I bagni Vaccarella
Un tempo il bagno si trovava, di solito, in un angusto locale ricavato dalla rientranza del muro maestro. Mancava il lavabo, il bidet, la vasca da bagno, la doccia e l’unico arredo era semplicemente uno strofinaccio di candido lino, per i più raffinati, detto volgarmente “cento stelle”. Allora in tutte le case mancava l’acqua corrente e, per offrire ai cittadini la possibilità di fare il bagno, un componente dell’estinta famiglia Vaccarella costruì in via Trieste un albergo diurno molto conosciuto in città e in provincia col nome di Bagni Vaccarella dove, con modica spesa, chiunque poteva soddisfare le proprie esigenze d’igiene. Era un vasto complesso edile composto da numerosi camerini con la vasca da bagno e, nell’interno dell’ampio cortile c’erano molte pompe per attingere l’acqua dai pozzi e le vasche per il deposito.
Col trascorrere degli anni, molto probabilmente per mancanza di clienti, il proprietario chiuse il locale in attesa di tempi migliori. Nel 1924, dopo lunghi anni di attesa finalmente arrivò l’acqua alle fontane della nostra città e dopo qualche anno entrò anche nelle abitazioni dove si potè realizzare il bagno con la tanta sospirata vasca o con la doccia. Prima che i locali del diurno fossero adattati ad uso abitazioni, l’intero stabile fu adibito a clinica privata per bambini e sul fastigio della parte interna dello stabile, quella prospiciente sul vasto giardino, si leggeva: Casa di Cura per Bambini (U. Marano)