10 mesi di speranza persa a due minuti dall’ultimo triplice fischio
Campionato 2006/07
La stagione viene presentata come la prima vera prova per il nuovo sodalizio che l’anno precedente aveva programmato un anno tranquillo di assestamento. E allora si parte per una grande avventura che può significare la promozione nel calcio che conta. Viene chiamato, all’indomani dello tempesta di Moggiopoli, un direttore sportivo navigato come Nicola Salerno e la squadra viene affidata ad un tecnico del quale se ne parla un gran bene: Stefano Cuoghi. Al tecnico viene chiesta dalla società come traguardo almeno la disputa dei play off e allo stesso viene messa a disposizione una rosa di tutto rispetto per la categoria e cioè:
Portieri: Marruocco e Castelli
Difensori: D’Alterio, Ignoffo, Ingrosso, Moi, Pagliarulo, Zaccanti e Zanetti
Centrocampisti: Cardinale, Colombaretti, Giordano, Princivalli, Quinto e Shala
Attaccanti: Chiaretti, Salgado, Dall’Acqua, Mounard e Zagaria
La stampa accredita la formazione pugliese come la squadra da battere e sicuramente la più titolata per giungere alla vittoria finale forse senza passare neanche dai play off.
E inizia il campionato il 3 settembre con la vittoria in casa ai danni della Cavese; la settimana successiva il Foggia conquista anche la prima vittoria fuori casa a Martina e si propone come squadra di vertice. In casa successivamente non va oltre il pareggio con la Juve Stabia mentre nelle due trasferte consecutive a San Benedetto e a Giulianova raccoglie ben 4 punti (1-1 e 0-3 rispettivamente). La squadra non gioca benissimo ma fa risultato e si mostra sin dalle prime battute molto forte in difesa mentre stenta a trovare i gol del bomber Dall’Acqua tanto cercato e voluto durante l’estate. La serie positiva continua con il pareggio interno contro l’Avellino, la vittoria ad Ancona, la vittoria in casa con il Gallipoli e il prezioso pareggio in casa del Perugia. Si arriva al derby casalingo contro il Manfredonia ed il Foggia non stecca (2-1) in una bella partita anche per la presenza e la correttezza di entrambe le tifoserie. E arriva il 12 novembre: il Foggia va a giocare a Salerno una gara difficile per i tantissimi precedenti anche drammatici tra le due compagini e anche perchè molti calciatori del Foggia e il tecnico hanno militato nel recente passato proprio nella squadra campana. Finisce 0-0 ma al 93′ succede il finimondo tra i giocatori coinvolti in una maxi rissa da terza divisione sudamericana pare scatenata dal tecnico Cuoghi che avrebbe insultato e provocato il collega granata Novelli. Nonostante la presenza in campo di gente non autorizzata che prende parte alla scazzottata, il Foggia ha la peggio dal giudice sportivo: appiedati per due turni Cardinale, Marruocco, Ingrosso, Princivalli e Shala oltre alla squalifica per quattro turni del tecnico Cuoghi. Fa male leggere tra gli squalificati anche Christian Agnelli, foggiano con la casacca granata, per essersi avventato in maniera violenta contro calciatori che indossavano una maglia da lui sognata da bambino e che dovrebbe essere nel cuore di tutti i foggiani. Con la squadra decimata quindi dal giudice sportivo, il Foggia affronta un doppio turno casalingo con Teramo e San Marino cercando di mantenere la imbattibilità: i rossoneri incamerano 6 punti, continuano ad avere la migliore difesa del campionato, sono in testa alla classifica con 29 punti e soprattutto ritrovano il bomber Dall’Acqua che si propone tra i realizzatori con un gol di rapina al San Marino. Tuttavia il pubblico non crede a questa squadra, il gioco è latitante soprattutto sulle corsie laterali e il centravanti riceve poche palle giocabili ma, considerati i risultati, tutto sommato non c’è di che lamentarsi. Ma arriva il 3 dicembre ed a Terni il Foggia perde la sua prima partita ma soprattutto gioca male, quasi contro voglia pur ritrovando gli uomini che avevano ormai scontato la squalifica. Il tecnico viene accusato di aver rotto lo spogliatoio, di affidarsi sempre agli stessi calciatori e comunque di non dare una identità alla squadra. Nel frattempo la classifica parla chiaro: c’è il Foggia, c’è l’Avellino nonostante i due punti di penalizzazione con i quali ha iniziato il torneo, c’è il Taranto, il Perugia e soprattutto un Ravenna molto costante nei risultati sia in casa che fuori: queste squadre sono tutte in grado di raggiungere il primo posto, quello che vale la serie B senza la lotteria dei play off. La partita in casa con il Lanciano evidenzia ancora di più i limiti di questa squadra (finisce 1-1) e il pubblico comincia a chiedere la testa dell’allenatore e quella di Dall’Acqua reo di sbagliare molto sotto porta e di non essere all’altezza della situazione. Il Foggia va a Taranto ed oltre a perdere sul campo per 2-0 contro una diretta concorrente, perde anche sugli spalti: i tifosi foggiani, provocati, fatti entrare allo stadio con 20 minuti di ritardo, danno sfogo alla rabbia, distruggono tutto causando la scontata batosta del giudice sportivo: l’ultima partita, quella con la capolista Ravenna, si giocherà, sì allo Zaccheria, ma senza pubblico. L’occasione per riproporsi per il primo posto viene vanificato da un brutto pareggio per 1-1 e tutti aspettano da un momento all’altro l’esonero di Cuoghi; ma la società decide di andare ancora avanti con lo stesso allenatore il quale approfitterà della lunga sosta natalizia per rivedere tattiche e rifinire la preparazione atletica. Alla ripresa del campionato, alla prima di ritorno, il Foggia colleziona l’ennesima sconfitta a Cava dei Tirreni per 1-0 raccogliendo in pratica due soli punti nelle ultime 5 gare ma la società, nonostante la piazza ne chieda la testa, va avanti con Cuoghi. Giunti però al termine della gara che regala uno squallido 0-0 contro un mediocre Martina, il presidente Capobianco dà il benservito a Stefano Cuoghi in attesa di nominare il suo successore.Si fanno i nomi di Vavassori, di Materazzi ma alla fine spunta il nome di Fulvio D’Adderio, tecnico molisano che ha già allenato il Manfredonia l’anno precedente. L’esordio del nuovo tecnico avviene a Castellamare di Stabia dove il Foggia non va oltre lo 0-0 nella giornata in cui l’Avellino prende 4 sberle a Manfredonia. Il mercato di riparazione regala al Foggia un giocatore di esperienza come Fabio Pecchia, il difensore Panarelli e soprattutto una nuova punta, Mastronunzio dal Frosinone, in sostituzione di Dall’Acqua che viene ceduto al Novara. Si fermano i campionati italiani a causa degli incidenti di Catania che causano la morte dell’ispettore di polizia Raciti e si torna a giocare l’11 febbraio contro il Giulianova, fanalino di coda della classifica, e arriva la prima vittoria, per 2-0, della gestione D’Adderio. La settimana successiva il Foggia cade al Partenio contro l’attacco più prolifico del campionato e da quella gara si comincia a capire che l’aspirazione più grande per quest’anno sono e restano i play off. Successivamente il Foggia batte l’Ancona in casa e pareggia sul difficile campo del Gallipoli. L’11 marzo si recupera la partita non disputata il 4 febbraio e il Foggia conquista i tre punti con un roboante 3-0. Il Foggia gioca bene e sembra che la scelta del nuovo tecnico sia da considerare una saggia decisione per cui il pubblico comincia a pensare che si può ripensare al primo posto considerando lo scontro diretto con il Ravenna dell’ultima giornata anche se lontano dalle mura amiche. Ma, in casa con il Perugia, il Foggia in vantaggio e disputando un ottimo primo tempo si fa rimontare e perde per 3-1; la domenica successiva, anche a Manfredonia, la squadra prima in vantaggio si fa recuperare anche se riesce a portare a casa un punto: sarà il non saper mantenere il risultato il vero problema del Foggia di questa stagione e soprattutto del tecnico D’Adderio. Il 1° aprile, in una partita ricca di significati e motivazioni soprattutto per i fatti dell’andata, il Foggia liquida la Salernitana con un secco 3-0. I problemi riaffiorano a Teramo contro una squadra impelagata nella lotta per non retrocedere: in vantaggio per 1-0 e con la possibilità di chiudere il risultato, il Foggia riesce a perdere per 2-1 e la settimana successiva pur riuscendo a vincere a S.Marino, comunque rischia di farsi recuperare nel finale vincendo alla fine per 3-2. I play off sono raggiungibilissimi e il Foggia continua a vincere in casa con la Ternana, a Lanciano con il primo gol di Mastronunzio e finalmente in casa con il Taranto, grazie ad un gol al 93′ di Ignoffo, il Foggia conquista la matematica certezza di effettuare gli spareggi. L’ultima inutile partita a Ravenna la perde nel solito modo: prima in vantaggio e poi rimontato e superato dalla squadra che ormai festeggiava la serie B. Gli accoppiamenti prevedono le seguenti partite:
Foggia Cavese (andata e ritorno)
Taranto Avellino (andata e ritorno)
Ed ecco come la città si prepara per i play off che spera di vincere per tornare nel calcio che conta:
E’ il 27 maggio quando allo Zaccheria si disputa Foggia Cavese per l’incontro di andata del primo turno dei play off. Per decisione del Prefetto di Foggia non possono assistere all’incontro i tifosi della Cavese. Tra il pubblico di gradinata è presente Zeman quasi a ricordare a tutti che un nuovo ciclo può ripartire. Queste sono le immagini del pre-partita:
La partita comincia subito con una doccia gelata per il pubblico foggiano: al 4′ la Cavese passa in vantaggio con Alfano, ma dopo soli 3 minuti è Cardinale, direttamente su punizione, a riportare la partita in parità. Di nuovo la Cavese in vantaggio con Schetter alla mezz’ora e il primo tempo si conclude appunto con i campani in vantaggio per 2-1. I tifosi si guardano in faccia, il sogno sta per tramontare anche se c’è ancora una ripresa da disputare. Si riparte e all’8′ la Cavese resta in 10 per l’espulsione di Nocerino e l’allenatore Campilongo arretra notevolmente il baricentro rinunciando un po’ alla volta a tutti gli attaccanti e pensando solo a difendersi. Il Foggia attacca ma il tempo passa sino a che, alla mezz’ora, riesce a guadagnare il pareggio con Mastronunzio; ancora un minuto e il Foggia passa in vantaggio sempre con il bomber rossonero. La Cavese ormai è in bambola ed il Foggia ne approfitta prima con Salgado su rigore e all’ultimo secondo della gara, al 95′, con Princivalli. Il Foggia vince per 5-2 disputando una pregevole ripresa e ipotecando la finale: la Cavese, per superare il turno, deve infatti vincere con almeno 3 gol di scarto. Nell’altra partita il Taranto batte l’Avellino per 1-0. I tifosi foggiani si sentono legittimati a festeggiare dopo aver vissuto un brutto primo tempo:
3 giugno – Cavese Foggia: il Foggia si presenta a Cava, sempre senza tifosi al seguito, per niente intimorito dall’ambiente caldo campano, dai proclami bellicosi di Campilongo e dei suoi uomini anche perchè forti del risultato dell’andata. Si comincia e, anche se la squadra di casa si presenta subito aggressiva e determinata, il Foggia riesce a tenere bene il campo e a mantenere il consistente vantaggio. Ma, al 37′, arriva il gol dei padroni di casa con Cipriani e la prima parte della gara si conclude con il risultato di 1-0. Inizia la ripresa e la Cavese continua ad insistere contro un Foggia che si disunisce e che dimostra ancora una volta di non riuscire a mantenere e gestire un risultato, e così giunge inesorabile il secondo gol campano all’11’ con Tatomir. Ora la Cavese ci crede ed assedia il Foggia fino al minuto 34 quando, su un liscio grossolano di Moi, Tarantino non perde l’occasione per segnare il gol che vuol dire disputare la finale per la B. A Foggia i tifosi, davanti ai televisori, non credono ai loro occhi e cominciano a pensare che la festa è finita. Si giunge così al recupero e su assist di testa di Zanetti, buttato in campo a fare l’attaccante aggiunto, si avventa sul pallone Mastronunzio e, tra due difensori avversari, beffa il portiere. Siamo al 95′, la partita si conclude con il risultato di 3-1 e il Foggia, quando ormai non ci credeva più, raggiunge in finale l’Avellino che ha battuto ed eliminato il Taranto sempre nei minuti finali. E a Foggia si sventola davanti allo stadio:
10 giugno Foggia Avellino Anche per questa gara il Prefetto vieta l’ingresso allo Zaccheria del pubblico ospite per cui i 10.000 che affollano lo stadio vestono lo stesso di rosso e di nero:
La partita sin dalle prime battute iniziali fa capire che sicuramente sono di fronte le squadre più forti del campionato ma, mentre il Foggia tenta di scardinare la difesa avversaria ben sistemata da mister Vavassori, gli Irpini dimostrano dall’inizio di essere rinunciatari e di pensare innanzitutto a non farsi male. E questo atteggiamento sembra premiare i biancoverdi che giungono all’intervallo sul punteggio di 0-0. Nella ripresa la musica non cambia e il Foggia deve aspettare solo il 24′ della ripresa per beffare la difesa avversaria grazie ad una punizione a sorpresa di Pecchia che pesca Mastronunzio sulla destra che è lesto a dare la palla al centro a Salgado che, completamente solo, non fa altro che appoggiare la palla in rete. A questo punto ci si aspetta la reazione dell’Avellino che non arriva anche perchè al tecnico va ancor bene il risultato di sconfitta per 1-0 pensando al ritorno e sperando nello stesso risultato che lo ha favorito nel match contro il Taranto. Il Foggia cerca in tutti i modi di raddoppiare, impreca per almeno un rigore non assegnatogli, ma non riesce ad andare, a fine gara, oltre il risultato di 1-0. Poco male, basterà non perdere in Campania e la serie B è conquistata. I tifosi sanno che non è facile, non festeggiano ma ci credono tutti. Il calcio che conta è ad un sol passo.
17 giugno Avellino Foggia
In uno stadio completamente biancoverde, sempre su ordine del Prefetto, il Foggia con il suo tecnico, il presidente e i soci del Consiglio del club tentano di riscrivere un nuovo capitolo della storia del Foggia nel calcio che conta. Bisogna però fare i conti con un avversario che ha un attacco micidiale e che in casa ha sempre realizzato almeno un gol, quel gol che basterebbe per disputare i tempi supplementari. Si parte ed il Foggia dimostra subito di stare in campo abbastanza concentrato, conquistando un po’ alla volta il centrocampo e giganteggiando in difesa dove vengono annientati gli attaccanti avversari. I tifosi a Foggia, davanti al maxi-schermo posto nei pressi dello Zaccheria si aspettano da un momento all’altro la sfuriata dei padroni di casa che si avverte solo a tratti e soprattutto con conclusioni evanescenti e mai pericolose. Il Foggia d’altro canto spesso si affaccia nella metà campo avversaria e pur senza impensierire il portiere avversario, comunque riesce a mantenere il pallone lontano dalla porta difesa da Marruocco. E si giunge così all’intervallo. La ripresa comincia con l’impeto dell’Avellino alla disperata ricerca del gol ma che puntualmente si scontra contro una grandissima difesa foggiana. Anzi è spesso la squadra rossonera ad affacciarsi nell’area avversaria: ciononostante, tra il 16′ e il 30′, il Foggia effettua le tre sostituzioni a disposizione arretrando notevolmente il baricentro e presentando in campo 6 difensori tutti schierati quasi a ridosso del portiere: la mossa sembra azzardata in quanto proprio la difesa, sino a quel momento, era stata il miglior reparto della squadra. Comunque Foggia e la sua squadra sono ad un passo dal grande traguardo anche perchè l’Avellino al 40′ perde Ametrano che viene espulso per fallo su Salgado. E’ fatta! Manca poco, non bisogna distrarsi, il pubblico di casa sa che le possibilità sono al lumicino. E a 2′ dalla fine su un colpo di testa di Moi a liberare l’area, mentre i 6 difensori erano tutti in area a difendere, un tale Rivaldo, completamente solo, realizza un eurogol da trenta metri che si insacca alla destra di un incolpevole Marruocco. Foggia resta ammutolita, sa che ci sono ancora i supplementari ma sa anche che, esaurite le sostituzioni, sarà difficile recuperare un gol agli avversari. Iniziano i supplementari e dopo 4′ l’arbitro assegna un rigore dubbio all’Avellino e Biancolino non perdona. Entrano i tifosi in campo per la consueta invasione finale, è difficile continuare a giocare, a Foggia non ci crede ormai più nessuno e alla fine arriva anche il secondo rigore che chiuderà questa partita sul 3-0 definitivo e che spegnerà gli entusiasmi di una piazza che sentiva conquistata la B a soli due minuti dalla fine. Anche nell’ultima partita dell’anno, la squadra ha dimostrato la pecca che la ha attanagliata tutto l’anno e cioè non riuscire a portare a casa un risultato che sul campo sembrava acquisito. Un anno da buttare probabilmente per sostituzioni sbagliate nel momento sbagliato in una partita che valeva il paradiso.