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Ignazio d’Addedda

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Daddedda1Nasce a Foggia il 16 settembre 1903 e nel 1922 presta servizio nell’Arma dei Carabinieri Reali. Nel 1923 é trasferito in Sardegna, in forza alla Compagnia Est-Cagliari, quale tiratore scelto.

Transita, per concorso, nel Corpo delle Guardie Municipali di Foggia e il 22 luglio 1930 è  a Melfi nel contingente di soccorritori per i terremotati; tale evento segnerà il percorso della sua vita per cui, nel dicembre 1932, risultato primo nel concorso a vice brigadiere di quel Corpo, chiede di essere trasferito al Corpo Municipale dei Vigili del Fuoco, aggregato al Corpo delle Guardie Municipali e in fase di riorganizzazione.

Nel 1936, istituiti i Corpi Provinciali dei Vigili del Fuoco, egli vive in prima persona le fasi di dotazione, di coordinamento e di organizzazione del neo 32°Corpo Provinciale di Foggia, contribuendo a formare le giovani leve per le quali la sua linea di condotta ha fatto scuola.

Con la istituzione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco egli é nel primo organico dei sottufficiali permanenti e nel giugno 1939 partecipa con una squadra di vigili al 1° Campo Nazionale del Corpo tenutosi a Roma in località Acqua Acetosa.

Nell’anno 1940 gli viene conferito, per meriti, il grado di brigadiere facente funzioni, grado confermatogli nel 1948, nel concorso per titoli ed esami.

Gli anni della guerra lo vedono coinvolto nei drammatici eventi che hanno lasciato dolorosi segni nella martoriata popolazione oltre che nel suo corpo e nello spirito.

A conflitto bellico concluso, nel 1957 é vincitore del concorso nazionale per titoli ed esami al grado di maresciallo di III classe, classificandosi all’8° posto della graduatoria nazionale.

  Il Vigile del Fuoco

La sua figura costituisce una icona della passione per il  servizio reso fino al rischio della vita e risulta destinatario di encomi e di numerosi elogi che evidenziano la dedizione al dovere e l’alto senso di abnegazione nell’avere coordinato importanti interventi di soccorso.

Nel gennaio 1940 interviene con una squadra di vigili per il salvataggio di persone  trascinate con l’auto in un torrente. Privo di attrezzature idonee sfida la corrente riuscendo, dopo immensa fatica, a riportare, salvi a riva, i passeggeri prima che l’auto venisse sommersa dalle acque; medaglia di bronzo al valore civile motivata “…affrontando le acque turbinose, raggiunta un’automobile riusciva a trarre in salvo tre passeggeri…”.

L’11 luglio 1941 é di rinforzo al 54° Corpo di Napoli; la sua squadra viene posizionata, in permanenza, in una grotta vicina al porto e ai quartieri limitrofi e si distingue nei pesanti attacchi aerei del 20 e 21 luglio tanto da meritare speciale menzione nel documentario di guerra di quel mese.

Nominato istruttore antincendio per la protezione antiaerea, addestra i reparti dell’U.N.P.A., quelli della Regia Marina presso la Capitaneria di Porto di Manfredonia e della Regia Aeronautica presso l’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia nonché le squadre civili presso lo stabilimento dell’Istituto Poligrafico dello Stato di Foggia; istruisce, inoltre, i giovani del corso premilitare e, presso i vari comuni della provincia, gli agricoltori per la difesa delle messi dalle piastrine incendiarie.

Per l’esperienza dei bombardamenti su Napoli, gli viene assegnato il comando della “sezione di guardia” costituita da cinque squadre.

Il 15 luglio 1943 viene bombardato il “Parco Ferroviario Militare” e sono colpiti due treni merci con carri cisterna e con bombe e siluri; i vigili sganciano i carri di uno dei treni, colpito in coda, consentendo al macchinista di allontanare il restante convoglio da quell’inferno in cui, per l’esplosione di un siluro, cadono vittime del dovere due vigili mentre quindici altri rimangono feriti, compreso il d’Addedda; una scheggia, spaccandogli l’elmetto, lo ferisce alla fronte ma ha la forza di essere accanto al morente vigile scelto Attilio Rinaldo, negli ultimi istanti di vita.

Dopo le cure, rifiuta il ricovero ospedaliero e chiede di essere riportato là dove continuano ad operare le squadre : “…allo scopo di esortare i suoi uomini al coraggio e all’osservanza del dovere…” come scrissero di lui, nella necrologia in suo onore, i veterani di quell’immane evento.

Alle 20 dell’indomani, Radio Londra trasmetterà “… è stata evitata la distruzione di certa parte della città…”.

Viene insignito del Distintivo d’onore motivato“…per ferite riportate in servizio e per cause di servizio alla regione frontale con scheggia…”.

Di quel battesimo di sangue, il prefetto di Foggia Donadù scriveva: “…la morte di due vigili e il ferimento di altri quindici danno chiara ed eloquente testimonianza del coraggio che animò il 32° Corpo Vigili del Fuoco di Foggia in quella magnifica opera di solidarietà umana e civile…”

A guerra finita, é nominato, con decreto ministeriale, Pubblico Benemerito; sarà il generale di brigata Rinaldo Fiore Vernazza a conferirgli, per l’intervento in zona militare, l’attestato motivato “…In occasione di un violento incendio sviluppatosi in un treno carico di munizioni,  si prodigava,  con coraggio ed elevato senso del dovere, nelle operazioni di spegnimento…”.

Anche tale episodio é ragione del brevetto di concessione della Medaglia d’oro al valore militare alla città di Foggia che recita “… i suoi figli seppero tra immani difficoltà impedire che i rovinosi incendi fossero portati a conseguenze più gravi… nel sottrarre con lucida determinazione a ulteriori deflagrazioni e distruzioni i convogli ferroviari carichi di munizioni…”.

Intanto nei sedici aeroporti della piana del Tavoliere spesso rientravano dalle missioni di guerra aerei danneggiati che atterrando si incendiavano; le squadre intervenivano affrontando altri rischi, altre esplosioni e destando ammirazione nei comandi alleati tant’é che, dopo un ulteriore intervento diretto dal d’Addedda, il comandante del Quartiere Generale della Base Aerea di Foggia, col. Robert K. Martin, indirizza al Comando del 32° Corpo una lettera in cui si legge: “…esprimo la mia gratitudine per gli aiuti dati da voi e dai vostri uomini.E’ confortevole sapere che in casi di emergenza si può fare assegnamento su un efficace e capace Corpo dei Pompieri…”.

In seguito, sarà premiato dall’ Hero Fund Carneige, per gli atti di eroismo civile.

Il 13 marzo 1945, nel corso di operazioni di abbattimento di strutture  pericolanti  salva la vita ad una bimba lasciata dalla madre in un palazzo prossimo al collasso;medaglia d’argento al valore civile motivata”…non esitava a raggiungere la piccola e riusciva appena in tempo a sottrarla a sicura morte. Esempio ammirevole di attaccamento al dovere e di sereno ardire…”.

Nell’agosto 1947 gli viene conferita la Croce di Anzianità :”…per evere prestato, durante la sua permanenza nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, effettivo lodevole servizio, mantenendo alte le tradizioni del Corpo…”.

Il 13 agosto 1949, é presso le FF.SS. per un incendio di fusti di olio combustibile; egli, che é primo, é l’unico ad essere avvolto da una delle esplosioni, riportando serie ustioni agli arti inferiori.

Nel 1950 é insignito della Croce al merito dell’Ordine di S. Giorgio.

Il 16 settembre 1959, ultimo giorno di servizio, crolla in Barletta un palazzo seppellendo quarantanove persone ed egli parte con due squadre di rinforzo al Corpo di quella città e vi si trattiene, per alcuni giorni, nelle operazioni di recupero delle salme; nel frattempo, la Direzione Generale disponeva il suo trattenimento in servizio per ulteriori sei mesi.

In quiescenza dal  17 marzo 1960, il Sottosegretario di Stato, Francesco Barberi, gli invia una medaglia d’argento con incisa la dicitura “A testimonianza del costante ricordo” .

L’Ispettore Generale Capo gli indirizza un Attestato che recita: “A testimonianza che il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco conserva vivo il ricordo del suo prezioso contributo”.

Nella ricorrenza del 50° della fondazione del Corpo, la Direzione Generale dei Vigili del Fuoco gli invia una medaglia d’argento commemorativa, appositamente coniata oer l’evento.

 L’Associazione Nazionale del Corpo dei Vigili del Fuoco in congedo lo nomina Socio d’Onore a motivo  “…degli atti di valore da lui compiuti, quale ulteriore apporto alla gloria del Corpo…” e gli conferisce un Attestato di benemerenza “…per la prestigiosa e meritoria opera svolta con alto senso di responsabilità e indomito coraggio…”.

Il 3 maggio 2000 rende la sua anima al Signore.

Dopo la sua morte, i veterani del 32° Corpo dei Vigili del Fuoco di Foggia gli hanno  dedicato, a duratura memoria, un cippo marmoreo collocato nel cimitero cittadino, la cui iscrizione recita “ Memoria eorum qui generose vixerunt in audaci officio faciundo posteris servetur”

 La Città di Foggia lo ricorda con la denominazione di un viale a suo nome.

Il Ministero dell’Interno, ne ha onorato la memoria intitolandogli la caserma dei Vigili del Fuoco di Manfredonia presso la cui Capitaneria di Porto era stato istruttore antincendio mentre il Dirigente Provinciale di Foggia ha curato, a sua volta, l’emissione di annullo postale figurato, a tangibile testimonianza della passata permanenza nel Corpo di tale valorosa figura.

Il soldato

Ad avvenuto armistizio, presso l’Ovile Nazionale vicino Borgo Segezia dove i vigili si erano trasferiti temendo danni alla loro caserma che fu bombardata il 19 agosto 1943, riceve l’ordine del comandante il Presidio Militare di Foggia di consegnare le armi in dotazione (pistole, moschetti, mitragliatrici e bombe a mano)  alle truppe tedesche. In d’Addedda riemerge il soldato che ritiene quell’ordine errato nella procedura e certamente imposto e si rifiuta di eseguirlo.

Il 10 settembre 1943, all’ora del rancio, i vigili vengono accerchiati; i tedeschi li disarmano, si impossessano degli automezzi e li trasferiscono, prigionieri, presso l’aeroporto militare “Gino Lisa”, costringendoli a colmare le buche delle piste, causate dalle bombe. Il d’Addedda non é abituato a subire gli eventi per cui esperto del territorio aeroportuale quale già istruttore e temendo, a lavori ultimati, l’internamento o, peggio, la fucilazione, organizza l’evasione in massa attraverso le rotture nei reticolati del campo, da porre in atto nel corso di allarme aereo.  La fuga riesce.

Da pensionato, si interessa per fare riconoscere combattenti i vigili; rintraccia gli ordini dell’armamento perfino in Germania presso l’archivio della Wehrmacht, a Friburgo di Brisgovia.

Nel 1993 l’Associazione Nazionale Carabinieri gli conferisce, quale già appartenente all’Arma,  un Attestato di benemerenza, consegnatogli dal comandante del Gruppo Carabinieri di Foggia Col. Salvatore Scoppa e che recita: “…con affettuosa riconoscenza” .

L’uomo

E’ sempre emersa la sua vigile amorevole presenza nella vita civile tant’é che il 23 agosto 1942 avendo raggiunto per primo il comune di Monteleone di Puglia per gli incendi di quel Municipio e della Caserma dei Carabinieri Reali, originati da una sommossa, viene convocato e sentito dal Consiglio del Fascio riuscendo a scagionare il parroco del paese, rev. Rocco Paglia, accusato di istigazione.

Il 25 novembre 1948 riesce a bloccare un cavallo imbizzarrito che attaccato ad un calesse si dirigeva verso il mercato quotidiano di Corso Giannone, affollato di gente, impedendo in tempo che travolgesse persone e cose; proposto per un encomio a seguito di un rapporto dell’Arma dei Carabinieri, chiede la non menzione sul suo foglio matricolare.

Nel 1983, da pensionato, viene insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Nel 1993, nella ricorrenza del 50° anno dei bombardamenti sulla città, il Sindaco di Foggia gli consegna una Targa Ricordo con inciso “Con sempre grato apprezzamento”.

Nel 1996, in occasione della Giornata dell’automobilista, l’Automobile Club di Foggia gli consegna, per i suoi sperimentati lunghi anni di guida, una  Targa quale“Attestato di primo super pioniere del volante in Capitanata”.

Nel 2008 gli viene attribuito “alla memoria” il Premio Internazionale Daunia,  istituito per esaltare i meriti e le capacità umane di personaggi della provincia di Foggia.

E’ stato uomo dinamico che ha sempre operato con intenso impegno anche nella salvaguardia del beni dei cittadini. Avveduto e pervaso da profonda umanità, ha saputo infondere il suo spirito ardimentoso a quanti lo circondavano, esempio ammirevole di amor di Patria, di dedizione nella tutela della vita e nella cura della sicurezza della sua città.

L’operato di questo concittadino, fedele servitore dello Stato, é ora patrimonio della letteratura di quel periodo storico di Foggia.