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Dal dopoguerra alla conquista della A

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L’attività calcistica riprende con il campionato 1946/47 ed il Foggia viene inserito nel girone C della serie B; la città di Foggia dopo la guerra che l’aveva resa tristemente protagonista aveva voglia di riscatto e di ricostruzione ed il calcio poteva rappresentare quella voglia di rinascita del popolo foggiano: purtroppo non fu così; il Foggia si classificò ultimo e non potè evitare una dolorosa retrocessione.

La stagione successiva (1947-48) il Foggia disputa un magnifico campionato di Serie C – Girone S ed arriva a classificarsi primo. Questa la formazione tipo di quell’anno: Bisson, De Francesco, Ponzanibbio, Trovatore Torri, Buin, Catalano, Bratta, Diotallevi, Niccoli e de Brita. La città impazzisce dalla gioia ma, poiché come spesso succederà negli anni successivi a chi non aveva santi in paradiso, al Foggia non viene concesso di disputare il torneo successivo in Serie B per una inspiegabile ristrutturazione dei campionati. E’ una ferita che ancora sanguina nel cuore dei nostri nonni e che non diede la giusta ricompensa a quei ragazzi che avevano guadagnato la meritata promozione sul campo. In quella stagione si affaccia sulla scena calcistica un’altra squadra foggiana: il Foggia Incedit.

Nel 1948/49 il Foggia ripartecipa al campionato di serie C inserita nel girone D ma non riesce a ripetere le imprese dell’anno precedente e arriva a conquistare un misero sesto posto.

La stagione 1949/50 parte con grandi ambizioni: la società, i tifosi e la squadra rivogliono la Serie B e la squadra viene affidata ad un tecnico molto valido a quei tempi: Kutik. Purtroppo i campionati non si sono mai vinti con i soli proclami e alla fine, grazie al lavoro di Vincenzo Marsico, si evita la retrocessione in IV serie. La formazione quell’anno era: Bisson, Buin, Ferrante,Citarelli, Leonzio, Bratta, Lanciaprima, Sbardellini, Geraci, Niccoli e De Brita.

Attilio De Brita

Attilio De Brita

Il torneo 1950/51 viene ancora oggi ricordato per lo spareggio di Firenze: il Foggia e lo Stabia, staccando la squadra terza di otto lunghezze, erano giunti a pari punti alla fine del campionato e risultò necessario appunto lo spareggio che si svolse il 17 giugno 1951. Ci fu un esodo di tifosi a seguito della squadra e da Foggia furono organizzati treni speciali per raggiungere il capoluogo toscano. Per quella partita l’allenatore Marsico partì con una rosa contata (13 elementi) dovendo fare a meno del portiere Pandolfo e del terzino de Brita . Vinse lo Stabia che regolò la pratica già nel primo tempo con una doppietta di Cereseto. Si parlò anche allora di un arbitraggio non all’altezza da parte di Agnolin di Bassano del Grappa ma preferiamo ricordare  gli eroi di quel campionato strepitoso che riempì le cronache di quei tempi e la formazione che scese in campo a Firenze:Bisson, Lazzari, Olivato, Brenco, Leonzio, Buin, Lanciaprima, Di Fonte, Silvestri, Niccoli e Sbardellini. Il presidente dell’epoca era Fernando Nardella.

Il torneo 1951/52 che doveva essere l’anno del riscatto, si concluderà amaramente con la retrocessione in IV Serie a causa di un illecito sportivo consumato a Caserta e che farà infliggere alla squadra rossonera una penalizzazione di 14 punti.

La stagione 1952/53, in IV serie, rimarrà agli annali come una stagione deludente con un misero 5° posto nel girone G.

Il Foggia torna a vincere un campionato nel 1953/54 ma non sale sempre per colpa di uno spareggio questa volta con la Cirio. La formazione di quell’anno, agli ordini di Vincenzo Marsico, era la seguente: Pandolfo, Lazzeri, De Brita, Orlando, Gorini, De Vitis, Buonpensiero, Micucci, Piani, Pozzo e Bacci. In quegli anni si distinguevano due calciatori su tutti: la mezzala Pozzo e il foggiano verace De Brita che le cronache dell’epoca descrivevano come “terzino assai veloce e assai difficile da battere perché ambidestro, abile anche come mediano e attaccante”

Nella stagione 1954/55 il Foggia si accontenta di giungere, sempre in IV Serie, al settimo posto.

Nel torneo 1955/56 il Foggia, dopo una brillante stagione, giunge secondo per un punto dopo aver perso in casa a tavolino con il Lecce per intemperanze del pubblico e dovrà rinunciare alla promozione. La formazione di quell’anno: Pandolfo, Marchiani, Allegretti, Colombo, Mupo, Pulcinella, Buonpensiero, Stornaiuolo, Della Rocca, Bortolotto e Bartolini. Quell’anno però i Foggiani esulteranno ugualmente perché, l’altra squadra, il Foggia Incedit, vincendo lo spareggio allo stadio della Vittoria di Bari contro il Bisceglie, vincerà il torneo di Promozione raggiungendo l’altra squadra foggiana in IV serie.

 Il 1956/57 verrà ricordato per la stracittadina tra Foggia e Incedit: le squadre partirono con ambizioni diverse e , mentre il Foggia giocava sempre per il primato, l’Incedit pensava ad un dignitoso campionato per la permanenza. Ovviamente ci fu grande attesa per l’unica gara tra le due compagini. Queste le formazioni di quell’incontro:

FOGGIA: Pandolfo, Marchiani, De Brita, Colombo, Mupo II, Pulcinella, Buonpensiero, Stornaiuolo, Della Rocca, Bortolotto, Cosmano

INCEDIT:Bertocchi, Corrieri, Buin, Gardenghi, De Francesco, Carrabba, faleo, Giorgetti, Mastropasqua, Russi e Vigna.

La partita fini 1-1 con le reti di Mastropasqua per l’Incedit ed il pareggio di Della Rocca per il Foggia. Dalle cronache di allora: “Risultato di parità nell’attesissimo primo derby foggiano di quarta serie, fra l’anziano Foggia sempre in lizza per il primato e la matricola Incedit che ha debuttato nella categoria superiore con le carte in regola per ben figurare al cospetto delle altre compagini. I due portieri vanno messi entrambi sugli scudi e si deve alle loro prodezze se il risultato non ha assunto proporzioni più vistose. Fra le due linee attaccanti, più incisiva quella dell’Incedit, più manovriera quella del Foggia, che però ha sciupato non poche occasioni”. Il Foggia quell’anno arriverà terzo a due punti dalla vetta e l’Incedit tredicesimo.

Nel 1957/58 vi è la fusione tra le due compagini ma questa non porterà ad alcuna promozione in serie C e ci si accontenterà di un sesto posto. La formazione della nuova realtà dopo la fusione: Bertocchi, Grappone, Allegretti, Bertolotto, De Francesco, Pulcinella, Montelli, Stornaiuolo, Della Rocca, Diogene e Cosmano.

Nel 1958/59, per una revisione dei gironi, il Foggia si ritrova in Serie C anche se, proprio per questa manovra a tavolino, il livello di gioco della serie C non risulta molto differente da quelli che i satanelli avevano disputato negli anni precedenti. Il Foggia si classificherà 12°.

Il Foggia di Costagliola

Il Foggia di Costagliola

Nel 1959/60 il Foggia centra la promozione in Serie B classificandosi prima con tre punti di vantaggio sul Marsala. La squadra del presidente Armando Piccapane e del tecnico Nardino Costagliola comincia ad annoverare alcuni tra coloro che di lì a poco avrebbero portato il Foggia a scrivere pagine importanti nei campionati nazionali: nell’ultima partita contro il Crotone il tecnico mandò in campo questa formazione: Biondini, Galletti, Grappone, Baldoni, Rinaldi, Bortolotto, Panettoni, Stornaiuolo, Nocera, Merlo e Patino.

Ma come spesso è successo nella lunga storia del Foggia, i bei sogni muoiono sempre all’alba e così, nel 1960/61 alla squadra non riesce la permanenza tra i cadetti e ritorna mestamente in C.

Nel 1961/62 la squadra viene affidata dal presidente Domenico Rosa Rosa, industriale del legno, subentrato a Piccapane, all’allenatore Oronzo Pugliese che centra subito la promozione in B ma con un finale di campionato che rischia di far saltare le coronarie ai tifosi rossoneri. Infatti a tre giornate dal termine il Foggia vanta due lunghezze dalla seconda, il Lecce, che viene a giocare allo Zaccheria. Sembra fatta ed invece il Foggia perde 2-1 facendosi raggiungere in classifica proprio dai salentini. Fortunatamente il Foggia, che rigioca in casa con il Bisceglie, vince mentre il Lecce impatta allo stadio di via del Mare con il Potenza. Situazione prima dell’ultima: Foggia +1. Il Foggia a quel punto si gioca il tutto per tutto a Benevento puntando alla vittoria per evitare eventuali spareggi: il Lecce perde sonoramente a Pescara (3-0) mentre il Foggia supera gli avversari per 2-1. E’ serie B!!! Quell’anno il Foggia impiega 18 giocatori : Biondini, Faleo, Patino, Santopatre, Rinaldi, Morelli, Nocera, Danova, De Pase, Bartoli, Ghedini, Bortoletti, Bertuolo, Corradi, Tucci, Odling, Diamantini e Ballarini. Da quell’anno si parte con la coppia Rosa Rosa – Pugliese verso traguardi insperati.

La stagione 1962/63 viene disputata dal Foggia in maniera arcigna e caparbia rispecchiando in toto il carattere energico e pirotecnico del suo allenatore denominato “Il vignaiolo di Turi” o “Il mago di Turi”in contrapposizione al “mago” Helenio Herrera che in quegli anni spopolava con l’Inter. Memorabile quell’anno fu la vittoria sull’Udinese in trasferta per 7-2: i 7 gol nella porta li raccolse un certo Dino Zoff. La formazione di quel giorno fu: Biondani, Bartoli, Corradi, Ghedini, Odling, Faleo, Oltramari, Gambino, Nocera, Lazzotti, Patino.Segnano una tripletta ciascuno Oltramari e Nocera, oltre ad un autorete di un difensore friulano. La squadra andò bene quell’anno soprattutto nel girone d’andata racimolando 23 dei 45 punti finali che daranno al Foggia un onoratissimo 5° posto. Cosimo Nocera vince la classifica marcatori con la bellezza di 24 reti. Ma il bello deve ancora venire.

1963/64: annata storica per il Foggia. Si parte non proprio bene: vittoria in casa con il Cosenza e successivamente due sconfitte consecutive in trasferta. Il pubblico, ormai di palato fine, rumoreggia ma non fa mancare l’apporto in campo: la squadra risponde e con una doppietta di Nocera liquida il Lecco.La domenica successiva batte il Prato per 3-0, mentre a Catanzaro la squadra perde per 1-0. E’ una partita importante, perchè da quel giorno in poi il Foggia inannellerà ben 24 risultati utili consecutivi: dal 3 novembre del 1963 al 3 maggio 1964 in trasferta con il Napoli: 6 mesi interi senza sconfitte, quasi ¾ del campionato imbattuti con 10 vittorie e 14 pareggi (34 punti). A Napoli appunto si aspetta il Foggia con ansia: è troppo per i partenopei vedere il Foggia lottare per la promozione in A al posto loro, e soprattutto con un presidente di origine napoletane ed un bomber come Nocera di Secondigliano. Il Foggia si ritrova il pubblico delle grandi occasioni, circa sessantamila spettatori, e nella ripresa affonda tornando a casa con tre gol sul groppone; in definitiva non è successo niente, basta una vittoria per riprendersi e l’occasione viene data dall’arrivo allo Zaccheria della Triestina la domenica successiva. Ma il Foggia parte contratto e la Triestina passa in vantaggio; scende il gelo allo Zaccheria, sta sfumando tutto ma nella ripresa il solito Nocera mette le cose a posto. Finisce 1-1. La domenica dopo allo Zaccheria c’è l’Udinese, il Foggia è più determinato e torna alla vittoria per 1-0 con gol di Lazzotti. Il Foggia va a Potenza e dopo una partita tirata, riesce a portare a casa il punto del pareggio. La partita successiva, con la Pro patria il Foggia vince 4-1 e Nocera segna una tripletta. Mancano tre partite ed un sogno si sta avverando. Ad Alessandria, contro una squadra in corsa per non retrocedere, il Foggia subisce una nuova sconfitta in una partita definita sin troppo maschia. A questo punto si va a Varese con la squadra di casa che, davanti al suo pubblico, vuol festeggiare la già acquisita promozione in Serie A; ci si aspetta una partita facile ma i ragazzi del Foggia capiscono subito che nessuno farà loro alcun regalo: ed infatti il Varese, che a Foggia aveva perso, si vendica e vince per 2-1  ma… udite, udite, il Padova, unico avversario del Foggia per il podio, perde malamente ed i rossoneri si trovano a brindare alla Serie A con una giornata di anticipo. I festeggiamenti a quel punto  sono inenarrabili, si parla di una città trasformata in un “manicomio senza porte” e come scrissero opportunamente i giornalisti foggiani Luca Cicolella e Giovanni Spinelli il “diavolo è in paradiso”. L’ultima in casa con il Venezia il Foggia lasciò l’intera posta ma la testa ormai era altrove: la programmazione di Rosa Rosa e Pugliese aveva dato i frutti sperati e la città viveva una favola. Ma adesso è giusto rendere onore a tutti coloro che contribuirono a portare i nostri colori alla ribalta della massima serie:

La festa per la conquista della A

La festa per la conquista della A

PRESIDENTE: Domenico Rosa Rosa

Vice PRESIDENTI: Arnaldo Orsini e Antonio Fesce

SEGRETARIO: Giambattista Corvino

TESORIERE: Salvatore De Flumeri

CONSIGLIERI: Nicola Cardone, Guido Celentano, Pasquale De Biase, Michele De Respinis, Nicola Gaeta, Franco Galasso, Emilio Giannini, Liberato Lembo, Umberto Marcellino, Aldo Rosania, Giovanni Sacco e Luciano Valentini.

COLLEGIO REVISORI: Italo Cavallone, Mario Frisotti e Michele Valentino

CALCIATORI: Giuseppe Moschioni, Sergio Notarnicola, Gastone Balarini, Ambrogio Valadè, Angelo Bertuolo, Roberto Corradi, Antonio Bettoni, Matteo Rinaldi, Vincenzo Faleo, Antonio Ghedini, Roberto Oltramari, Cataldo Gambino, Cosimo Nocera, Paolo Lazzotti, Francesco Patino, Antonio Santopatre, Sebastiano Bottaro e Pasquale Di Giovanni.