Duello e fuga… innanzi alla Cattedrale
da “La Gazzetta del Mezzogiorno” dell’8 luglio 2008
L’avventurosa fuga per tutta l’Europa di un valente spadaccino foggiano, Michele Valentino, vissuto per molto tempo in Inghilterra verso la fine del Settecento.
Nei pressi della Cattedrale, a pochi metri e proprio davanti a questa chiesa, alcuni giovani spadaccini foggiani saranno protagonisti di un violento episodio accaduto a Foggia, un duello all’alba nel lontano 1771.
Tra le carte del vecchio Tribunale della Dogana, nel fondo dei processi penali, si conserva una corposa documentazione risalente alla seconda metà del Settecento su questo episodio, compresa una dettagliata piantina dei luoghi dove fu consumato l’omicidio.
La pianta rappresenta con precise indicazioni una vasta area della città vecchia, pressappoco quella che si estende intorno all’attuale Via Duomo, a partire da Piazza XX Settembre, segnalata con l’antico toponimo di Piazza di Portareale e fino a Via Arpi, indicata nella piantina come … Strada della Piazza che conduce alli Mercati; il luogo dell’omicidio è segnalato con un asterisco quasi al centro della mappa, nei pressi dell’antico palazzo Pisani, pressappoco di fronte all’ingresso del Succorpo della Chiesa Madre.
Come riportano i manoscritti a noi pervenuti, l’omicidio fu consumato nel 1771… a circa le ore quattro della notte è stato ammazzato a colpo di spada D.Domenico Tortorelli di questa città da D. Michele Valentino anche di qui.
Nel 1799, in una supplica indirizzata a sua maestà il re di Napoli, il Valentino, ormai quasi settantenne espone che l’omicidio era avvenuto per una serie di sfortunate circostanze innanzi alla Chiesa Madre ed in una rissa con il Tortorelli egli era stato ferito per primo e per difesa, dato che il Tortorelli era in compagnia anche di suoi due cugini, Giuseppe e Filippo de Carolis, temendo il peggio, colpì mortalmente il Tortorelli.
Michele Valentino lamenta poi nella sua supplica al re vari episodi di corruzione della Corte Doganale e cita alcuni testimoni pagati per affermare il falso durante l’inchiesta che portò alla sua condanna.
Una vicenda, quindi, da poter trarre spunto per un interessante romanzo d’appendice, casomai da trasportare poi in TV in una bella fiction.
Tra le carte processuali vi è anche una descrizione dell’omicida…Segni che distinguono D.Michele Valentino di Foggia. Un uomo di alta statura, di anni tretacinque in circa, snella corporatura, volto leonino, ma smilzo di faccia, capelli castagnacci a parrucca, e poco scialpo nel parlare.
Il Valentino fuggì subito da Foggia rifugiandosi presso alcuni conventi dei frati Cappuccini, riuscendo ad attraversare molto presto la frontiera del Regno di Napoli, si rifugiò poi in Inghilterra, a Londra, ove aprì una scuola di scherma e si dedicò anche al commercio.
La supplica del Valentino sarà accolta, ma tornato a Foggia, egli sarà oggetto di esposti anonimo, che richiamavano l’autorità ad un maggior controllo del soggetto ed auspicavano anche il suo ritorno in esilio… egli pubblicamente si è vantato di voler illuminare colle dottrine di Inghilterra: Egli ha molte ricchezze in Inghilterra, sicchè potrà seguitare a vivere in detto Regno da negoziante e non ritornare impunemente in questa Città e Regno per delitti tali, che la forca non sarebbe pena tenue a tante scelleratezze palesi ed occulte.
(a cura di Carmine De Leo)