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Foggia Inter 3-2 (con video)

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Nella storia del calcio italiano a sole due squadre è stato attribuito l’aggettivo “grande”: il “grande Torino” e la “grande Inter”. Il Foggia riuscì nell’impresa di battere la “grande Inter”…

Sono passati 45 anni, infatti, da quella che probabilmente è da considerarsi la vittoria più prestigiosa della novantennale storia dell’U.S. Foggia. Il 31 gennaio 1965 i “satanelli” si imposero per 3 a 2 sull’Inter del “mago”Herrera, ovvero la squadra più forte del mondo di quegli anni. La formazione nerazzurra, lo ricordiamo, era detentrice sia della Coppa dei Campioni (attuale Champions League), che aveva vinto  il 27 maggio 1964, battendo in finale il Real Madrid (3-1), sia della Coppa Intercontinentale, conquistata dopo lo spareggio (1-0, dopo i tempi supplementari) del 26 settembre 1964 allo stadio “Santiago Bernabeu” di Madrid contro gli argentini dell’Independiente.

Dopo la sconfitta di Foggia, l’Inter, che distava ben sette punti dalla capolista Milan  (la vittoria valeva due punti), si rese protagonista di una incredibile rimonta sui cugini rossoneri. All’ultima giornata di campionato (6 giugno 1965), complice la sconfitta del Milan a Cagliari, bastò un pareggio casalingo per 2-2 col Torino, per cucire lo scudetto sulle maglie dei nerazzurri. Sempre nel 1965, l’Inter si aggiudicò per la seconda volta la Coppa dei Campioni (27 maggio: Inter-Benfica 1-0) e la Coppa Intercontinentale, nuovamente ai danni dell’Independiente (doppia finale: 8 settembre, 3-0 a Milano; 15 settembre, 0-0 in Argentina). Per la cronaca, ricordiamo che, nella stagione 1964-65, la “grande Inter” subì in campionato soltanto due sconfitte: una con il Milan (nona giornata: 3-0), l’altra con il Foggia (diciannovesima giornata: 3-2), al suo primo campionato nella massima serie.

da “La Gazzetta dello Sport” del 28 gennaio 1965

“Chiappella mette in guardia l’Inter: A Foggia il terreno scotta sotto i piedi”

La partita più attesa – comincia l’allenatore viola – mi pare quella di Foggia, dove si recherà l’Inter. Vengo dalla recentissima esperienza pugliese e credo di poter dire che l’imminente impegno dei nerazzurri è estremamente difficile. La Fiorentina ci ha levato le gambe solo per il fatto di aver saputo esprimere il meglio delle sue possibilità. Anzi i viola, in questa occasione, hanno disputato la più bella partita esterna del campionato. Il Foggia è squadra, mi sembra di averlo già rilevato, di grosse possibilità, segnatamente sul piano agonistico. E’ una squadra che sul suo campo si trasforma, capace di un ritmo elevatissimo, tale da mettere in difficoltà chiunque. Certo che l’Inter può vantarsi, ovviamente, di un più perfetto organismo di gioco, di una più squillante organizzazione collettiva; ma non le sarà facile superare l’ostacolo se a questi requisiti non aggiungerà una forte spinta agonistica. Illudersi di “addormentare il ritmo” del gioco, attraverso elaborazioni alle quali i nerazzurri si possono dedicare proprio perché superiori sul piano tecnico, potrebbe essere pericoloso, ché il Foggia è in grado di sconvolgere questo eventuale piano. Il Foggia va affrontato con le sue stesse armi, dando battaglia senza risparmio di energie. Una volta che i foggiani potessero essere contenuti, una volta che essi si fossero sfogati, potrebbe essere possibile ai nerazzurri averne ragione. Non so se l’Inter di questi giorni sia in grado di battersi con la baionetta in canna. Sicuramente i nerazzurri sanno che questa di Foggia è una delle partite-chiave del loro campionato e che quindi è necessario dedicarsi con attenzione e scrupolosità. In sostanza: solo una grande Inter, un’ Inter all’altezza delle sue prestazioni migliori, può sperare di farcela contro questo Foggia scatenato.

da “La Gazzetta dello Sport” del 29 gennaio 1965

“Mobilitazione a Foggia per l’arrivo dei campioni del mondo – Costerà 7500 lire un posto in tribuna”

A mano a mano che ci si avvicina al giorno del big-match l’attesa si fa sempre più snervante e spasmodica, gli sportivi si predispongono alla mobilitazione ed i biglietti per lo stadio Zaccheria vanno sempre più rarefacendosi nelle diverse ricevitorie e nei botteghini della città. Prezzi maggiorati del cinquanta per cento: un posto di tribuna numerato costa Lire 7500, di tribuna laterale 4500, gradinata 1800…

Da “La Gazzetta dello Sport” del 30 gennaio 1965

Herrera: “Soltanto a Foggia la formazione”

Con il “letto” delle 22.35, sedici nerazzurri hanno lasciato ieri sera Milano: saluti frettolosi e tutti in cuccetta per il “sonno mobile”, in attesa dell’arrivo a Foggia previsto per le 10.15 di oggi, con prolungamento del viaggio sino a San Giovanni Rotondo e visita a Padre Pio. A chi è venuta l’idea?

– A me, naturalmente – risponde Helenio Herrera – visto che siamo continuamente bersagliati dalla sfortuna, tentiamo anche questa. Ma non si dica, per favore, che l’Inter va a farsi benedire…

–  Sembrerebbe l’ultimo rimedio, un tentativo quasi disperato per rovesciare la situazione. Dunque sta proprio perdendo tutte le speranze?

–  Non lo dica nemmeno per scherzo. In casa nostra non esiste la parola rinuncia.

–  Per quanto riguarda l’Inter, comunque, saranno di decisiva importanza le due trasferte di Foggia e Messina.

–  Può essere, ma sia ben chiaro che, comunque vadano le cose, noi non ci tireremo da un lato, ma continueremo a lottare sino all’ultima giornata.

–  Considera insuperabile l’ostacolo di Foggia?

–  Niente è insuperabile. Difficile sì, naturalmente. Ho il ricordo del girone d’andata: una squadra combattiva, veloce, che ci farà di sicuro soffrire molto. Poi c’è la faccenda del campo: non lo conosco, ma mi hanno riferito che è molto brutto, poco adatto a una squadra come la nostra. Comunque vedremo di adattarci per il meglio.

– Poi c’è  anche il pubblico, piuttosto caloroso.

– E’ logico che sia così: fa il tifo per la sua squadra. Cosa c’è di strano?

– Niente: anzi, forse quello è il pubblico che lei vorrebbe a Milano…E la formazione?

–  La deciderò a Foggia, dopo l’ultimo allenamento.

–  Ma nemmeno per la difesa ha preso una decisione?

–  Nemmeno.

–  Eppure tutto sembra chiaro, con Di Vincenzo, Burgnich, Facchetti, Malatrasi, Guarneri, Picchi…

–  Ho detto che deciderò a Foggia.

–  Lei ha con sé un numero ristretto di attaccanti: sei per la precisione, cioè Domenghini, Peirò, Mazzola, Suarez, Corso, Canella, Non è che abbia tante possibilità di scelta.

–  D’accordo: sono in sei, ma nessuno è escluso.

–  Vuol dire che anche Canella ha possibilità di essere utilizzato?

–  Certo, lui come gli altri. Deciderò a Foggia: quante volte l’ho detto?

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Il video della gara

da “La Gazzetta dello Sport” del 1° febbraio 1965

Da 2-0 a 2-2 Poi 3-2

Il Foggia impone il ritmo

Foggia-Inter 3-2 (0-0)

Marcatori: Lazzotti al 49°, Nocera al 54°, Peirò al 63°, Suarez al 74°, Nocera al 77°.

Foggia: Moschioni, Valadè, Micelli, Bettoni, Rinaldi, Micheli, Favalli, Lazzotti, Nocera, Maioli, Patino. All. Pugliese

Inter: Di Vincenzo, Burgnich, Facchetti, Malatrasi, Guarneri, Picchi, Domenghini, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso. All. Herrera.

Arbitro: Francescon di Padova

Note – Giornata grigia e sciroccosa; terreno così così, irregolare in taluni punti ma non è certamente una novità questa. Leggeri infortuni a Burgnich, Patino e Mazzola. Ammonito Guarneri per proteste. 5 a 3 i calci d’angolo per l’Inter (due per parte nel p. t.). Stadio ricolmo: spettatori 25000 circa (16100 i paganti, 5000 gli abbonati, gli altri…clandestini) per un incasso di L. 32.500.000 che è il nuovo record per il Foggia.

Fischi all’annuncio della formazione dell’Inter e all’ingresso in campo di Herrera. Positivo il sorteggio antidoping per 1-9-7 delle due squadre.

D A L   N O S T R O    I N V I A T O

Foggia, 31 gennaio

Tre a due per il Foggia, un risultato netto, pulito, inequivocabile. Una vittoria questa del Foggia, limpida, squillante, sacrosanta, nonostante un piccolo dubbio relativo all’azione del primo gol foggiano. Appunto questo gol frena gli entusiasmi del…(illeggibile) per la stupenda prestazione del Foggia e in un certo qual modo riporta nelle dovute proporzioni la sconfitta dei nerazzurri. Intendiamoci, il Foggia ha arcimeritato il successo, vinto a pieni voti, ma il modo con il quale è giunto a questo sensazionale 3-2 sui campioni del mondo induce ad una certa indulgenza verso l’Inter, sconfitta sì ma non umiliata.

Ci spieghiamo subito.

Dopo 4 minuti dalla ripresa del gioco il Foggia realizzava il primo goal della serie: c’era una punizione per fallo di Guarneri su Maioli, qualche metro prima dell’area di rigore, sulla destra: tirava Patino, ma Francescon faceva ripetere perché la distanza della barriera non era regolamentare. Maioli allora si incaricava di battere la punizione: il biondino calciava diritto e teso, il pallone sorvolava la barriera e si schiacciava nettamente sulla traversa per rimbalzare in campo. Mentre Di Vincenzo, che era saltato invano, ricadeva a terra e annaspava fra la segatura, sulla sfera si avventava Lazzotti e infilava a porta vuota. Suarez reclamava il fuorigioco, ma tanto l’arbitro quanto il guardalinee erano di parere contrario e concedevano il gol senza la minima esitazione. Era regolare o no la posizione del foggiano? Per noi sì, in quanto Lazzotti era giunto sul pallone provenendo da lontano, bruciando in velocità gli interisti. Purtroppo per l’Inter è stato il gol determinante, che ha caricato a mille il Foggia, un Foggia addirittura scatenato.

Mai vista una squadra così piena di slancio, di vitalità, di ritmo. Già nel primo tempo il Foggia aveva giocato a velocità folle, sempre primo su tutti i palloni, impegnato in una offensiva frenetica e ubriacante. L’Inter si era prudenzialmente contratta e, anche se un po’ affannata nel contenere gli slanci dell’avversario, col passare dei minuti riusciva ad organizzare una discreta barriera difensiva, benché il blocco arretrato non desse l’impressione di quella spavalda sicurezza che aveva una volta. Con un Foggia proteso in una fremente ringhiosa offensiva, le previsioni nell’intervallo erano piuttosto ottimistiche per l’Inter, perché si diceva che il Foggia sarebbe stato vittima del proprio ritmo; impossibile arrivare sino in fondo, a quella velocità. L’Inter, poi, aveva dato l’impressione di aver volutamente lasciato sfogare l’avversario per poi infilarlo nella sua vecchia maniera, cioè in contropiede.

Il Foggia, invece, dopo il riposo apparve ancor più pericoloso e impetuoso che in precedenza; eppure di energie ne aveva spese parecchie! Ma proprio la condotta dell’Inter, che si era illusa di infilare il Foggia in contropiede, consentiva ai rossoneri di impostare la manovra sempre volante, veloce, con una continua varietà di temi. Il Foggia attaccava a folate, talvolta l’azione era impostata dalle ali, talaltra il piano di attacco muoveva dal centro, nel mentre anche i mediani ed i terzini appoggiavano l’attacco ereggendo una duttile diga a centrocampo. Un tourbillon e per di più su un terreno traditore, che gradatamente mise in crisi proprio la verticale formata da Picchi-Guarneri-Malatrasi.

Individuato il punto più vulnerabile, il Foggia picchiò in quel settore e sempre di lì passò. Due reti le ha siglate Nocera, infatti, l’altra Lazzotti. Un secondo tempo del Foggia memorabile, un Foggia fantasioso, bello, vivo, una girandola di azioni la sua. L’Inter travolta, distrutta quasi finché ad un certo punto saltò fuori con l’orgoglio e il cuore della squadra di classe: magistrale fu il gol di Peirò, esaltante quello di Suarez: sembrava fatta, ma nel giro di 2 minuti il Foggia raggiunse quella vittoria che si era costruita con tanta commovente volontà. Fu Maioli, un Maioli che ha potuto sbizzarrirsi sostenendo l’azione di attacco della squadra, a suggerire a Nocera il gol del trionfo; e Nocera non mancò il bersaglio.

C’è stata gloria per tutti i rossoneri. Molto bene in difesa hanno fatto Moschioni, che ha parato almeno due palle-gol, Bettoni, Rinaldi e lo stupendo Micelli, una partita, la sua, diligente, attenta, perfetta. In prima linea il Foggia ha avuto i suoi uomini migliori in Lazzotti, capace di spettacolari galoppate e di illuminanti suggerimenti, e Nocera scatenato, saldo, coraggioso, che anche sotto l’aspetto tecnico ha marcato dei sensibili progressi, utile e notevole l’apporto delle due ali. Favalli per esempio, con i suoi continui spostamenti ha contribuito la sua parte all’opera di sgretolamento della difesa nerazzurra.

L’Inter è in crisi? Temiamo proprio di sì; anche se con l’addio al campionato l’Inter potrà dedicarsi esclusivamente alla difesa della Coppa dei Campioni. Oggi ha perso perché ha avuto la sfortuna di incontrare un grande Foggia. La squadra, però, non è più quella della scorsa stagione. Si è battuta, comunque, con l’orgoglio e la dignità della grande compagine.

La sua difesa ha mostrato la corda e alle insufficienze singole (Guarneri e Malatrasi spesso sono apparsi in difficoltà rispettivamente con Nocera e Maioli) si è unita una certa mancanza di organizzazione: l’Inter però non ha macchiato il suo blasone. Suarez è stato tra i protagonisti assoluti; la sua fervida attività ha portato l’Inter alla conquista dell’effimero pareggio; le sue iniziative l’hanno portato talvolta a strafare, ma il suo ruolo di uomo chiave l’ha tenuto, e come. Corso aveva iniziato così così, ha avuto poi una impennata di classe, ma si è afflosciato alla distanza, sbagliando tra l’altro una notevole palla-gol, che avrebbe donato all’Inter il pareggio del 3-3. Come lui hanno funzionato a corrente alternata Peirò, che ha realizzato un bel gol, Domenghini e Mazzola, un po’ timoroso  peraltro, nei contrasti. Di Vincenzo è apparso leggermente in ritardo in occasione del terzo gol foggiano.

Nulla da eccepire sull’operato di Francescon, facilitato del resto dal contegno esemplare e dei giocatori e del pubblico foggiano.

La cronaca. Il Foggia attacca a spron battuto: al 5° Nocera va via a Guarneri, poi affrontato da Picchi tira male sul fondo. Al 15° ringhiosa entrata di Rinaldi su Mazzola: punizione dal limite. Pallonetto diabolico di Corso, che Moschioni smorza a mani aperte, perché il tiro era preciso nell’angolo ma lento. 44°: incursione di Micelli conclusa da un tiro a parabola che sorvola la traversa, con Di Vincenzo un po’ incerto sul da farsi.

Ripresa: il Foggia prosegue sullo stesso ritmo. Subito (2°) sfiora il gol: ancora è Micelli, libero per l’arretramento di Domenghini, ad avanzare indisturbato: tiro da 25 metri che schizza sulla parte superiore della traversa. Due minuti dopo il gol già raccontato di Lazzotti e 5′ dopo il raddoppio, con l’Inter in piena…cottura. Patino dalla linea laterale pescava in profondità Nocera: Guarneri e Picchi indugiavano, il centravanti li aggirava e sull’uscita del portiere nerazzurro indovinava l’angolo basso in diagonale.

Al 12° Malatrasi porgeva all’indietro verso Guarneri, che lisciava in pieno; via libera dunque per Nocera, che però sbagliava la conclusione. L’Inter si scuoteva. 13°: da Corso per Suarez; lo spagnolo in corsa scaricava sotto la traversa: Moschioni, bravissimo, deviava in angolo. Il gol arrivava al 18°: Picchi a centrocampo dava a Corso, strepitoso slalom su tre avversari, poi tocco pulito per Peirò che infilava il portiere foggiano.

L’Inter si portava in avanti all’inseguimento del pareggio e Nocera, in contropiede, centrava ancora la parte superiore della traversa (26°).

Tre minuti dopo l’Inter concludeva il suo inseguimento: scambio Domenghini-Mazzola; questi sgusciava fra Rinaldi e Valadè e crossava dal fondo, Bettoni respingeva quasi dalla linea bianca e Suarez appostato al limite dell’area controllava la sfera per infilarla di precisione nel sette con un pallone stupendo che ghiacciava lo stadio. Però il Foggia si riavventava sugli avversari e non passavano tre minuti che per l’Inter arrivava il gol della condanna. L’azione era impostata da Maioli, che porgeva a Nocera; Guarneri era incerto sul da farsi e Nocera lo aggirava e scaricava fulmineo di sinistro a mezza altezza, mentre Di Vincenzo si tuffava in leggero ritardo. Poi la fine, fra un tripudio di bandiere rossonere e l’entusiasmo delirante di 25mila persone. (Michele Galdi)

Moratti lo ammette con franchezza

“Foggia meraviglioso”

Pugliese: “Era una grande Inter ma noi abbiamo tirato fuori le unghie”

Partita indimenticabile, trionfo rossonero in un tripudio di folla entusiasta, gioco-spettacolo e reti in un palpitante ed emozionante carosello: questa la limpida fotografia di un match che ha superato ogni più rosea ed ottimistica aspettativa e che ha segnato il trionfo largamente meritato del calcio provinciale.

Lo spogliatoio foggiano viene preso letteralmente d’assalto ed il primo del clan rossonero a parlare è ovviamente Pugliese, il quale appare madido di sudore (è stato il dodicesimo giocatore in panchina) visibilmente commosso e felice.

– Dopo la partita di oggi bisogna avere il coraggio di convincersi che il Foggia è una grande realtà. Contro una magnifica Inter, punta nel suo orgoglio, messa alla frusta e sollecitata ad esprimere il meglio di se stessa, i miei ragazzi hanno tirato fuori le unghie, realizzando il loro capolavoro di partita, controllando il gioco in una maniera veramente superlativa e gli avversari con una lucidità e con una prontezza di riflessi esemplari.

– Quando Nocera ha realizzato la terza rete, quella della vittoria, l’arbitro l’ha ammonita. Perchè?

– Bisogna essere fatti di roccia per non sentirsi spinti ad abbracciare in campo i miei “picciotti”. E’ stato un moto istintivo, umano, e bisogna pure comprendere quel gesto dettato dall’entusiasmo e dalla soddisfazione di vedere la squadra tornare in vantaggio.

– Che significa per lei questa vittoria?

– Due punti dal valore inestimabile. Però non ci dobbiamo troppo entusiasmare, abbandonando subito questo stato euforico del dopopartita. Il nostro impegno è di continuare sulla nostra strada e di raggiungere il più presto possibile il nostro obiettivo.

Rosa Rosa, imponente nella sua mole, non sta più nella pelle. Dice:

– Dopo tre domeniche di gioco-spettacolo da parte di questo sorprendente Foggia, è venuto il risultato. Badate bene, è venuto contro una squadra che ha giocato da par suo. Sono immensamente soddisfatto, felice che la squadra abbia entusiasmato una folla strabocchevole convenuta dalle più lontane regioni.

Nocera, autore di due magnifiche reti, è raggiante e dalla commozione stenta a parlare:

– Ho sognato per lunghe notti un gol all’Inter. Ne ho fatti due, potete immaginare la mia felicità.

Nello spogliatoio dell’Inter la consegna di Helenio Herrera è di non rilasciare alcuna dichiarazione perchè “la Federazione ha vietato di parlare”. Atendiamo oltre un’ora all’uscita dello spogliatoio della comitiva milanese, nella speranza di trovare qualcuno disposto a rompere la consegna. Nulla da fare. L’Inter raggiunge rapidamente il pullman con destinazione Sorrento. Moratti, presente in tribuna alla partita, alla fine dell’incontro si è limitato a dire:

– Conoscevo il Foggia già dalla partita di Milano come un’ottima squadra. Oggi è stato semplicemente meraviglioso. (Gustavo Cammeo)