Il tesoro dei Templari a Foggia
da La Gazzetta del Mezzogiorno del 21 luglio 2008
Il tesoro dei Templari nascosto in un vecchio palazzo
I Cavalieri crociati risiedevano nel complesso dell’Aquila
Un tesoro dei Templari è forse seppellito a Foggia? I potenti Cavalieri Templari ebbero una loro imponente residenza fortificata della nostra città, detta il Palazzo dell’Aquila.
L’ordine dei Cavalieri del Tempio di Salomone nacque intorno al 1118 a Gerusalemme, conquistata pochi anni prima dall’esercito Crociato; i suoi componenti si prefiggono di proteggere le strade della Terra Santa contro gli attacchi dei Saraceni. Fondatore dell’Ordine insieme ad altri 8 cavalieri e primo Gran Maestro è Hugues de Payen, forse un italiano di nome Ugo di Pagani, cittadina della Campania, che era in buoni rapporti con Bernardo di Chiaravalle, la maggiore autorità ecclesiastica dell’epoca. Il Re di Gerusalemme Baldovino II concesse ai Cavalieri di risiedere in un edificio che si credeva parte dell’antico Tempio di Salomone, da cui il nome di Templari dato poi all’Ordine.
Dopo la caduta dei regni cristiani di Gerusalemme i Templari fisseranno il loro quartiere nell’isola di Cipro; in seguito, il Re di Francia, Filippo il Bello, per impossessarsi del tesoro dei Templari, cui doveva anche restituire ingenti somme prese in prestito, organizzò una congiura segreta e nell’Ottobre del 1307 fece arrestare tutti i Templari con l’accusa di eresia; pochi anni dopo, nel 1312, con bolla pontificia l’Ordine venne soppresso.
L’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay fu bruciato vivo su un isolotto della Senna e buona parte dei Templari passò all’ordine degli Ospitaleri, poi detti Cavalieri di Malta.
Sui Templari superstiti nacquero numerose leggende dettate dalla ricchezza di quest’Ordine.
I Templari divennero, tra l’altro, proprietari di una imponente flotta navale dedita al trasporto di merci e di pellegrini; questi ultimi preferivano viaggiare sulle navi templari in quanto non di rado avveniva che imbarcatisi su navi di armatori con pochi scrupoli, venivano poi venduti come schiavi ai Saraceni.
L’apparizione dei primi Templari in Italia è da ricercarsi intorno al 1130 e la loro presenza finì per estendersi nelle principali città italiane ed in Puglia, nei suoi porti, in particolare per quello che ci interessa Barletta e Manfredonia, da cui partivano regolarmente le loro navi cariche di pellegrini e del prezioso grano del Tavoliere.
Foggia, città di commerci e transiti, non poteva sfuggire all’attenzione dei Templari, che proprio dal vicino porto di Manfredonia si recavano periodicamente con una nave di loro proprietà, la Porta Johis, a Cipro, sede dell’Ordine verso il 1200.
La nostra città rappresentava anche un passaggio obbligato per la Terra Santa, per quei pellegrini che da altre regioni dell’interno si recavano a Manfredonia per intraprendere il viaggio via mare; la sosta a Foggia avveniva presso il grande Ospizio detto poi dell’Aquila, perché eretto all’inizio del tratturo che conduceva a questa città, fuori Porta Grande o Arpana..
Annessa a questo Ospizio eravi la chiesa di San Giovanni Battista, detta di San Giovanni Vecchio, per non confonderla con l’attuale al Piano della Croce; questa costruzione passò poi ai futuri Cavalieri di Malta dopo la soppressione dell’Ordine Templare.
Nel Poema Sacro di Matteo Romano, i SS.Guglielmo e Pellegrino furono ospitati proprio presso l’Ospizio per pellegrini di San Giovanni Battista fuori Porta Grande e davanti al piazzale di questo, ovvero l’attuale Piano della Croce, spirarono abbracciati, dove oggi si erge il monumento della colonna con Croce.
L’ospizio già dei Templari era un complessa autosufficiente che comprendeva una capella, le scuderie, la selleria, le fucine, l’armeria, la cantina, il forno, i depositi per conservare le derrate alimentari, l’infermeria e l’ospedale.
Federico II di Svevia, già prima della soppressione dell’Ordine Templare, nel 1227 aveva ordinato il sequestro di tutti i loro beni; un elenco quasi completo per la Capitanata è il Quaternus de excadenciis et revocatis.
A Foggia, il complesso dell’Aquila non fu restituito ai Cavalieri Templari né a quelli di Malta che ne ereditarono solo la chiesa detta di San Giovanni Vecchio; la costruzione rimasta probabilmente tra i beni della corte reale, fu poi affidata da parte dei sovrani Angioini subentrati agli Svevi, a varie famiglie nobili.
L’antica chiesa di San Giovanni Vecchio fu poi data alle fiamme nel 1212, durante una incursione a Foggia dei ribelli della vicina città di Troia; nell’occasione scomparvero anche tutti gli arredi sacri del Tempio, rubati o liquefatti dal fuoco ed invano si cercò per secoli di recuperare questo prezioso tesoro costituito da calici, pissidi, reliquari ed altri preziosi arredi sacri mai ritrovati.
(Carmine De Leo)
ved. anche La Taverna dell’Aquila