Chiesa di S.Nicola d’Arpi
Capita talvolta, nella ricerca storica, di perdere tracce importanti per ricostruire i fatti; altre volte però, come in questo caso, basta un piccolo particolare per dipanare dal passato le vicende intricate che altrimenti rimarrebbero nascoste.
È il caso della minuscola chiesetta di San Nicola d’Arpi, sita presso l’omonima masseria a pochi chilometri a Nord di Foggia. Attualmente la chiesetta si presenta rimaneggiata rispetto a quella che doveva essere la sua facies architettonica originale, tuttavia la presenza di un’epigrafe, ci permette di ricostruirne la nascita. Ai lati del semplice portone d’ingresso, sulla facciata della chiesetta, sono presenti due stemmi cardinalizi, sormontati dal tipico cappellone noto come “galero” da cui si distendono (per entrambi gli stemmi), dodici nappe, ossia i caratteristici fiocchi che fiancheggiano lo stemma.
Lo stemma di sinistra è di facile identificazione poiché reca alla base un’epigrafe che così recita:” Henricus Card. Gaetanus S.R.E. Camerarius Construxit 1595”. La traduzione dell’epigrafe è la seguente:” Il cardinale Enrico Caetani, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, costruì nel 1595”.
Lo stemma, infatti, risulta essere proprio quello della famiglia Caetani.
La famiglia Caetani, molto nota nella storia di Roma e dell’antico Stato Pontificio, era originaria di Gaeta ma si divise poi in numerosi rami; i Caetani, di cui esiste a Roma un palazzo Caetani, ebbero fra i propri membri celebri cardinali ed anche ben due papi (Gelasio I e Bonifacio VIII).
Enrico Caetani, citato appunto nell’epigrafe della chiesetta di San Nicola d’Arpi, nacque a Sermoneta, il 6 agosto del 1550. Venne elevato al rango cardinalizio da Papa Sisto V nel concistoro del 18 dicembre 1585. Il cardinale venne poi eletto Patriarca di Alessandria dal 1585 al 1587 e nel 1589 partì, assieme al celebre teologo gesuita Roberto Bellarmino, alla volta della Francia, durante la guerra civile scoppiata fra cattolici ed ugonotti, per sostenere la Chiesa Cattolica.
La presenza del cardinale nel foggiano si deve al fatto che la famiglia Caetani fu titolare dell’abbazia di San Leonardo di Siponto dal 1561 al 1634, esattamente per 73 anni.
Enrico fu abate commendatario dell’abbazia sipontina grazie allo zio, il cardinale Nicola Caetani, che fu arcivescovo di Capua e fu priore a Siponto dal 1561 al 1567, anno in cui rinunciò a favore di Enrico. Enrico, nel 1586 rinunciò anch’egli al titolo di abate commendatario, sempre a favore di un prelato suo parente: il nipote Bonifacio. A Siponto era anche visibile, fino a pochi anni fa, uno stemma dei Caetani su di una cisterna poi trafugata da ignoti e della quale resta solo il ricordo in una fotografia.
Nel 1588, il cardinale Enrico Caetani fece ristrutturare la basilica di Santa Pudenziana a Roma, con la collaborazione di Francesco Capriani detto Il Volterra.
Nel 1595, forse per soddisfare le esigenze del culto nel vasto territorio foggiano popolato da mezzadri e contadini, fece erigere la chiesetta che tuttora è visitabile presso la masseria di San Nicola d’Arpi.
Il cardinale Enrico Caetani morì poi prematuramente a Roma, il 13 dicembre 1599 all’età di 49 anni e venne sepolto nella basilica di Santa Pudenziana, da lui fatta ristrutturare pochi anni prima.
Lo stemma di destra presente sulla facciata non è stato ancora identificato ma ci riporta sempre alla memoria storica di cardinali importanti: la parte destra dello stemma, infatti, reca le tre api della famiglia Barberini; nella parte sinistra, invece, è visibile in basso la colomba col ramoscello d’ulivo, forse ricollegabile alla stessa tipologia di colomba adottata da un’altra celebre famiglia del barocco romano, quella dei Pamfili
(Tommaso Palermo)