Borgo Segezia
Il grande piano di bonifica del Tavoliere viene solennemente annunciato da Mussolini a Foggia l’8 settembre 1934.
Il piano generale di bonifica del Tavoliere viene affidato a Roberto Curato: l’intero territorio viene diviso geometricamente attraverso una rete di percorsi nell’intento di collegare 5 nuovi centri comunali e 98 borgate rurali. Purtroppo non tutte le promesse verranno rispettate. Tra il 1934 e il 1935 verrà attuato soltanto il borgo La Serpe (attuale Borgo Mezzanone) e in seguito (1938-39) le borgate di Tavernola e Siponto: in effetti molto poco, se si considera la vastità del territorio del Tavoliere, senza dubbio insufficiente a risolvere i numerosi problemi economici e sociali della Capitanata. Alla base del fallimento c’era il contrasto tra gli interessi dei consorzi e quelli dei singoli proprietari terrieri.
Tra il 1937 e il 1938, per far fronte all’aumento considerevole della disoccupazione in Capitanata, il regime rilancia l’azione di “bonifica integrale” emanando una serie di decreti volti a dare pieni poteri di attuazione del programma di trasformazione del latifondo all’Opera nazionale combattenti [ONC]
Le direttive espresse dall’ONC vedono nella colonizzazione il cardine del nuovo piano intorno al quale si strutturano le opere di bonifica, la realizzazione di nuovi centri comunali e di borgate rurali e la rete dei percorsi.
Araldo di Crollanza, presidente dell’ONC, incarica Concezio Petrucci, già autore dei progetti delle città di Aprilia, Pomezia e Fertilia, della redazione del Piano di Appoderamento del Tavoliere.
Il sistema si incentra nella città di Foggia, integrata alla campagna circostante da un sistema di circolazione ad anelli concentrici per smistare il traffico agricolo senza coinvolgere il capoluogo. L’impianto viario si sostanzia infine nella realizzazione di tre centri comunali (Segezia, Incoronata e Daunilia) e tre borghi rurali (Arpi, Giardinetto di Troia, Cervaro), localizzati in posizione strategica rispetto all’intero piano, in modo tale da divenire i luoghi di riferimento amministrativo, sociale e religioso di ampi settori di appoderamento.
Il territorio viene interamente ordinato seguendo un processo gerarchizzato che vede corrispondere ad un numero prefissato di poderi un borgo rurale e ad un certo numero di borghi una città.
Nel gennaio del 1939, l’Opera Nazionale Combattenti dette inizio, sul progetto del Petrucci, ai lavori per realizzare un centro rurale a 11 Km. da Foggia, sulla strada nazionale per Napoli. Il centro rurale, chiamato Borgo Segezia, fu inaugurato il 29 settembre del 1942. Il progetto prevedeva una grande piazza rettangolare sulla quale affacciano gli edifici maggiormente rappresentativi (il Comune, la chiesa, gli uffici dell ONC ecc.), con tessuto edilizio impostato sulla griglia ortogonale. Il piano verrà solo parzialmente realizzato nella parte degli edifici prospicienti la piazza.
Come per gli altri centri rurali, l’O.N.C. provvide ad erigere anche la chiesa, il campanile e la canonica. Fin dalla sua inaugurazione la chiesa fu dedicata all’Immacolata di Fatima.
L’Architetto progettista della Chiesa, del campanile e della canonica fu lo stesso che qualche anno prima aveva progettato la nuova Chiesa dedicata a S. Michele Arc. a Foggia. Il Vecchi curò il rivestimento della facciata in maioliche di Vietri. Ceracchini di Roma affrescò la Chiesa. Il grande cero pasquale in pietra lavorata fu realizzato da Cavalieri, mentre il Battistero è del Bertolino. Corelli provvide agli arredi sacri. All’esterno, sul portale della Chiesa, la lunetta con altorilievo raffigurante la Madonna col Bambino è opera del Crocetti.
Il Campanile a pianta quadrata sorge sul grande sagrato della Chiesa, come corpo a se stante, è costituito da nove piani a loggiato e termina con una cuspide conica coperta di maioliche.
Con atto Notar G. Caggianelli del 13.1.1962 l’O.N.C. cedette alla Diocesi Chiesa, campanile e canonica a titolo gratuito.
Già dal 1942, essendo il Borgo Segezia parte del territorio della Parrocchia di S. Michele, i Padri Giuseppini assicuravano l’assistenza spirituale ai fedeli della borgata. Tra il 1947 e il 1948, per iniziativa di P. Angelo Rossi, Direttore dell’Opera S. Michele dal 1946 al 1949, fu aperta una casa per accogliere ragazzi e giovani orfani e poveri, che inizialmente furono ospiti in alcuni locali della canonica, poi nei locali dell’edificio destinato a Municipio e, infine, nei locali della Scuola elementare, allora frequentata da pochissimi alunni.
Quest’opera assistenziale è da considerarsi continuazione di quella che svolgeva D. Remigio D’Errico, sacerdote diocesano, in favore dei ragazzi orfani e di quella che i Padri Giuseppini avevano svolto nell’Orfanotrofio “Maria Cristina di Savoia” a Foggia.
Nel febbraio 1948 tra Giuseppini e l’Opera Naz.le Combattenti erano in corso trattative per la cessione dell’edificio scolastico e di ha. 80 di terreno agrario a prezzo di favore per consentire l’istituzione di una colonia agricola per gli orfani di guerra.
È presumibile che l’operazione sia stata conclusa entro l’anno 1948.