Il crollo del Palazzo Cimaglia – 11 aprile 1832
Dal “Giornale Patrio” del 12 aprile 1832
Dobbiamo annunziare un assai spiacevole avvenimento. Ieri sera circa le ore 7 e mezza di Francia crollò con fragoroso scoppio simile a quello del tuono la metà del palazzo de’ signori Cimaglia, al vico detto Cimaglia, non che due stanze del palazzo contiguo del marchese Freda, trascinate dalla caduta del primo che da più giorni minacciava rovina e che per oscitanza e mancanza di mezzi de’ patroni di casa non erasi a tempo riparato. Grazie alla Provvidenza niun individuo delle rispettive famiglie ha sofferto il menomo danno, poiché niuno trovavasi in quelle stanze rovinate; ma rimasero chiusi senza poter più uscire né calare in altre stanze del palazzo medesimo. La sola famiglia di un ufficiale che trovavasi alloggiato in quelle stanze che ha sofferto la maggior rovina si trovò salva miracolosamente abbenchè una delle giovani figlie trovossi sotto le pietre, e malconcia in modo che disperavasi della sua vita, finchè non fu tratta fuori con pena e stento in stato di sommo abbattimento. L’orrore che destò il crollamento di un edifizio tanto conosciuto alla grande popolazione ivi accorsa al momento, fu inesprimibile, e tutti compiangevano le disgrazie che sopravvengono ad una buona e nobile famiglia già ricca, ed oggi ridotta nelle miserie! La gendarmeria diede lodevol prova di zelo nel vegliare durante l’intera notte al mantenimento dell’ordine pubblico, seguendo gli ordinamenti di quelle autorità che sopra luogo portaronsi per non far violare nulla della roba caduta sotto le rovine, e per dar soccorso alle famiglie pericolanti, che dovettero prender riposo in diverse case vicine