Chiesa di S.Domenico
La chiesa di S. Domenico, con annesso convento (oggi sede dell’Arcivescovado) ospitò per tanto tempo i PP. Domenicani.
La presenza a Foggia di questo importante ordine monastico risale alla seconda metà del XIII secolo. I frati predicatori abbandonarono la città nel 1808, per i noti editti murattiani, e non vi fecero più ritorno nemmeno al mutare degli eventi. La facciata della chiesa, concava, con gradinata, incompleta nella parte superiore, richiama la struttura ellittica che costituisce uno dei motivi ricorrenti di molte chiese foggiane costruite nel ‘700 e una delle linee di ricerca spaziale dell’architettura barocca. Anche la chiesa di S. Domenico fu infatti ricostruita in forme barocche dopo il terremoto del 1731, certamente dopo il 1742. L’opera di costruzione dovette durare a lungo se ancora agli inizi dell’Ottocento la decorazione interna era pressoché inesistente, essendo “rimasta rustica e bisognosa di stucchi”. Imponente e tecnicamente ardita la cupola. Le pareti del presbiterio e i riquadri della navata sono stati dipinti a fresco dall’artista foggiano Antonio La Piccirella tra il 1898 e il 1899. L’altare maggiore, della metà del ‘700, proviene da altra chiesa foggiana chiusa al culto. Vi si conservano alcune pregevoli sculture lignee (il Crocifisso, S. Gioacchino). La chiesa fu interessata anche dalle vicende politiche risorgimentali: il 18 aprile 1848 confluirono in S. Domenico circa ottocento cittadini per eleggere la propria rappresentanza alla Camera dei Deputati che, secondo la Costituzione concessa da Ferdinando II dopo i moti di Sicilia e Calabria, avrebbe dovuto affiancare la Camera dei Pari.