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Antonio Duria

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Storia di un anarchico foggiano che si ribellò al potere fascista

(dal quotidiano “L’Attacco” del 28/3/2008 a firma di Antonella Soccio)

Antonio Duria

Antonio Duria

Un animo libero e onesto che non poteva non entrare in conflitto con il potere reazionario fascista. “un bel giovane, aristocratico e intellettuale, una personalità seria e onesta” secondo il racconto delle sorelle di Michele Angiolillo. Tale era ANTONIO Duria, anarchico, foggiano classe 1904, il quale sin dall’avvento del regime, rischiava ogni notte la propria vita manifestando contro il fascismo per realizzare in città un’alternativa sociale alla violenza dei gerarchi.

Negli atti della Prefettura di Foggia del 12 settembre 1925 si legge: “Duria Antonio appartiene a famiglia di operai di qui, che vivono in misere condizioni economiche, è giovane di comune intelligenza. Ha compiuto gli sudi elementari. E’ attivissimo nella propaganda delle teorie comuniste, propaganda che esercita fra gli operai. Non è capace di scrivere articoli giornalistici, né di fare conferenze. Il Duria non è mai stato proposto per l’ammonizione. Si mostra verso le autorità rispettoso e deferente. Non è mai stato all’estero, né risulta che abbia corrispondenza con persone residenti all’estero. E’ stato abbonato al giornale sovversivo L’Adunata dei Refrattari”

Nel rapporto relativo ai connotati, Antonio Duria viene descritto come un giovane “dalla corporatura regolare, dai capelli folti, leggermente ondulati, fronte ampia, naso rettilineo di dimensioni medie. Un giovane dall’andatura piuttosto lenta e dall’espressione truce, vestito con abbigliamento abituale decente”.E’ evidente che la propaganda e la burocrazia fascista tendesse a demonizzare l’avversario politico e al contempo a banalizzarlo.

Come tiene a precisare il nipote Orlando Duria (figlio del fratello di Antonio, Nicola), poteva essere quasi “analfabeta” un rivoluzionario che aveva rapporti strettissimi con Enrico Malatesta e che in Liguria era stato capace di aprire ben due saloni da barbiere negli anni trenta? Poteva avere soltanto la V elementare un uomo che era abbonato sin dai primi anni ’20 al giornale “Pensiero e Volontà” cui aveva anche partecipato con degli apporti? E inoltre poteva essere truce un giovane uomo dedito alla professione di parrucchiere che sin da piccolo a Foggia aveva contatti con il mondo aristocratico e culturalmente rivoluzionario del tempo? Il nome di Antonio Duria, a Foggia completamente sconosciuto,era stato rilevato, con lo pseudonimo di Antonio Dorini, già nel ’24 nei quaderni di rubriche e appunti dell’anarchico Enrico Malatesta. Da allora il Duria fu opportunamente schedato e controllato. La Prefettura di Capitanata riferisce nel dicembre del 1925: ” Duria Antonio di Giovanni, di anni 21, barbiere da Foggia, comunista, da qualche tempo si è trasferito a Rivarolo ligure, ove è domiciliato in via Margherita. Segnalato alla Reale Questura di Genova. E’ alquanto squilibrato di mente e pericoloso per l’ordine pubblico. Il Duria viene attentamente vigilato”.

Fu vigilato per tutti gli anni a venire fino alla sua morte che si attesta nel 1937 a soli trentadue anni. Sono proprio le circostanze della morte a non essere chiare. Gli atti parlano del suo decesso in seguito ad una tubercolosi polmonare presso l’Ospedale Civile di Sampierdarena presso Genova, ma da alcune altre fonti pare chiaro invece che la malattia fosse sopraggiunta a causa di angherie, percosse e sevizie provocate dal regime nazi-clerico-fascista. Già in alcuni manoscritti Antonio Duria parlava bene della sua città e male del fascismo. Racconta sempre il nipote Orlando: ”Mio padre, dopo che morì il fratello per determinati motivi andò a Rivarolo Ligure ed entrò da un noto barbiere per farsi rasare la barba. Era vestito da soldato, lasciò la cavetta dove mangiava appesa alla cappottiera. Il barbiere scrutò sulla cavetta le sue iniziali e gli chiese del fratello e se per caso fosse lui parente di Antonio Duria. Quando mio padre disse che sì era suo fratello, il barbiere affermò di non aver mai visto un signore uguale ad Antonio, tanto era aristocratico. “Lo chiamavamo il Signorone di Foggia” e successivamente scoppiò in un pianto commosso, esaltando le gesta e la solidarietà del foggianissimo Antonio”.

Dai manoscritti e documenti, tuttora in possesso di un amico della famiglia Duria è possibile accertare come anche a Rivarolo Ligure Antonio avesse continuato la sua lotta antifascista, nonostante nei vari cenni della Prefettura di Genova al Ministero dell’Interno Direzione generale della Pubblica Sicurezza Servizio Schedario, che si susseguono dal 1925 sino alla sua morte, si riferisce di una “condotta regolare, irreprensibile, che non offre motivo a rilievi in linea politica”. Era tuttavia vigilato. Da alcune fonti si rileva, infatti, una vita duplice: da un lato quella rispettabile e stabile di padre di famiglia serio e onesto, dall’altro si mantenne fedele alla sua irrefrenabile voglia di libertà e democrazia. E fu questa sua voglia a condurlo come martire alla morte. “Per questo motivo – dice il nipote Orlando – vorrei che la città si attivasse in un comitato affinché gli sia intitolata una via della città di Foggia con l’intestazione: all’Anarchico Antonio Duria, ribadendo che tutta la documentazione completa è in mio possesso ed è a disposizione per l’iter burocratico”.

(tutta la famiglia Duria abitava in vico Fornello, in una grotta che è attualmente murata. Quando Antonio morì nel 1937 lasciò la moglie incinta di un bimbo e una bambina piccola).

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Mio nonno (di Orlando Duria)
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Intervista a Orlando Duria