Il re Ferdinando passa per Foggia – 1 gennaio 1837
Da “Il Giornale Patrio” – Lunedì 2 gennaio 1837 – tempo a neve
Lo sparo di un grosso maschio sulla strada di Napoli, e ‘l suono di tutte le campane hanno annunziato al pubblico il prossimo arrivo di Sua Maestà il Re nostro signore, il quale è giunto fra noi circa le nove antimeridiane, fra il giubilo d’immensa popolazione, e fra le grida unanime di viva il Re, accompagnandolo da fuori le mura fino al real palazzo, lieta sempre di rivedere in buono stato di salute l’amato suo Sovrano.
Il Re è entrato in una carrozza a sei cavalli, avendo a suo fianco Sua Altezza Reale il principe don Leopoldo, Conte di Siracusa, col cavaliere di compagnia Duca di Sancesario alla parte de’ cavalli. Seguivano altre quattro carrozze a quattro cavalli col suo seguito, composto dal Marchese del Vasto, cavaliere di onore di Sua Maestà la Regina, tenente generale Salluzzi, Duchessa d’Ascoli, dama di compagnia di Sua Maestà la Regina, Principessa di Bisignano, dama di onore di Sua Maestà la Regina, aiutante di camera di Sua Maestà signor Bianchi, aiutante di camera di Sua Altezza Reale e suo cavaliere di compagnia marchese Forcella, e Safalta camerista, e tanti e tanti altri di cui non se ne conoscono le denominazioni. La carrozza del Re era preceduta dal suo battitore, da quattro gendarmi, da due guardie d’onore, e da vari guardiani de’ baroni di questa provincia. Un drappello di guardie di onore ed altri gendarmi seguivano la vettura. L’intendente, e ‘l Comandante la provincia, non che il Sott’Intendente di Bovino, seguivano il corteggio in altra vetuuraq, ritornando da Savignano.
La strada che Sua Maestà à traversato, entrando in Foggia, è stata quella della Madonnella da poco costrutta, ed in bello aspetto tenuta, anzicchè non ancora dell’intutto compita, ed ancora in costruzione. La guardia urbana era schierata lungo il palazzo comandata dal capo e sottocapo urbano signori Baroni e Celentano. Entrata la Meastà Sua nel real palazzo è stata ricevuta a piè scale da monsignor vescovo Monforte, dal segretario generale Spasiani, dal Consiglio d’Intendenza, Tribunale di commercio, direttori, ed altri primari impiegati sì civili che militari, non che dal corpo municipale, f.f. da Sindaco don Giuseppe Celentani, i quali tutti accompagnati Sua Maestà fino agli appartamenti hanno avuto l’onore di baciargli la mano, ricevendo ciascuno qualche parola che la Maestà Sua si è degnata di pronunziare, estendendosi con maggiore effusione verso il Sindaco di Foggia a cui à manifestato il suo compiacimento a pro di questa popolazione tanto a lui devota.
Alle 11 à avuto luogo il pranzo nell’altro appartamento,ove hanno avuto l’onore si sedere a tavola con Sua Maestà i cavalieri e le dame in seguito, Monsignor Vescovo, che non à pranzato, perché doveva ancora celebrare, l’Intendente e ‘l Comandante la provincia. La guardia del palazzo è stata affidata alle guardie di onore per l’interno, ed agli urbani per l’esterno e scale.
Alle 12 il Re si è portato in unione del principe Don Leopoldo e del suo seguito nella basilica, per ascoltare la messa, celebrata da Monsignor Vescovo, e per adorare Maria Santissima d’Iconavetere nostra totale proteggitrice. Il capitolo e porzione del seminario hanno ricevuta la Maestà Sua sulla porta d’ingresso, porgendogli l’acqua benedetta. Una compagnia di guardia urbana ha prestato servizio nella chiesa. La guardia di onore è rimasta a cavallo sul largo della basilica, perché di seguito alla carrozza del Re.
Terminata la messa colla benedizione del Vescovo, Sua Maestà à voluto visitare il nuovo edificio del nascente Orfanotrofio provinciale Maria Cristina, che per nostra disavventura non trovasi che alle fondamenta ancora per incuria ed oscitanza dell’appaltatore.
Dall’Orfanotrofio è passato a conoscere il nuovo parco per le giumente destinate al salto de’stalloni. Quindi avendo dato un’occhiata alla villa comunale, facendola conoscere al suo degno germano, e che per causa del tempo rigido ed a neve, non à potuto goderla a piedi, si è di bel nuovo ritirato al real palazzo, fra una moltitudine di popolo, che lo à sempre seguito in tutti i punti.
È da osservarsi che il Re in tutto il sopradetto giro per la città si è servito della carrozza dell’Intendente Lotti, il quale ha avuto l’onore di accompagnare la Maestà Sua nell’istessa carrozza, seguendogli le persone di seguito in altra carrozza del Marchese Rignano.
Finalmente alle due pomeridiane circa la nostra gioia à avuto il suo termine, per essersi di bel nuovo la Maestà Sua posta in viaggio per la volta di Manfredonia coll’istesso ordine e seguito col quale à fatto la sua entrata. La guardia di onore però l’à seguita in maggior numero, e ‘l comandante di essa don Gaetano della Rocca à accompagnato il Re fino a Manfredonia, avvicinando sempre lo sportello della carrozza con quello zelo e dovere di ogni buon suddito e fedele soldato. Il Re è uscito da Foggia commosso per l’entusiasmo della popolazione, che lo à accompagnato fra gli evvivaripetuti fino a fuori le mura della città e che per la rigidezza del tempo non à potuto correre più oltre.
Alle 24 si è conosciuto con piacere generale che il Re è giunto a Manfredonia circa le 4 pomeridiane dietro un felicissimo e sollecito cammino, ma che i reali pacchetti a vapore non eran pur anche giunti in quel porto, e che se ne disperava l’arrivo per quella notte istessa. La Maestà Sua abita in Manfredonia la casa di quel reverendissimo arcivescovo Salvemini.
L’Intendente e ‘l Comandante la provincia han seguito il Re fino a Manfredonia, ove si tratteranno fin che la Maestà Sua sarà imbarcata, e dopo avergli prestati tutti que’ servigi dovuti alla loro carica.