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La Biblioteca Provinciale

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La storia della Biblioteca Provinciale di Foggia si intreccia ed assorbe la storia della biblioteca comunale che venne fondata nel 1833.

L'attuale sede della biblioteca provinciale

L’attuale sede della biblioteca provinciale

Situata nel palazzo municipale dell’epoca, alla Porta Grande in Via Arpi, iniziò il suo funzionamento con 1913 volumi in gran parte donati dai cittadini, a cui si aggiunsero in quello stesso anno i 1500 volumi offerti da Gaetano Varo di Troia che inaugurò così una lunga tradizione di donazioni che ancora oggi si perpetuano.
La dotazione libraria della comunale fu notevolmente arricchita nel 1861 quando, per effetto della soppressione degli ordini religiosi, le biblioteche dei conventi foggiani furono incorporate dalla comunale.
Nel 1867 la biblioteca fu trasferita presso il convento di San Gaetano e fu arredata di nuovi scaffali in legno, a due ordini, disegnati da un noto ingegnere foggiano, Gaetano Briganti.
Nel 1871 alla comunale fu aggregata la Biblioteca popolare da poco istituita dal Comune.
Fra il 1871 ed il 1924 la Biblioteca Comunale subì almeno cinque traslochi, a seconda delle esigenze del momento, vivendo un lungo periodo di stagnazione fra il 1893 ed il 1923. A partire dal 1924 la Biblioteca fu oggetto di investimenti sia in termini di dotazione libraria che in termini di arredamenti e attrezzature con l’introduzione degli scaffali metallici della Lips Vago e degli schedari Staderini.
Nel 1934 il patrimonio librario della comunale arrivava a 43.000 volumi e 6.000 opuscoli in piccola parte acquistati dal Comune.
Nel 1936 la Provincia, presidente Giustiniano Serrilli, dispose di acquistare per 200.000 lire del tempo la ricca, preziosa e particolarissima biblioteca del cerignolano Nicola Zingarelli, il padre del più noto vocabolario italiano. Si trattava della più completa biblioteca privata dantesca del tempo che rischiava di essere smembrata dagli eredi.
L’acquisto del fondo Zingarelli e l’esistenza di un patrimonio librario dell’ente provinciale di circa 10.000 volumi convinse la Provincia ad istituire con un atto del 25 febbraio 1937 la Biblioteca Provinciale che fu allocata presso lo storico Palazzo Dogana ed emblematicamente intitolata all’ingegnere Gaetano Postiglione.
L’anno successivo la Provincia acquistò un altro fondo specializzato, appartenente allo storico Romolo Caggese. Nel 1939, infine, Gabriele Canelli, il Sottosegretario alle bonifiche che aveva soppiantato il prof. Arrigo Serpieri, arricchiva il patrimonio librario con un fondo specializzato in diritto agrario e bonifica.
Nel 1940 si procedette all’accorpamento del patrimonio della biblioteca comunale in quello della provinciale, che le assicurò un ruolo leader nel panorama bibliotecario pugliese, grazie anche al ruolo attivo di promozione bibliotecaria a vasto raggio che seppe assumere immediatamente.
Lo scoppio della guerra interruppe lo sviluppo della Biblioteca Provinciale fino al punto da mettere in forse il suo stesso futuro. I bombardamenti del 1943 che colpirono Palazzo Dogana caddero sul deposito della biblioteca che perse, oltre alla parte più interessante del fondo Caggese, anche le collezioni dei periodici locali e meridionali che non fu più possibile ricostruire. Agli effetti dei bombardamenti si aggiunsero, a partire dall’ottobre 1943, i danni provocati dall’occupazione alleata e dall’insediamento provvisorio agli inizi del 1944 degli uffici provinciali.
Nel marzo 1944 iniziò l’opera di ricostruzione delle strutture edilizie, delle scaffalature e della dotazione libraria e la biblioteca potè riaprire al pubblico solo alla fine di quell’anno.
Alla fine del 1959 il patrimonio librario della Provinciale era di circa 100.000 pezzi.
Il 5 ottobre 1974 si inaugurò la nuova sede della Biblioteca Provinciale che rispondeva alle domande che la direzione della biblioteca si era poste durante gli anni Sessanta.
Nasceva, dunque, una struttura concettualmente complessa che doveva fungere da “Biblioteca Pubblica al servizio di un Sistema Provinciale e, in prospettiva, di un Sistema Urbano”.
La nuova Biblioteca Provinciale si arricchiva, dunque, della biblioteca dei ragazzi, di una imponente sala di consultazione e di una sala adulti, mentre il patrimonio librario della vecchia biblioteca comunale veniva convogliato nella grande biblioteca di conservazione, chiamata “fondi speciali”. Diventava perno centrale della nuova Biblioteca Provinciale il “Servizio Bibliotecario Provinciale”che concettualmente collocava la stessa ad di là delle strutture rigide precedenti, aprendola alla periferia (con l’istituzione di 54 biblioteche civiche) e alla periferia urbana di Foggia (con un accordo mai realizzato di cinque biblioteche di quartiere).
Il terzo millennio si apre con una profonda rilettura delle elaborazioni degli anni Sessanta e con lo sforzo di adattare quelle intuizioni alle sfide dell’informatica e della telematica.
Dal gennaio del 2002 la Biblioteca ha assunto la denominazione di “La Magna Capitana” dal verso di una ballata di Re Enzo di Hoensthaufen.

(fonte:www.bibliotecaprovinciale.foggia.it)