Le partite del Foggia giocate a Capodanno
È successo tre volte, a mia memoria, o quanto meno con assoluta certezza da quando Serie A e Serie B sono a girone unico, che il Foggia sia sceso in campo a cavallo del cambio di testimone tra anno vecchio e anno nuovo.
1 gennaio 1961
Stadio Pino Zaccheria, il Foggia & Incedit di Leonardo Costagliola (ex portiere della Nazionale, in campo nel giorno della prima gara trasmessa sul piccolo schermo nella storia della RAI, Italia-Cecoslovacchia del 1953, prima ancora dell’inaugurazione ufficiale della tv di Stato) affronta il Genoa allenato da Annibale Frossi, il “dottore” del calcio italiano, l’uomo che giocava con gli occhiali e che finì capoufficio all’Alfa Romeo dopo essersi laureato in legge, a tutt’oggi ricordato per la teorizzazione dello 0-0 quale “risultato perfetto”.
Purtroppo, però, quel giorno Annibale dimenticò la sua teoria e si impose per 1-0 sui nostri rossoneri (gol di Pantaleoni al 44′ del pt), nelle cui file già militavano i futuri idoli Nocera e Patino, oltre a un Piero Merlo autore di ben 15 gol in quella prima stagione del Foggia nella serie cadetta, sfortunatamente conclusa col penultimo posto in classifica e la retrocessione diretta in C.
31 dicembre 1966
Siamo a metà del primo campionato di Serie A chiuso all’acquisto di calciatori stranieri, a seguito dell’umiliazione subita dall’Italia nel Mondiale inglese da parte dei dilettanti della Corea del Nord, e un Foggia praticamente già spacciato, con soli 6 punti raccolti in tredici giornate, fa visita al Torino del “paròn” Nereo Rocco, ricordato tra i fieri maestri del gioco “all’italiana”.
I rossoneri, dopo l’esonero di Egizio Rubino, sono guidati da Luigi “Cina” Bonizzoni, il grande amico di Gianni Brera, vero studioso di calcio e primo allenatore della nazionale italiana cantanti.
Sono già penultimi in classifica i satanelli del presidente Mimì Rosa Rosa quando, per l’ultimo dell’anno, è in programma la trasferta al Comunale di Torino. E basta un gol, quello di Fanello al 71′, per regolare la gara in favore dei granata, che termineranno comunque la stagione con un opaco decimo posto nonostante elementi come Cesare Maldini, Nestor Combin e, soprattutto, il compianto Gigi Meroni.
Peggio ancora farà il Foggia 1966/67 (in foto nel “derby” rossonero di Milano), che finirà terzultimo con 24 punti e farà ritorno in Serie B a tre anni dal suo bellissimo esordio in massima serie.
31 dicembre 1967
Ad un anno esatto dalla sconfitta di Torino, preludio ad una lieve, quanto inesorabile, retrocessione in Serie B, il Foggia va in casa del Modena, secondo round di un doppio turno esterno che sette giorni prima aveva visto i satanelli pareggiare 1-1 a Lecco nel giorno della vigilia di Natale.
Don Mimì Rosa Rosa ha passato la mano, ma in panchina c’è ancora “Cina” Bonizzoni e in campo gran parte dell’ossatura della squadra che tanto aveva ben figurato in A, con in più due giovani promesse del vivaio: Gianni Pirazzini e Giuseppe Pavone.
Gli emiliani si presentano alla sfida col Foggia con soli 12 punti in classifica; mentre i rossoneri, dopo un avvio deludente, hanno preso a risalire la china e si candidano a lottare per il ritorno nel massimo campionato.
La partita finì 1-1: al vantaggio foggiano con Traspedini (vice-capocannoniere di stagione con ben 17 reti), rispose nel secondo tempo il cileno Jorge Toro, meglio noto al grande calcio per un altro gol, quel raddoppio che spezzò definitivamente le gambe all’Italia in una gara in cui i giocatori italiani di botte ne avevano prese già tante (ma sul serio), ossia la famosa “battaglia di Santiago” dei Mondiali del ’62.
Il pareggio fu in qualche modo fatale a entrambe le squadre. Il Modena infatti cambiò allenatore, esonerando il giovanissimo Lamberto Giorgis (in futuro pure mister del Foggia) per prendere l’ungherese László Székely (sfortunatamente scomparso in un incidente stradale circa un anno e mezzo dopo); i nostri diavoli, invece, finirono il torneo da quarti, pari merito col Bari a 47 punti, ad una sola lunghezza da Verona e Pisa, promosse da seconda e terza in classifica con 48 punti.
(a cura di Nicola Chiappinelli)