Renzo Arbore
Nato a Foggia il 24 giugno 1937. Musicista, autore, presentatore, programmista radiotelevisivo, regista, disc jockey, giornalista, è certamente la personalità foggiana attualmente più nota in Italia e all’estero. Plurilaureato – in Scienze della Comunicazione all’Università di Perugia, in Lettere e Filosofia all’Università di Foggia e naturalmente quella “vera” in Giurisprudenza all’Università di Napoli – Renzo Arbore viene considerato, con un certo dispiacere dai suoi concittadini, l’<Ambasciatore della musica napoletana nel mondo>. Alcuni anni fa aveva accettato un altro tipo di incarico, più istituzionale, quello di < Ambasciatore della Regione Puglia nel mondo> al quale si è di recente aggiunto quello di “testimonial” della Capitanata nel mondo, su esplicita richiesta del Presidente della Provincia di Foggia, Antonio Pepe.
Arbore è di sicuro tra gli innovatori della televisione italiana di qualità. Tra i suoi tanti meriti quello di avere ideato o condotto trasmissioni radiotelevisive cult e di avere scoperto e lanciato grandi personaggi, valga ad esempio Roberto Benigni e senza dimenticare i vari Nino Frassica, Marisa Laurito, Giorgio Bracardi, Mario Marenco, Milly Carlucci e Gegè Telesforo.
Arbore si appassiona alla musica sin da piccolo: il padre amava l’opera, la madre napoletana suonava il pianoforte, il fratello era concertista di musica classica, una sorella era soprano e quella minore danzava, oltre essere una appassionata di jazz. Al clima familiare intriso di culture musicali diverse, occorre aggiungere soprattutto il jazz ascoltato dal vivo durante l’occupazione angloamericana a Foggia.
Il bar Cavour Bis catalizza da subito i suoi interessi ma è nel vicino “Circolo Tre Bis” che manifesta la sua vocazione, seguendo le orchestrine locali e scoprendo i primi dischi di musica jazz. Al “Tre Bis” conosce i grandi musicisti foggiani del tempo, Enrico Garofalo, Alfredo Amatruda e soprattutto Franco Tolomei. Un altro storico locale foggiano, la “Taverna del Gufo”, lo vedrà spesso ospite, specie ai tempi in cui lo animavano Arnaldo Santoro e Ninni Maina.
A Foggia Arbore fa le prime esperienze nelle band giovanili e il suo primo concerto lo tiene all’Istituto Tecnico Commerciale “Giannone”, con l’amico Roberto telesforo, il papà del musicista e conduttore radiofonico Gegè. Altre volte suona nel” Jazz College” e, per un breve periodo, fa parte dei “Parker’s Boys”, un gruppo locale di una certa notorietà anche fuori provincia.
Dopo gli studi all’Istituto Scillitani e quelli classici al Liceo “Lanza”, si trasferisce a Napoli dove nel 1963 si laurea in Giurisprudenza. Il padre, un medico che aveva esercitato l’attività di dentista, desiderava che il figlio diventasse avvocato, come era tradizione per tanti foggiani. E per sei mesi Arbore esercita l’attività presso il tribunale, a Porta Capuana. Nella città partenopea frequenta il quartiere americano e viene notato dagli animatori del Club USO (United States Organization) di Calata San Marco che gli propongono di suonare la sera per i militari della base Nato. In seguito si trasferisce a Roma dove, nel 1965, vince un concorso RAI entrandovi con la qualifica di maestro programmatore di musica leggera. E’ l’inizio ufficiale della grande carriera del poliedrico artista foggiano.
Nel giro di pochi anni Arbore mette a frutto le proprie competenze e una buona dose di creatività e inventa, con Adriano Mazzoletti e Gianni Boncompagni, un primo storico programma, “Bandiera gialla” che gli vale anche una rubrica sul settimanale RAI “Radiocorriere TV” (in seguito scriverà di musica anche sui settimanali per i più giovani “Big” e “Intrepido”). Il suo primo vero, personale, spazio radiofonico è invece “Le Cenerentole”, belle canzoni che non avevano avuto un grande successo, i cui brani erano annunciati dagli speaker.
Nel 1966 Arbore dà vita insieme ad Enrico Roda ad un altro programma cult, “Per voi Giovani”, nel corso del quale vengono sperimentate nuove formule di intrattenimento e di discussione sui temi della cultura giovanile dell’epoca. Tre anni dopo Arbore conduce “Speciale per voi”, la sua prima vetrina televisiva, una trasmissione musicale dal format innovativo che mette a confronto pubblico e artisti e che fa conoscere per la prima volta a milioni di italiani personaggi della canzone come Lucio Battisti e Nada. Ma l’artista foggiano è autore di ben altre novità, come quella datata 7 luglio 1970: sulle frequenze di Radio 2 fa il suo esordio dirompente un programma dal titolo soft, “Alto Gradimento”, che doveva essere un gradevole programma di musica da spiaggia destinato ai giovani. Ma nel giro di pochi giorni “Alto Gradimento”, condotto da Arbore e Boncompagni, ma scritto e condotto anche con Mario Marenco e Bracardi, diventa altro, fino a rappresentare addirittura un “caso”, un vero e proprio evento mediatico, durato fino al 1976. Le “scorribande” arboriane proseguono negli anni successivi, anche se con minor successo: nascono così “Radiotrionfo” (1976-77), “No, non è la BBC” (1978-79), ancora “Alto Gradimento” (1979-80) e “Radio anghe noi” (1981-83).
Nel 1976, quando torna in TV, Arbore è protagonista di un nuovo evento mediatico con il suo programma televisivo “L’altra domenica” che per la prima volta permette al pubblico di parlare in diretta telefonica. Con ironia, dissacrazione e creatività nascono novi popolari volti televisivi, come Roberto Benigni, Andy Luotto, Maurizio Nichetti, Mario Marenco, Michel Pergolani oltre che Isabella Rossellini in collegamento da New York; memorabile anche la sigla, cantata da un falso trio femminile, le indimenticabili “Sorelle Bandiera”. Il fortunato programma dura tre anni. Successivamente va in onda “Tagli, ritagli e frattaglie”, “Telepatria International” e “Cari amici vicini e lontani”. Ma uno dei programmi di Arbore più fortunati, sempre su Rai 2, è “Quelli della notte”, in onda in tarda serata nel 1985, che, sulle ali dell’evasione, lancia (o rilancia) figure che in seguito resteranno nella memoria collettiva, come Riccardo Pazzaglia (che impersona il filosofo partenopeo), Massimo Catalano (nei panni di un improbabile intellettuale viveur), Maurizio Ferrini (classico vetero comunista romagnolo), Simona Marchini (sognatrice e come nelle telenovelas in attesa di amori appassionanti), Marisa Laurito (che interpreta la parte della cugina napoletana di Arbore sempre alla ricerca del Principe Azuurro), Andy Luotto (nei panni classici dell’arabo), Nino Frassica (nei panni del frate Antonino da Scasazza) e poi ancora Roberto D’Agostino, Dario Salvatori e Giorgio Bracardi. Il successo continua nel 1987 con “Indietro tutta”, un’intelligente presa in giro della televisione dell’epoca e che l’artista foggiano gestisce – nei panni di un ammiraglio – con un mix divertente di quiz, frizzi e lazzi. A coadiuvarlo ci sono Nino Frassica, le “Ragazze coccodè”, le ballerine brasiliane del famoso “Cacao Meravigliao” e l’ orchestra diretta dal maestro Gianni Mazza. Non mancano due foggiani importanti: Mario Marenco che interpreta Riccardino, un dispettoso bambino di scuola elementare e Arnaldo Santoro, nelle vesti di coautore del programma e “voce”.
Nel 1988 ritroviamo Arbore curare trasmissioni di genere diverso, come “D.O.C.” un bel programma musicale quotidiano condotto dal “figlioccio” Gegè Telesforo e Monica Nannini.
Nel 1986 Arbore aveva partecipato, alla grande, anche al “Festival di Sanremo” presentando un brano sfizioso e controcorrente, “Il clarinetto” con il quale giunge addirittura secondo alle spalle di Eros Ramazzotti. Il successo fa da apripista ad una lunga tournèe con la “Barilla Boogie Band”, con cui Arbore incide anche un LP. Altra piccola pausa e nel 1990 fa due brevi apparizioni: “Il caso Sanremo” è un finto processo su fatti e misfatti della storia canora sanremese ed è coadiuvato da altri due pugliesi d.o.c., Michele Mirabella e Lino Banfi, e poi “Caro Totò… ti voglio presentare” un omaggio al grande comico partenopeo. Nel 1991 riappare con “Rosamunda, ovvero che magnifica serata”.
Agli inizi del 2005, a quasi 20 anni di distanza dall’ultimo grande successo televisivo, Arbore rientra ancora su Rai 2 con “Speciale per Me. Ovvero meno siamo meglio stiamo”, con Michele Mirabella, Marisa Laurito, Mariangela Melato e il “bravo presentatore” Antonio Stornaiuolo. Il programma propone, tra batutte e gags, la rivisitazione di spezzoni televisivi d’epoca di artisti e personaggi che hanno contribuito a fare la storia della televisione italiana: il successo è strepitoso e le previste 4 puntate iniziali diventano addirittura 20.
Dal punto di vista musicale, invece, il 1991 rappresenta per Arbore un altro di quegli anni storici. Fonda infatti l’ “Orchestra Italiana” – quindici ottimi musicisti con cui sceglie di diffondere la canzone napoletana ovunque – con la quale tiene tournèe in tutto il mondo e con cui registra dischi e Cd dai grandi risultati commerciali. Nel 2004, con l’Orchestra, Arbore tiene tre storici concerti, alla “Carnegie Hall” di New York, al “Carino Rama” di Toronto ed al “Teatro dell’Opera” di Roma alla presenza del Capo dello Stato Ciampi.
Ma Arbore musicalmente era già nato nel 1972 realizzando il 45 giri “She was not an angel” con la “N.U. Orleans Rubbish Band” formata da Fabrizio Zampa (batteria), Mauro Chiari (basso), Massimo Catalano (trombone), Franco Bracardi (piano) oltre allo stesso Arbore al clarinetto.
Nel 1981 realizza il suo primo LP “Ora o mai più, ovvero cantautore da grande”, cui fanno seguito “Meglio dal vivo che dal morto” (1985), “Prima che sia troppo tardi” (1986), “Viaggiare oh, oh” (1987) e quelli incisi tra il 1991 e il 2008 con l’Orchestra Italiana: “Napoli, punto e a capo”, “Napoli, due punti e a capo”, “Napoli, punto esclamativo”, “Pecchè nun ce ne jammo in America?”, “Sud(s)”, “Renzo Arbore – l’Orchestra Italiana at Carnegie Hall New York” e “Diciott’anni di… Canzoni Napoletane … quelle belle”.
Altri suoi album importanti sono quelli incisi con un’altra formazione, nata nel 2002 quasi per caso, la “Renzo Arbore e i suoi Swing Maniacs” con cui viene proposto il recupero dello swing italiano; questi album sono “Tonite! Renzo swing” (2003) disco di platino, “Vintage ma non li dimostra” (2005) Disco d’oro.
A livello di singoli, a parte i citati 45 giri del 1972 e quello sanremese del 1986, Arbore ottiene un grosso successo di vendite (ottocentomila copie) con “Ma la notte no” sigla del programma “Quelli della notte”.
Bisogna infine anche ricordare la carriera cinematografica di Arbore: in veste di regista nel 1980 dirige “Il Pap’occhio” con quasi tutta la banda che lo aveva accompagnato nell’esperienza televisiva de “L’altra domenica” e con l’aggiunta di Mariangela Melato, Diego Abatantuono e Luciano De Crescenzo. Il film vede protagonista un Papa sui generis che immaginava di organizzare uno spettacolo televisivo addirittura in Vaticano. Il “Pap’occhio” riscuote un discreto successo ma viene presto tolto dalla circolazione in seguito ad una denuncia. Uscì anche una specie di allegato del film, che per ragioni di lunghezza non potè rientrare nella pellicola originale.
Ma il suo esordio nel grande schermo avviene nel 1971: Arbore è nel cast del film di Demofilo Fidani “Giù la testa… hombre” e in “Per una bara piena di dollari” dello stesso regista. Nel 1972 appare nel film “Quasi quasi mi sposo” di Vittorio Sindoni. Nel 1983 dirige ma è anche attore e sceneggiatore del film “FF.SS., cioè: che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?” dal cast numerosissimo: Pietra Montecorvino, Roberto Benigni, Massimo Troisi, Sandra Milo, Domenico Modugno, Gigi Proietti, Lory Del Santo, Isabella Biagini oltre a personaggi televisivi come Pippo Baudo, Claudio Villa, Vasco Rossi, Maurizio Costanzo, Nando Martellini, Gianni Minà, Bobby Solo, e il grande Renato Guttuso. Nel 1985 firma le musiche de “Il mistero di Bellavista”, film scritto e diretto da Luciano De Crescenzo.
Le sue ultime apparizioni a livello cinematografico risalgono al 1989 quando recita in “L’odore della pioggia” diretto da Nico Cirasola e al 2000 dove è nel cast del film “Il fratello minore” di Stefano Gigli. Una piccola apparizione la fa invece nel 2006 in una puntata dello sceneggiato televisivo “Don Matteo” al fianco di Terence Hill.
Nel 1994 collabora col regista Mario Monicelli firmando, con Alessandro Mannozzi, le musiche del film “Cari fottutissimi amici” (con Paolo Villaggio, Paolo Hendel, Massimo Ceccherini, Beatrice Macola).
A metà degli anni 90, Arbore assume l’importante incarico di Direttore artistico di Rai International, che dopo un breve periodo lascia per contrasti con la dirigenza e nel 1996 diventa Direttore artistico di Radio Rai.
In passato il poliedrico artista foggiano è stato anche fondatore e presidente dell’AID, l’Associazione Italiana Disc Jockey mentre un altro prestigioso incarico lo ha ricevuto nel 1994 con la nomina a Presidente della Fondazione “Umbria Jazz”, una delle manifestazioni musicali più famose del mondo.
Tanti e innumerevoli i suoi concerti, quasi tutti, come detto alla guida dell’ormai famosa “Orchestra Italiana”. Nel 2007 riscuote un enorme successo tenendo spettacoli addirittura in Cina mentre anni prima li aveva tenuti, con analogo successo, in Giappone.
Arbore ha scritto anche il soggetto di una storia per “Topolino” intitolata “Zio Paperone e i concerti predatori”, pubblicata sul numero 2123 del popolare settimanale di storie a fumetti.
Arbore è anche autore di fortunati libri. Nel 1975 pubblica, sulle orme del successo radiofonico, “Il meglio di Alto Gradimento”, firmato con Gianni Boncompagni; poi è coautore con Giancarlo Zucchet de “Il nuovo dizionario del rock”; del 1985 è invece “Renzo Arbore presenta: Quelli della notte” e del 1986 “Il peggio di Novella 2000” con Roberto D’Agostino.
Tra i tanti premi e riconoscimenti ricevuti nella sua carriera, Arbore ne vanta uno ricevuto nella sua città agli albori della sua carriera: insieme ad altri grandi nomi dello spettacolo, legati da vincoli di nascita o appartenenza a Foggia, ricevette al Teatro Giordano nel 1966 la “Rosa d’Argento” con la quale si vollero premiare dieci personaggi affermatisi in campo nazionale ed internazionale.
(fonte: Maurizio De Tullio -“Dizionario biografico di Capitanata” – Edizioni Agorà)