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Il Palazzo del podestà

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A seguito dell’incendio del vecchio Municipio a Porta Arpana, sopo i moti tu ultuosi dell’aprile del 1898, gli uffici comunali furono sistemati provvisoriamente nell’ex convento di S.Chiara ma ovviamente gli spazi si rivelarono ben presto insufficienti e determinando la necessità da parte dell’Amministrazione di valutare la possibilità di costruire un nuovo edificio. Siamo nei primi anni del Regime fascista ed è per questo che a tale nuova struttura si pensa di dover dare il nome di Palazzo del Podestà. Si decise di individuare l’area per la costruzione nella zona centrale della città, in corso Garibaldi di fronte alla sede della Bamca d’Italia anche per la vicinanza ad altri edifici che allora ospitavano altre importanti funzioni pubbliche come ad esempio il Palazzo del Governo, La sede dell’Amministrazione Provinciale e quella dell’Intendenza di Finanza. La scelta cadde anche su quella zona per la presenza del convento del Salvatore, di proprietà comunale, e che pertanto avrebbe limitato le spese per le necessarie espropriazioni. Con la costruzione del nuovo edificio comunale si sarebbe anche provveduto a risanare una delle zone più anti-igieniche della città, dando maggior lustro a tale zona centrale di Foggia.

Non fu del tutto semplice l’esproprio degli edifici insistenti su quell’area, soprattutto per la presenza della parrocchia di S.Michele Arcangelo e della chiesa del S.S. Salvatore; quest’ultima era fortemente vincolata al culto dei fedeli devoti a S.Alfonso dei Liguori e alla Venerabile suor Maria Crostarosa. Fu necessaria una convenzione con S.E. Mons. Farina, vescovo della Diocesi, firmata il 7 agosto 1930: il comune si impegnava, per la costruzione delle due chiese, a versare la cifra di 340.000 lire alla quale si aggiungeva un versamento annuo di 30.000 lire per nove anni, mentre il vescovo prendeva l’impegno, per completare le costruzioni, di aggiungere a tali cifre alcune elargizioni della Diocesi, le offerte dei fedeli ed un contributo della S.Sede.

Nel frattempo il corpo di suor Maria Crostarosa fu trasferito nella chiesa di S. Domenico, mentre le attività della parrocchia di S.Michele continuarono nei locali del convento di S. Chiara.

Con delibera n. 958 del 16 gennaio del 1928 l’Amministrazione comunale aveva affidato l’incarico per la progettazione del Palazzo all’architetto Armando Brasini, Accademico d’Italia, e, circa un anno dopo, il 3 gennaio 1929, con delibera n. 1755, veniva approvato e finanziato con 7.000.000 di lire, il progetto presentato.

Il palazzo sarebbe sorto su un’area di 2800 mq., di cui 2435 coperti e la parte restante destinata a cortile; la struttura prevedeva un piano seminterrato destinato a caserme e garage oltre a quattro piani oltre il piano stradale, 103 vani, un atrio molto ampio, ed inoltre scale e scaloni.

L’edificio avrebbe ospitato anche la Direzione delle Imposte di Consumo e gli uffici della Esattoria-Tesoreria.

Il Palazzo avrebbe avuto una altezza di 27 metri nel prospetto anteriore e prevedeva una torre di 53 metri dove sarebbe stata posizionata la campana del Comune. La facciata anteriore prevedeva quale due gradinate esterne conducenti all’Arengo che si apriva tramite tre archi. Visto dall’alto il palazzo avrebbe avuto la forma di una grossa M che avrebbe omaggiato ovviamente il Duce.

L’architetto Brasini, illustrando il progetto, dichiarò di essersi ispirato alle nuove costruzioni fasciste, ma di aver tenuto presente anche le imponenti costruzioni sveve della regione. I materiali sarebbero stati la pietra di Trani ed il mazzaro duro, materiali pugliesi, oltre al mattone tipicamente italiano.

Il Palazzo avrebbe rappresentato il primo passo per la costruzione della nuova Foggia e Benito Mussolini, dopo aver ricevuto il Podestà e l’architetto e dopo aver visionato il bozzetto, autorizzò i lavori l’8 marzo 1929.

Il 13 marzo 1933 il palazzo viene consegnato mentre l’inaugurazione ufficiale avverrà l’8 settembre 1934 alla presenza di Benito Mussolini.