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Foggia vista dal più famoso viaggiatore dell’800

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gregoriovusFerdinand Gregorovius ( Neidenburg Prussia Orientale oggi Nidzica Polonia 19.01.1821 – Monaco 01.05.1891) fu scrittore e storico tedesco, specializzato nella storia medievale di Roma. E’ anche molto noto per i suoi Wanderjahre in Italien (Pellegrinaggi in Italia) allo scopo di “comporre un album di paesaggi e monumenti storici in Italia , relativi all’epoca degli Hohenstaufen”. Questi resoconti dei suoi viaggi in Italia, 1856/1877, sono raccolti in 5 volumi in cui descrive località, personaggi e curiosità del nostro Pese.

Primavera del 1874

“Il 15 maggio muovemmo per Foggia, passando per Benevento: magnifico viaggio, attraverso i bacini del Volturno e del Calore. Ad ogni passo le storiche figure degli Hohenstaufen, nel momento supremo e drammatico del loro scomparire dalla scena del mondo, si presentavano vive alla fantasia. Qui, a Telese specialmente, Carlo d’Angiò alla testa del suo esercito in marcia; più in là il campo di battaglia presso Benevento.”
“Nell’avvicinarci a Foggia, dopo esserci lasciate alle spalle le regioni montuose, vedemmo dispiegarsi via via dinanzi il Tavoliere di Puglia, il grande agone da tempo immemorabile de’ pastori e delle greggi d’Italia. Esso si stende fino all’Adriatico; il mare però non è per anco visibile, lontano com’è da Foggia parecchie miglia e nascosto da una elevazione del suolo.”

“Per ore intere l’occhio è intendo a riguardare una lunga distesa di montagne di un bel celeste azzurro, che qual gigantesca muraglia rocciosa si protende in direzione di ovest ad est. E’ il Gargano, dove noi presto rivolgeremo i passi, come ad una delle mete delle nostre peregrinazioni.”

“Ad occidente la pianura pugliese è cinta da poggi e colline, disposte in forma di semicerchio, estremi contrafforti che manda giù l’alta giogaia dell’Appennino. Essi separano i bacini del Candelaro e del Cervaro da quello del Fortore, che scorre a settentrione. Qui e là sulle alture spiccano castelli e città parecchie. Due soprattutto ne osservammo da lontano con la più viva curiosità: Troia e Lucera, l’una monumento della dominazione bizantina nelle Puglie, l’altra la famosa colonia saracena degli Hohenstaufen.”

“Foggia è posta nel mezzo appunto del Tavoliere, su di un terreno affatto piano. E’ il capoluogo della Capitanata, e sino nel medio evo una delle più ragguardevoli città della Puglia. L’importanza sua la deva all’imperatore Federico II. In questa regione Foggia era la residenza da lui preferita. Non le bellezze naturali, ma la positura geografica gliela rendevano assai rilevante. Evidentemente, i pressi di Foggia potrebbero senza grande sforzo essere ridotti nel più bel giardino che sia mai stato. Ed è vero pure che tutto all’intorno le si dispiega un ampio e splendido orizzonte. Se non che, la città giace sulla pianura del Tavoliere, ove quasi non vedi albero nè filo d’acqua; onde gli ardori del sole estivo si devono, dal maggio all’ottobre, essere addirittura insopportabili. Bastano pochi passi, e tu ti trovi qui in un vero deserto, coperto di pascoli e popolato d’armenti. E bisogna correre ore e ore prima di arrivare al golfo di Siponto o Manfredonia, o di aver raggiunto le ubertose campagne di Cerignola, di Canosa e di Barletta. Nulladimeno, già al tempo degli Hohestaufen, Foggia era un punto centrale, ove venivano ad intrecciarsi le grandi strade, che menano ad Ancona, Napoli e Roma, da un lato, e dall’altro a Bari e a Brindisi. Ed oggi essa è rimasta ancora tale, il centro, cioè, di parecchie strade farrate. Similmente, questa sua giacitura fa della città un emporio per commercio e per gli scambi dell’Italia Meridionale; ed è destinata ad un avvenire di più in più considerevole.”

“Appunto nei giorni in che noi vi fummo, la città era in gran movimento. Doveva aver luogo una esposizione industriale ed agraria, ed era stato all’uopo costrutto un enorme baraccone. L’inaugurazione doveva essere onorata dalla presenza del principe ereditario, Umberto. Sembra che di Foggia si voglia fare un centro agricolo per le province meridionali. I prodotti naturali convergono qui, sul mercato, in gran copia da tutta la provincia; ed il ceto de’ mercanti vi abbonda. Oggidì Foggia conta più di 30.000 abitanti. E’ una grande città, ben edificata, con strade e piazze dall’apparenza tutta moderna, e sempre animata da gran calca di gente.”

Est

“Meno alcune chiese, fra le quali primeggia il Duomo, Santa Maria, notevole edifizio del XIII secolo, tutto il medio evo vi è scomparso.”

“Del grande palazzo, residenza di Federico II, non rimane che un meschino avanzo, incastrato nella facciata di una casa privata: un arco di stile romano. Nel punto di congiunzione de’ pilastri si veggono due aquile imperiali in pietra; l’iscrizione, ben conservata su una tavola di marmo, ricorda che Federico II fece edificare il palazzo nell’anno 1223: Hoc Fieri Jussit Fredericius Cesar Ut Urbs Sit Fogia Regalis Sedes Inclita Imperialis. L’architetto si chiamava Bartolomeo, come è detto in un’altra epigrafe: Sic Cesar Fieri Jussit Opus Istum Proto Bartholomeus Sic Construxit Illud. Una terza iscrizione suona così: A. Ab Incarnatione MCCXXIII. M. Junii XI. Ind. R. Dno. N. Frederico Imperatore R. Sep. Aug. A. III. Et Rege Sicilie A. XXVI. Hoc Opus Feliciter Inceptum Est Prephato Dno. Precipiente.”

“Innanzi a quest’ultimo avanzo del palazzo imperiale, ove, tutto assorto nella sua idea di dominare sull’occidente e sull’oriente, consigliandosi con suo fido cancelliere Pier delle Vigne, e divisando i piani e i mezzi di condurre innanzi la sua lotta strepitosa con i Guelfi d’Italia e col Papato romano, il più geniale degli Hohenstaufen fece si sovente dimora, nessun Tedesco può fermarsi senza sentirsi addentro commosso. In codesto palazzo morì, nel 1241, la moglie dell’Imperatore, Isabella d’Inghilterra. Essa fu sepolta non a Foggia, ma nella città del duomo di Andria, ove era pure già stata deposta la prima moglie di Federico, Jolanda di Gerusalemme.”

“Per quanto glielo consentivano le circostanza, specie le guerre insistenti che senza posa lo costringevano a correre innanzi e indietro dalle Alpi alla Sicilia, e a dover sempre lasciare daccapo il suo prediletto paradiso delle Puglie, il grande Imperatore abitò volentieri nel palazzo di Foggia. Il suo primo rescritto , emanato da questa città, è del febbraio 1221. Più tardi, nel 1225, quando il castello era stato terminato tutto, vi passò i mesi di maggio e giugno. Dal 1228 in poi, vi sono solo pochi anni ne’ quali l’avervi egli dimorato non appaia con certezza da documenti. Da Foggia egli poteva agevolmente visitare le altre sue residenze e i suoi castelli di caccia e di delizie nelle Puglie, in Andria, per esempio, e il magnifico Castel del Monte, ovvero, dall’altro lato di Foggia, Castel Fiorentino a Lucera.”

“Oltre lo svago della caccia, furono, senza dubbio, queste condizioni di luogo eccezionalmente favorevoli che indussero anche i successori di Federico a fare, come lui, di Foggia una lor residenza. Manfredi, il quale tolse la città al Papa, e poi più tardi il vincitore suo Carlo D’Angiò soggiornarono spesso a Foggia. Carlo I si fece edificare ne’ pressi, in pantano, un castello di caccia. Nella Cattedrale di Foggia vennero celebrate le nozze tra la figlia di lui, Beatrice, e Filippo, figlio dell’imperatore di Costantinopoli Balduino. Ed egli stesso, Carlo, morì in Foggia appunto.”

“Noi prendemmo a nolo una carrozza, la quale doveva portarci prima a Lucera, e poi, passando di nuovo per Foggia, sul golfo di Manfredonia.”

“Lucera è alla distanza di due ore da Foggia. Vi si va per un’ottima strada che corre diritta, quasi freccia, dall’una all’altra città e sempre attraverso la estesa pianura, sino al punto in che questa, leggermente elevandosi, va formando una cinta di poggi. Via facendo, passammo innanzi a ville e fattorie, ma rare e sparse in mezzo ad un paesaggio languido e morto, la cui ampia distesa però è in lontananza circoscritta da superbe montagne, mentre a manca sulle verdeggianti alture, si mostra la bizantina Troia. Incontrammo un drappello di carabinieri che servivano di scorta ad un trasporto di malfattori, i quali dalla Corte d’Assise di Lucera avevano già sentito pronunziarsi la condanna. Oltre di questo, nulla, la strada era totalmente deserta. dopo un’ora di cammino cominciammo lievemente a salire.”

“Lucera stessa è posta ………”

Fonti:
– Wikipedia
– “Qui Foggia” del 17.02.1984