Il colera del 1837
Nel 1837 si diffonde nel meridione d’Italia il morbo del colera; questo flagello non risparmia la nostra città dove si registra una giustificata preoccupazione che andiamo a rileggere nelle pagine de “Il Giornale Patrio” dell’estate di quell’anno:
Lunedì 19 giugno: In questa giornata abbiamo avuto de’ dubbi casi di colera nel recinto della parrocchia di S.Tommaso Apostolo, ma grazie alla Provvidenza non vi sono stati che due a tre morti in persone di vecchi e di uomini spropositati. La popolazione intanto non lascia di essere nella massima agitazione, maggiormente per le notizie sempre crescenti che pervengono dalla capitale. La Commissione sanitaria non manca di riunirsi tutte le sere preseduta dall’intendente cav. Lotti, non lasciandosi mezzi onde prevenire il male che potrebbe, Dio non voglia, infierire e svilupparsi al pari dell’infelice capitale.
Martedì 20 giugno: Volendo noi sempre ricorrere in casi di calamità alla nostra tutelare e protettrice Maria Santissima di Iconavetere, e fidando in essa per l’allontanamento da Foggia di tanta malattia sterminatrice, come in altro riscontro si è sperimentato per sua misericordia e protezione speciale a questa città, non si è mancato questa mattina di esporre la detta immagine a fianco dell’altare maggiore nella basilica, ove domani avrà principio un novenario con sermoni del canonico Zicari e con tutte quelle preci analoghe alla circostanza.
Venerdì 23 giugno: le notizie di Napoli poi sulla malattia dominante sono sempre più affliggenti, contandosi fino a 500 casi al giorno, con una mortalità quasi di due terzi. In tale trista posizione la capitale è divenuta un quadro di desolazione e pianto! Iddio voglia misericordi are l’infelice e desolata popolazione di quella metropoli, bastantemente avvilita!
Martedì 27 giugno: Non manca qui qualche caso di colera, raddoppiando l’agitazione e spavento a questa popolazione atterrita per il flagello della capitale. Iddio ci preservi da questo terribile morbo, che da più giorni ci priva di vita di qualche cittadino, ammazzati per altro dalla inespertezza e malignità di alcuni nostri professori, che volendo accreditare la di loro insufficienza mancano delle medele opportune al male che ci affligge.
Lunedì 3 luglio: Le notizie pervenute col corriere di oggi, riguardanti la malattia dominante nella capitale, sono le più tristi e le più affligenti. Il morbo non fa che progredire, invece di cessare, e le vittime di questa ferale malattia giungono fino a 4 e 500 al giorno. Iddio sia quello che voglia aver misericordia di quella infelice capitale, e preservare il regno da sì terribile flagello!
Martedì 4 luglio: I casi di colera si aumentano di giorno in giorno, ed oggi si contano fino a 15, con una mortalità di quasi un terzo. La costernazione intanto è generale per tutti, e la popolazione è caduta nel massimo avvilimento.
Mercordì 12 luglio: Il morbo sempreppiù si aumenta, con terrore e spavento di questa infelice popolazione che alla giornata perde amici e parenti, frale lagrime incessanti di padri, figli, mogli, e sposi, e di quanto la società presenta di attaccamento e di amicizia. Possa la divina misericordia dar termine a tanto flagello, e restituire la calma a questa infelice città, bastantemente travagliata al pari della capitale. Il numero de’ morti in questa giornata è asceso a 42, con terrore e spavento generale!
Giovedì 13 luglio: La mortalità di oggi, grazie alla Provvidenza, non à corrisposto a quella di ieri, ma à oltrepassato il numero di 30.
Venerdì 14 luglio: Fra le vittime del morbo vi è stata in giornata la morte di don Giuseppe Cutino, ricco proprietario di questo comune e padre amorosissimo di sua numerosa famiglia. I suoi funerali hanno avuto luogo quest’oggi fra le lagrime de’ suoi congiunti, con quella pompa dovuta al suo grado, e per quanto la presente circostanza à potuto permettere!
Giovedì 20 luglio: Il degno sacerdote don Antonio Silvestri, rettore e fondatore dell’Orfanotrofio di S.Maria del Buonconsiglio, à cessato di vivere questa notte, attaccato da pochi giorni dalla malattia dominante. Questo esemplare ecclesiastico, che à dato bastante pruova di sue virtù nel ramo di suo ufficio, è pianto generalmente da tutta la popolazione di Foggia, e dall’intera comunità del suo stabilimento fondato e mantenuto co’ suoi sforzi miracolosi, la di cui perdita porterà la rovina e lo scioglimento di questo sacro istituto. Egli è morto nella sacristia della stessa chiesa, poiché ivi abitava, e questa mattina le sue spoglie mortali sono state trasportate al camposanto, fra le tenere lagrime di tutte le monache che salite sul belvedere, e non potendo reggere a tanto dolore han prorotte nel più profondo pianto, che unito alle grida unanime di numerose giovani si è assordito l’intero vicinato, con pianto e tenerezza di quanti infelicemente l’ascoltavano. O momento funesto e doloroso per ogni anima sensibile e religiosa!
Sabato 29 luglio: La malattia comincia ad attaccare i ragazzi, quelli che fin’ora il morbo à rispettati, e questa mattina ne sono periti sette dell’età di tre in quattro anni.
Martedì 1 agosto: La decrescenza della malattia dominante, grazie alla misericordia divina, è sempreppiù marcabile, ed in giornata non abbiamo avuto che uno, e due soli casi, con pochi morti de’ casi antipassati.
Giovedì 3 agosto: La malattia è già al suo termine, perché in giornata un solo caso si è rapportato, ed è per ciò che si comincia a respirare. Possiamo dunque ringraziare l’Altissimo, ed i nostri Santi protettori, che colla loro intercessione han dato termine a tanto flagello. Ciò per altro non può dirsi ancora per gli altri paesi della provincia, ove il morbo fa ancora strage, e particolarmente nel comune di Lucera, ove si son perduti de’ migliori soggetti, fra quali il degnissimo marchese de Nicastro, ricco proprietario di quel comune, che cessò di vivere nella giornata di ieri, unitamente all’altro proprietario don Francesco Paolo Bonghi, fra il duolo di rispettive famiglie. Il comune di Biccari è stato poi vittima senza pari del morbo distruttore, contandosi fino a sessanta morti al giorno in una popolazione di circa 4000 anime, che l’à quasi distrutta! E’ da marcarsi che stante la strage del colera, e che si vietavano le verdure ed ogni sorte di erbe, perché conosciute nocive alla malattia, si permetteva la vendita e lo sciupo de’ così detti cetrioli, che comprandosi dal volgo a discretissimo prezzo ne facevano quello abuso, che non poco detrimento à portato alla salute pubblica. Ora che la malattia, mercè la divina misericordia, è nella decrescenza, e quasi al suo termine, si vedono degli ordini rigorosi per evitare la vendita di tali citrioli, colla spedizione ben’anche de’ piantoni agli ortali vicini, proibendosi espressamente l’introduzione di questo genere nelle piazze, ed in qualunque sito della città. Ridicola disposizione dell’attuale amministrazione comunale, alla quale può bene appropriarsi il comune meglio tardi che mai.
Lunedì 7 agosto: Tra ieri e oggi abbiamo avuto due o tre casi nuovi, ma con meno ferocia e con la speme di guarigione. Pochi morti sono succeduti a’ casi antecedenti, e di più giorni dietro!
Mercordì 9 agosto: Grazie alla divina misericordia possiamo contare due giorni consecutivi senza il menomo caso di cholera, augurandoci il proseguimento di tanta grazia per il proseguimento di tanta grazia per la quiete e tranquillità generale. Da’ registri comunali si conosce la mortalità avvenuta in Foggia dal dì 13 giugno a tutto il giorno di ieri 8 corrente agosto di morbo assolutamente colerico al numero di 541, oltre la mortalità regolare di estranee malattie, che è ascesa a qualche centinaio.
Venerdì 11 agosto: Una processione di ringraziamento a maria Santissima dell’Addolorata, per la terminata malattia colerica, uscita dalla parrocchiale chiesa di S.Giovanni Battista, ove vi è una statua miracolosa di detta Immagine, e che nelle attuali calamità à dato segni di grazia, à avuto luogo quest’oggi nelle ore pomeridiane, accompagnata dalla congrega dell’Addolorata, Cappoccini e seminario.
Venerdì 18 agosto: Un caso solo colerico si è avuto in giornata, ma fulminante, e colla perdita dell’individuo.
Giovedì 31 agosto: La riunione di tanti forestieri in Foggia perché fuggiti da’ luoghi infetti di colera, di cui tutti i paesi della provincia son venuti attaccati, à dato luogo allo sviluppo di altri nuovi casi, e ne risentiamo perciò le novelle tristi conseguenze colla perdita di vari altri cittadini, fra i quali l’ottimo orefice don Michele Sarcinelli, sua figlia e suo nipote, che vennero attaccati l’un dopo l’altro, e vi perderono in pochi giorni la vita, fra il duolo irreparabile di loro famiglia disgraziata, e del pubblico intero.
Specchio de’ casi, e de’ morti della malattia dominante, avvenuti dal giorno 13 giugno 1837, epoca dell’invasione del morbo a tutto agosto corrente nella città di Foggia, e suoi distretti componenti l’intera provincia di Capitanata:
FOGGIA | 775 casi | 548 morti |
DISTRETTO DI FOGGIA | 4762 casi | 2736 morti |
DISTRETTO DI SANSEVERO | 6334 casi | 2968 morti |
DISTRETTO DI BOVINO | 4627 casi | 2009 morti |
TOTALE | 15723 casi | 7713 morti |