ring posto al centro del terreno di gioco affrontando il foggiano e compianto Vincenzo Affatato,, ex collaboratore del Coni e fondatore della gloriosa “Pugilistica Taralli”.,
La legge per il risarcimento dei danni di guerra permise la costruzione delle tribune laterali.
Nel 1950 viene realizzato il sottopassaggio e risistemati spogliatoi e docce sotto la tribuna.
Negli anni ’50 conobbe anche la gloria del cinematografo. Totò, il principe del sorriso, vi girò il film “Gambe d’oro”
1964: lo stadio apriva i battenti alla serie A: il 27 settembre la prima partita, Foggia-Mantova 1-0 per la squadra di Pugliese, autore del gol Patino che battè il mitico Dino Zoff.
Di quel memorabile campionato si ricorda la strepitosa vittoria sull’Inter euromondiale di Helenio Herrera: 3-2 con due gol del mai dimenticato Vittorio Cosimo Nocera, il principe dei bomber della storia del Foggia.
1965: il campo fu trasformato poichè c’era l’esigenza di aumentare la capienza e fu sacrificata al calcio la bella pista per l’atletica leggera; con ampie gradinate in tubi e tavole, si raggiunsero i 20 mila posti. Un soffice manto in erba venne inaugurato nella gara con il Bologna, il 19 settembre 1965.
Nel 1974 il comune ha edificato su interessamento del sindaco Graziani la splendida gradinata a due piani, progettata dall’ingegner Antonucci, capace di contenere 12 mila spettatori e nel 1980 le due curve gemelle. Poi durante la gestione Lioce, nel 1985, si pensò al rifacimento del manto erboso e ad un moderno impianto di illuminazione. Nel 1991 venne costruita la tribuna centrale mentre nel 1998 l’impianto venne dotato di seggiolini per raggiungere la definitiva capienza di 25.000 spettatori
(La storia dello Zaccheria viene redatta grazie alle preziose informazioni del giornalista sportivo Antonio Troisi)