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Il Foggia dalle origini allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale

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Il Foggia negli anni '20 al campo Pila e Croce

Il Foggia negli anni ’20 al campo Pila e Croce

I primi rapporti dei Foggiani con un pallone risalgono al 1909. La prima squadra ad essere fondata fu la Daunia che sceglierà i colori bianco-neri. Il suo primo allenatore fu Giuseppe Martucci ed i primi calciatori che si cimentarono in questo sport ancora poco noto rispondevano al nome di Federico Martucci, Ettore La Medica, Luigi Bellomo, Saverio Addivinato, Attilio Muscio, Mario Alfarano, Michele Cannone, Ercole Segreto, Giuseppe Arri, Antonio Stringani e Alessandro La Valle.

Le prime sfide tra gruppi rionali si svolgono sul campo sportivo che si trovava nella zona dell’Orto botanico, nella zona occupata oggi dal centro di Tiro a Segno.

L’esperienza della Daunia non dura molto, forse solo qualche mese e dalle sue ceneri vengono fondate due squadre che contribuiscono a creare le prima rivalità in città, non solo sul campo ma anche nei giardini della Villa Comunale e nei caffè cittadini animando le discussioni tra sostenitori di una compagine o dell’altra: le due squadre in questione erano la “Sardegna” e l’”Unione Sportiva”.

I calciatori più rappresentativi delle due squadre furono Peppino Comei per la Sardegna e i fratelli Tiberini, milanesi, per l’Unione Sportiva. Le sfide stracittadine entusiasmano i foggiani ma ben presto ci si rende conto che forse è meglio concentrarsi per la costituzione di un’unica squadra e,per iniziativa di uno dei due fratelli Tiberini, nasce l.U.S. Atleta. Viene avviata una rigida selezione e vengono scelti a farne parte calciatori provenienti dalle due squadre d’origine: Comei, Giuliani, Formillo, Panza, Cicolella, Ritrovato, Faccio, Scaramella. La sede dell’Atleta si trovava dove ora è il Palazzetto dell’Arte vicino alla Villa Comunale ed il campo, con tanto di recinzione, si trovava nella zona dell’Ippodromo e fu denominato “Pila e Croce”. L’attività agonistica prosegue assiduamente dal 1911 al 1915 e a Foggia si comincia ad assaporare il gusto dei derby: vengono infatti a far visita a Foggia le squadre del Bisceglie, Molfetta e Trani. Arriva la Prima Guerra Mondiale e molti calciatori, per lo più studenti, partono e l’attività calcistica a Foggia, come nel resto della nazione, conosce un brusco arresto: gli stessi calciatori dell’U.S. Atleta non tornerranno più restando vittime nelle trincee.

Il "Divo" Sarti

Il “Divo” Sarti

Subito dopo la guerra l’attività riprende grazie all’impegno di Gustavo Nannarone, detto il commendatore, che inizia a pescare tra i giovani studenti volenterosi di entrare a far parte del mondo del calcio foggiano. E’anche in momento difficile e ben presto, per dissidi tra dirigenti, da una costola dell’Atleta nasce la società sportiva “Maciste” che si contrappone ad una nuova realtà foggiana fondata da Alfredo Cicolella la “Pro Foggia”. Non si hanno più notizie dell’U.S.Atleta ma di certo si sa che la città non si vuole spaccare in due ma vuole un unico sodalizio competitivo e quindi dopo un po’ di tempo nasce lo Sporting Club dalla fusione della Maciste e della Pro Foggia. Lo spunto per riunire sotto un’unica società salda tutti i calciatori foggiani è offerto dalla venuta in città del campione italiano Giuseppe Spalla. E’ il maggio del 1920. Al timone della polisportiva viene nominato il colonnello Carlo Gigliotti, il primo presidente che avvia il sodalizio verso una dimensione professionistica. In questo periodo molti foggiani e i calciatori stessi si autotassano per realizzare un campo sportivo: viene scelta l’area dove,dopo tanti riammodernamenti sorge oggi il glorioso “Pino Zaccheria”.  La squadra ha ora i colori rossoneri. Ma perché mai la scelta dei colori sociali era ricaduta sul rosso e sul nero? Erano stati i fratelli Tiberini, tifosi milanisti, che per affari facevano la spola fra Milano e Foggia, a decantare le gesta del diavolo rossonero al gruppo dei pionieri che la sera si ritrovavano a parlare di calcio sotto il portone del vecchio Tribunale. A scegliere i colori del Milan era stato uno straniero, un calciatore inglese di nome Kiplin.<<Saranno maglie rossonere, rosse perché saremo diavoli, nere perché dovremo far paura a tutti>>. Le imprese calcistiche ora erano quelle di Renato Sarti (portiere di origine riminese) denominato il “Divo”.

Lo Sporting Club si iscrive nel 1920 al suo primo campionato di seconda Divisione e sempre più tifosi si avvicinano al calcio per vedere le imprese di tre calciatori che il presidente aveva fatto venire dal Torino:Testa, Minersi e Senestro. La squadra va bene e non sfigura al cospetto di squadre anche più importanti.

Nella seduta del 31 maggio del ’22 del Comitato regionale della F.I.G.C. lo Sporting viene affiliato alla Federazione ed il 18 giugno, per festeggiare l’evento, affronta in amichevole i nero-stellati dell’U.S. Biscegliese, prima formazione che scende al parco Comunale ad affrontare il foggia. Il 16 dicembre sempre il Comitato regionale comunica alla lega Sud le formazioni che hanno i requisiti idonei per partecipare al campionato di 2° Divisione. Esse sono: Bisceglie, Fulgor Molfetta, S.C. Foggia, Acquaviva, Brindisi, Veloce, Enotria, Garibaldino Taranto, Olympia Trinitapoli e Ferrovieri. Per iscriversi al torneo occorrono lire 550. Lo Sporting è ormai una bella realtà, al primo tentativo i calciatori foggiani centrano una insperata promozione. Renato Sarti e Peppino Comei, però, da soli non sono sufficienti a reggere l’urto di un torneo insidioso come quello di 1° Divisione. L’immediato ritorno in 2° Divisione, quindi, è un fatto quasi fisiologico. Per ottenere una nuova promozione bisogna attendere il 1925: è l’intramontabile Peppino Comei, tornato nel frattempo all’attività agonistica, a piegare in finale con una doppietta la resistenza del Lecce ; e a regalare ai suoi il ritorno in prima Divisione.  Seguono alcune stagioni di transizione nelle quali comunque si segnalano elementi di spicco come il laterale Edmondo Della Valle, destinato a vestire la casacca della Juventus, gli attaccanti molfettesi Giosuè Poli e Giovanni Vicentini, gli ex nazionali Severino Rosso e Giuseppe Giustacchini..

Nella stagione 1928-29 l’U.S. Foggia (divenuta tale dopo la fusione fra lo Sporting Club ed il Velo Club), sotto la presidenza di Luigi Turtur accede alle finali nazionali, dove sfiora la promozione in B. I tempi sono però ormai maturi per il grande salto. L’avvento in panchina del tecnico magiaro Bèla Karoly segna la svolta: in Capitanata approda il bomber italo-belga Alfredo Marchionneschi che affiancherà in attacco Montanari e Marchetti. La serie B giungerà nel 1933: In quella squadra non ci sono più Karoly, avvicendato in panchina da Tony Cargnelli, e Fioravante Baldi, giovane talento esploso in casacca rossonera e poi approdato in Divisione nazionale, al Torino. Sempre in quegli anni ai rossoneri di Capitanata viene affibbiato un accattivante nomignolo: satanelli. E’ il giornalista e musicista foggiano Mario Taronna nelle sue corrispondenze sui quotidiani dell’epoca a coniarlo con successo per la prima volta.

Nella stagione 33/34 il Foggia si affaccia quindi per la prima volta in Serie B: a rappresentare il Sud quell’anno gli fa compagnia solo il Bari; il Foggia non sfigurerà al cospetto di Perugia, Modena, Atalanta, Spal, Vicenza, Verona, Pistoiese ecc. e conquisterà un prestigiosissimo settimo posto. La formazione tipo di quell’anno era: Baldi I, Lavè, Del Re, Mussi, Bedogni, Kazianka,Ravanello, Labbate, Baldi III, Benedetti e Sudati.

L’anno 34/35 consegna al Foggia un’altra emozionante avventura in Serie B terminata con un ottavo posto dopo lo spareggio con la Cremonese (andata ad Ancona 1-1; ritorno a Fano 1-0 per i rossoneri). Le cronache raccontano di carovane di tifosi del Foggia (circa duecento) per seguire la squadra lontano dalle mure amiche per lo spareggio.

La stagione 35/36 rappresenta per il Foggia il terzo ed ultimo campionato di serie B consecutivo: nasce il girone unico a 18 squadre e i rossoneri si confrontano con squadre prestigiose e blasonate come il Novara, la Pro Vercelli, il Viareggio e la Spal; il Foggia giunge sestultimo insieme a Viareggio Spal e Pistoiese ma retrocederà per la peggiore differenza reti. La formazione di quell’anno era: Narducci, Rosso, Del Re, Boniforti, Marsico, Mussi, Barbieri, Lorini, Torti II, Torti I, Labbate.

Il Foggia di Plemich

Il Foggia di Plemich

Nelle stagioni successive il Foggia, tornato mestamente in Serie C, non disputa campionati esaltanti anche perché gran parte dei suoi giocatori vestono ora altre casacche e solo nel 1940 la squadra riesce a raggiungere un buon quinto posto in classifica. Viene affidata al tecnico Plemich e la formazione sarà la seguente: Toriello, Notari, Ponzanibbio, Trovatore, Marsico, Carrara, Della Pace, Frigerio, Bertè, Piazza e Caputo. La guerra incombe e ne paga le conseguenze anche il calcio a Foggia: tra il ’42 e il ’46 si organizzerà una squadra di emergenza che affronterà il girone meridionale della serie C: l’atrocità della guerra cancellerà ogni testimonianza e qualunque notizia in merito.