Francesco Ricciardi
Nato a Foggia il 12.06.1758. Avvocato, giurista, uomo politico. Rientrato dal volontario esilio di Ginevra, assieme a Michelangelo Cianciulli fu Consigliere della Corona sotto Giuseppe Bonaparte; Segretario di Stato nel 1806, poi nel novembre 1809 Ministro della Giustizia e del culto per Gioacchino Murat, che nel 1814 lo insignì del titolo di Conte di Camaldoli. Dopo la restaurazione borbonica fu ministro di Grazia e Giustizia, del culto e della polizia durante la cd. rivoluzione costituzionale napoletana (nominato il 06.07.1820), poi primo ministro costituzionale del regno. Gran Giudice della magistratura. Padre di Giuseppe (1808-1882), uomo politico del risorgimento che fondò la rivista “Il progresso delle lettere, delle scienze e delle arti”. La figlia Ines fu stimata poetessa.
La sua villa ai Camaldoli ricorre spesso nella letteratura e nei ricordi del tempo; vi si teneva uno dei più rinomati salotti dell’epoca, dove si riunivano, tra gli altri, Rossini, Donitezzi, Bellini, Dumas, Florimo, Crescentini, Lampredi, Ancillon; Hallam, Delavigne, l’archeologo Conte di San Quintino.
Come giurista fu il primo a sostenere in Parlamento la necessità di separare lo Stato e la Chiesa, il potere temporale e quello spirituale. Come Avvocato, disse di lui il De Martino: “Ricciardi qui in foro tonat inter primos oratores enumerandus”. Maestro di Antonio Starace. Su di lui Nicola Nicolini scrisse “Le notizie sulla vita di Francesco Ricciardi”.
Si spense a Napoli il 17.12.1842. Alla sua morte venne commemorato da Pasquale Borrelli che redasse poi il “Discorso pronunziato presso al feretro del Conte di Camaldoli Francesco Ricciardi”.
Il 05.03.1882 venne scoperto il suo busto in Castelcapuano con discorso di Luigi Landolfi.
– Dal discorso di Luigi Landolfi del 05.03.1882 per lo scoprimento dei primi busti in Castelcapuano:
“Cominciava procelloso questo secolo e non aveva ancora varcato quando arrivava in Napoli un Re che trepido dell’impensata corona, chiedeva qual fosse il miglior avvocato a consigliarlo. Con questo Re entrava un Generale famoso che persuaso poter le baionette occupare non governare una Città, chiedeva qual napoletano avesse potuto sostituire il senno alla spada. E al Re e al Generale fu ad una voce ripetuto il nome stesso : Francesco Ricciardi aveva con sapiente coraggio difeso gran numero di esistenze nelle sanguinose giornate del ‘99; il Popolo aveva un culto per esso.
Quando il francese, miglior guerriero che Re, non seppe non romper la fede; e perdette il trono e la vita, Francesco Ricciardi tornò sereno alla toga: e si vide esser lui mancato al potere, non il potere a lui. Tornò il Regno del Borbone, e la reazione, inseparabile da ogni restaurazione, non osò fino al Ricciardi : tanto incontaminato aveva serbato il nome ! E, indi a pochi anni, fu mirabil cosa che il Borbone, costretto a dare una Costituzione al popolo minaccioso, volle accanto al vicario suo figlio, il Ministro dell’abborrito francese: e Francesco Ricciardi fu primo ministro costituzionale in Napoli.
E diede novella luce il portentoso ingegno. Propose il Giurì: propose il riordinamento del potere giudiziario; propose le modificazioni delle leggi penali, mostrandosi legislatore giureconsulto, scienziato.
La sua casa fu il ritrovo di quanto per altezza d’intelletto e celebrità di scienza si onorava in Napoli. Si diede a coltivar la terra della sua splendida villa, e soleva ripetere al colono quel che aveva detto in Parlamento: bisogna progredire senza sbalzi” (da “Il Foro napoletano nei suoi maggiori”).
– Da “Castel Capuano” di Camilo Gurgo:
“Entrato Giuseppe Napoleone nella città incaricò il generale massena di chiedere quale fosse in Napoli il migliore Avvocato e, per universale designazione, gli fu indicato Francesco Ricciardi”.
– Nicola Nicolini scrisse su Ricciardi avvocato: “Ricciardi si distingueva come avvocato pel sistema di trarre non già da’ forensi, le cui citazioni fissavano a’ suoi tempi la ragione di decidere la cause, ma dall’intima filosofia e dal diritto pubblico le sue difese” (da “Notizie sulla vita di Francesco Ricciardi”); su Ricciardi Ministro della Giustizia: “chiuse le prigioni a’ mandati illegali, e perseguitandosi con egual severità gli arresti arbitrari, scomparirà per sempre questo abuso distruttore di ogni sicurezza individuale, la quale costituisce un oggetto così essenziale del vostro ministro come lo è la persecuzione de’ delinquenti”. (da “Instruzione per gli atti giudiziari di competenza dei giudici di pace”)
– Pasquale Borrelli disse nel “Discorso pronunziato presso al feretro del Conte di Camaldoli Francesco Ricciardi”: “Non la sua ambizione, ma la riputazione del suo merito lo indicò agli stranieri che nel 1806 occuparono il regno. Dopo il volger di pochi anni ei fu collocato nell’apice dell’amministrazione della giustizia: e parve allora che si assidesse nel natural suo posto. Una magistratura sapiente, incorrotta, operosa, circondò questo capo: e benché di fresco educata nelle nuove leggi civili, potè sostenere il confronto con le più illuminate d’Europa”