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C’era una volta la fiera

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C’era una volta a Foggia  la Fiera di Maggio… “La Fiera Internazionale Dell’Agricoltura e della Zootecnica”. Chi se la ricorda di noi? La Fiera, quella vera, con la  “F” maiuscola che in tanti ci invidiavano, in Italia e all’estero.

Per decenni, dopo la fiera internazionale di Verona, in ordine di importanza nel settore dell’agricoltura, veniva  la Fiera della nostra città. Di solide e secolari tradizioni; l’antica fiera diventò  il più grande mercato laniero e caseario del Regno di Napoli. Conobbe un periodo di crisi all’indomani dell’Unità ma rinacque durante il periodo fascista che, sappiamo, vedeva nelle fiere e nelle altre manifestazioni simili un efficace strumento di propaganda ed immagine del proprio regime-. La “nostra” Fiera conobbe il suo periodo di massimo splendore dalla metà degli anni 60, sino a tutti gli anni 70 (fu in quegli anni che seppe conquistarsi l’appellativo di “Internazionale” e specializzarsi in diversi settori dell’economia agricola come: l’oleario, il caseario, l’orticultura e altro ancora. All’inaugurazione della fiera presenziavano le più alte Autorità dello Stato e tante volte è stata inaugurata dal presidente del Consiglio in persona.

Per tutti i foggiani la fine di aprile, quando aveva inizio la fiera, che durava ben più dei 4/5 giorni cui oggi è ridotta, era un momento atteso come le grandi feste di Natale e Pasqua. In molte famiglie la fiera rappresentava anche un momento di incontro con  gli altri parenti che vivevano fuori Foggia e approfittando della visita alla campionaria, tornavano in città, visitavano la campionaria agricola e si riunivano in conviviali pranzi: specie il 1^ Maggio. Anche i ristoranti che si trovavano nel circondario della fiera erano presi d’assalto, così come gli alberghi di Foggia che in quei  giorni registravano il pienone. Un’economia in movimento per tutta la città.

 Tra i vari ricordi, quelli che noi ragazzi di allora ricordiamo benissimo e con più nostalgia, sono i padiglioni che ospitavano i Paesi stranieri. Tra miriade di bandiere:  Svizzera, Germania, Spagna, Austria e tanti altri dove si andava a volte con gli amici, altre con i genitori. Anche le scolaresche, che in quegli anni venivano portate in fiera, erano particolarmente attratte da questi padiglioni. I viali della fiera e gli stando erano però percorsi da tantissimi agricoltori e allevatori; i veri interessati all’esposizione loro dedicata, che giungevano davvero da ogni parte d’Italia e non solo. Anche io avevo, ed ho, parenti agricoltori in Campania, che ogni anno venivano ad acquistare alla fiera grossi quantitativi di materiali e mezzi per l’agricoltura, sementi, piantine di ortofrutta ecc.  spendendo fior di quattrini come peraltro tanti altri operatori del settore. Moltissimi di questi visitatori, poiché non riuscivano a finire il “giro “ della fiera nella mattinata, andavano a pranzare ai vicini ristoranti, fuori dalla fiera, per poi rientrare e continuare il giro.

In tanti frequentavano i vari punti ristoro che si trovavano all’interno della fiera stessa.
Tra i tanti ricordi che affiorano alla mente, ci sono quelli legati alla consuetudine, di alcuni  padiglioni, specie  di Paesi stranieri,  che erano soliti dare in omaggio  piccoli oggetti: portachiavi, torce tascabili, agendine ecc con il marchio dell’espositore; segni di un’economia florida rispetto al momento attuale.

E poi, come non ricordare  la Daunia Latte. Punto obbligato per assaggiare coppette di una indimenticabile panna; il piccolo locale dove aveva sede, sul viale principale della fiera, era presa letteralmente d’assalto. E poi, il vociare di centinaia di bambini.
I bambini e le persone che erano completamente a digiuno di agricoltura impazzivano nel vedere i grossi mezzi agricoli che venivano esposti: Macchine e attrezzature agricole –
Macchine e attrezzature per l’orticoltura – Macchine olearie enologiche e
casearie … Alcuni di questi macchinari, essendo nuovi ed all’avanguardia, non si erano mai visti e a volte venivano presentati a Foggia in anteprima mondiale; tutti  stavamo con il naso all’insù a guardare le straordinarie manovre di cui erano capaci. Poi si faceva il giro per i padiglioni dove c’erano animali in quantità  rispetto ai pochi capi oggi esposti. Si facevano le aste per vendere i migliori capi di bestiame e vere e proprie gare per far conoscere la “razza” migliore.
Insomma era una fiera vivissima e alla quale tutti partecipavano per interesse, per curiosità o solo per passare una bella giornata (specie quella del primo maggio).

Dagli anni 80 in poi l’esposizione agrozootecnica ha perso gran parte di quella importanza che aveva avuto,  fino a diventare quasi un mercato del venerdi’ allargato all’artigianato, arredamento, abbigliamento e simili. I foggiani però sperano in un suo immediato e positivo rilancio. Potrebbe rappresentare, proprio questo evento, il punto di ripartenza della nostra città. (Salvatore Aiezza)