Il tifo nel 1971
da un articolo del 1971 di Luca Cicolella su “La Gazzetta del Mezzogiorno”
Nel campionato 1970-71 il Foggia di Maestrelli venne più volte sbeffeggiato da una classe arbitrale che salvaguardava gli interessi delle grosse società calcistiche. Successe quindi che durante la gara Foggia Fiorentina dell’11 marzo alcune decisioni arbitrali molto dubbie condizionarono il risultato finale (1-1) e dando modo ai tifosi di reagire in malo modo obbligando il Giudice sportivo a far disputare la partita seguente sul neutro di Bari.
I tifosi del Foggia, allora, considerando la necessità urgente di far punti ed il fatto che allora era l’unica squadra pugliese a disputare il campionato di serie A, chiesero una mano ai tifosi baresi.
Per rivivere i momenti vissuti sugli spalti, ci affidiamo alle parole di Luca Cicolella che su “La Gazzetta del Mezzogiorno” seppe raccontare, in modo impeccabile, una giornata vissuta sicuramente con spirito goliardico e sportivo.
Non era necessario partire da Foggia all’alba per arrivare in tempo allo stadio di Bari. Per percorrere i cento, o poco più chilometri di autostrada, ci si poteva mettere in cammino anche verso le quattordici ed essere più che puntuali al… fischio d’inizio del sig. Mascali di Brescia. Ma i tifosi hanno sempre fretta e quelli foggiani non fanno certo eccezione. La carovana del tifo ha dato la sveglia a Foggia col canto dei galli.Clacson che ti stordivano le orecchie, gimkane di moto e motorette a scappamento aperto, strade intasate di auto. Erano appena le sette. Una vecchietta, che forse non sa nemmeno che il pallone è tondo, a quel frastuono s’è fermata ad un angolo di marciapiede ed ha chiesto ad un giovane: “Che succede, figlio mio, posso andare a Messa? Questi matti mi fanno paura, è scoppiata la guerra?”. E uno di quei matti di rimando: “No, nonnina, vanno tutti sulla Luna”. La nonnina gli ha creduto e ha preso mestamente la via del ritorno (a casa).
IN DUE SI TIFA MEGLIO – Foggia piazzale della stazione. Qui si son dati appuntamento i tifosi che sono venuti a Bari in pullman, se così si possono ancora chiamare dei bus tappezzati di striscioni in cui si esalta il “gemellaggio” con slogan di questo tipo: “In due si tifa meglio”, “Due in A fanno paura alla mafia del Nord”, “Amici di Bari stringiamoci la mano”, “Fra un anno chi scende in Puglia perderà due volte”.C’è don Emilio Torre, quasi settant’anni, con una camicia rossa, fazzoletto rossonero al collo. Si agita bruscamente per far vedere che anche le calze sono di quel colore di fuoco. Un tifoso gli fa: “Don Emilio, e se il Foggia perde?” A questo punto anche il viso di don Emilio diventa di fiamma. Sembra voglia bruciare vivo quell’audace. Poi… sbuffa: “Non ti dico che accadrà…ma sarà terribile”
IL VIAGGIO DEL PALLONE – Il viaggio del pallone si snoda ininterrotto per cinque ore sulle strade che da Foggia portano a Bari. Nutrita la rappresentanza del “gentil sesso”. Fidanzati e fidanzate che aggiungono al tifo molto “zucchero e miele”, signore che hanno per un giorno marinato la…cucina e si sono guadagnate, grazie al calcio, un pranzetto fuori casa. Sembrano andare ad una gita in cui, almeno per loro, il calcio sta come il cavolo a merenda. Una bionda, non più giovanissima si lascia sfuggire: ” E va bene, se al ristorante si fa tardi, vuol dire che faremo a meno della partita”. Non l’avesse mai detto. Il solo commento… riferibile è stato questo: “L’avevo detto che la donna è il più bel regalo che si possa fare al… Vicenza? E dire che le abbiamo invitate a venire allo stadio gratis”.
LA “TERZA MANO” – Ore tredici e trenta a Bari: Attorno allo stadio vi sono già più di mille auto, altrettante moto, almeno trenta pullman. Intanto arriva il “treno rossonero”. Dai vagoni scendono altri tremila (e ci teniamo…bassi) scamiciati con una selva di bandiere e di striscioni rossoneri. “Non segnate un gol, se no il Foggia s’arrabbia e vince” è scritto su uno di questi, come una profezia per quel che sarebbe accaduto in campo (anche se non si è concluso esattamente così). La “legione del cha cha cha” si avvia a marce forzate verso “l’arena dell’amicizia”, come in molti hanno definito il campo del Bari. “Baresi dateci una mano – grida un tifoso con un megafono – e ben presto ve ne daremo tre”. Ed il solito spiritoso: “A quello la terza mano gli è cresciuta stanotte”.
MILLE DISCHI – Majoli sbaglia il rigore. Faloppa segna, il Foggia perde per 0 a 1. Fine del primo tempo. In tribuna d’onore Fesce ha la faccia del…terrore, il vice presidente Cucci si lamenta per il vicino di sedia che non gli permette (per educazione, spiega) di divincolarsi come l’occasione richiede. Il sindaco Salvatori soffre tremendamente dentro, ma da consumato politico riesce a… sorridere, nonostante tutto. Non riescono ad essere altrettanto …politici nè il vicesindaco Marcellino nè il presidente del Coni, Galasso che, per darsi un contegno, chiedono a destra e a manca… come andrà a finire. “Rinasce la speranza e tutto ci sorride…” canta dagli amplifoni una dolce voce di ragazza. E Fesce quasi balbettando: “Volesse il cielo… ne compro mille dischi”.
BOLGIA INFERNALE – Saltutti ci mette la botta buona. E chi ha capito più niente. Addio self-control, addio contegno e ritegno di uomini e donne, ciao, ciao belle maniere. Ballano in tribuna matusa e giovincelli abbracciati, il settore riservato alle autorità è una bolgia infernale, l’usciere della tribuna stampa rotola per le scale, nonostante i suoi novanta chili, in trentamila gridano come presi da una follia collettiva. “Anche il Bari pareggia”, grida un bruno baffuto che è stato per due ore a masticare ceci e semi secchi. Ed un foggiano gli cade fra le braccia. E’ “gemellaggio” anche quello.
UN PIEDE PER TROFEO – E’ finita. C’è chi avrebbe dato chissà che per la vittoria del Foggia, c’è chi vorrebbe portarsi a casa come trofeo il piede sinistro di Majoli (quello che ha sbagliato il rigore, tanto per precisare), c’è chi più freddamente commenta”meglio feriti che morti”. Tutti però sono d’accordo sulla nota della simpatia: “Questi baresi – dice don Emilio – meritano la cittadinanza foggiana ad honorem. Più cugini di così si muore”. E se ne scende dalla tribuna sotto braccio ad un barese con cui deve aver simpatizzato forse per…uguaglianza di intensità di tifo. “Domenica – gli dice mentre lo saluta – faremo i conti con i nostri. A Monza se ne sono usciti con un punto, e va bene, sono perdonati. Ma con la Ternana devono essere due, quant’è vero che il Foggia ha pareggiato”. “Amico, mi vuoi sfottere”- lo rimbecca don Emilio. Ed il barese: “Andiamo, cugino, che del pareggio il Vicenza non ha colpa. Quando mai vi è stato concesso un rigore così presto e…”. “Hai ragione – è la risposta di don Emilio -abbiamo avuto il terno buono e l’abbiamo regalato a Puricelli”.