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Industrie agrarie di Capitanata

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Questo è il titolo di un volumetto in cui Francesco della Martora (Foggia 1809 – 1884) raccoglie ed espone elementi e dati rilevati a seguito di apposita indagine predisposta, in tutto l’allora Regno delle Due Sicilie, provincia per provincia, dal Ministro Segretario di Stato degli Affari Interni con ministeriale data in Napoli l’11 dicembre 1844.

La disposizione ministeriale conclude: “questi elementi debbono servire alla pubblicazione di un’opera che chiarisca lo stato in cui l’agricoltura trovasi al presente tra noi ed i vantaggi che si ha ragione di sperare dalle Società Economiche del Regno”.

Francesco della Martora, fra gli altri incarichi e titoli, era all’epoca Segretario perpetuo della Società Economica di Capitanata già dal 25 agosto 1838 e ad essa aveva dedicato tutte le sue capacità di studioso e scienziato, e tutto l’amore per la propria terra che definisce: “Tra le contrade del Regno Napolitano, non va lontano dal vero chi tiene per fermo essere la Capitanata la più importante Regione sia se ne guardi i suoi popoli  fra mezzo le glorie dei prischi tempi, sia se contempli gli auriferi solchi ed il vello prezioso de’ suoi armenti, che soli rendettero smisurata la potenza di tanti dominatori …”.

Ancora, in premessa del suo lavoro il della Martora scrive: “Dovendo convenire nella Capitale [Napoli] per occasione del VII Congresso degli Scienziati Italiani assai uomini ragguardevoli su quanto concerne lo scibile umano, ebbe in animo l’Eccellentissimo dell’Interno qual Presidente Generale del Congresso medesimo, metter in veduta di quei dotti con apposite scritture in quale stato d’incremento si tenessero le industrie, le arti e le scienze nel Regno Napolitano, e come il Governo del Re N. S, provvedesse a tale progredimento …”. 

Si può  a ragione immaginare che queste Società Economiche, istituite in ogni provincia dell’allora Regno delle Due Sicilie, sommassero in sé l’embrione di quei compiti che oggi, in maniera più specializzata, in tutto o in parte, competono ad altri enti come Ispettorato provinciale dell’agricoltura, Camera di Commercio, Consorzi di bonifica, ecc. Cioè studio, ricerca, stimolo, incentivazione.

Le industrie di cui tratta il della Martora, sono quelle che tali all’epoca erano ritenute  in Capitanata, cioè tutte inerenti il vasto e complesso mondo agro-silvo-pastorale, nel suo aspetto di settore primario, quindi coltivazione, allevamento e produzione, e solo nel caso del latte, della lana e della seta accennando alla trasformazione, quale settore secondario.

Il della Martora usa spesso il termine “industriosi” per indicare quegli agricoltori ed allevatori, grandi o di media consistenza, che appunto “si industriano” a migliorare i loro metodi di lavoro e produzione, ad accettare il nuovo che viene proposto.

Sarebbe troppo lungo riportare l’intera ricerca elaborata nel 1846, di cui nel 1991 è stata curata una ristampa, ma mi è parso interessante riprendere e proporre tutta una serie di termini di uso locale, che nello stesso testo originale, per evidenziarli, vengono riportati in corsivo.

L’industria agro-silvo-pastorale non è più quella di un tempo, basti pensare all’intervento della meccanizzazione, alle opere di bonifica e irrigazione, alla leggi in materia di riforma agraria e alla scomparsa del latifondo. Forse, solo nel suono di quei termini, di quelle parole ci si può un po’ ritrovare.

ISCHIO FORTE: terreno argilloso

SUGLIONE: terreno composto di calce, sabbia e terreno vegetale

TERRA LEGGIERA (o NERA): composta di sabbia, terriccio e poca argilla

CRUSTONE (o BRECCIOSO): leggero strato di terreno sabbioso, e talvolta calcareo, che copre una pietra informe calcarea

CRUSTA: la tipica pietra del terreno detto crustone

ISCHIO GENTILE: terreni buonissimi per la produzione di grani duri, composti da argilla integra mista con sabbia e terreno vegetale, ricolmi di “succhi alimentizi”

ISCHIO BASTARDO: hanno meno “succhi alimentizi” e diversa composizione di sabbia e terreno

GLI ISCHI APRONO CANNA: l’argilla, che a lungo trattiene l’acqua piovana, in caso di prolungata siccità perde “una porzione del suo volume e si restringe” manifestando sensibili screpolature, spaccature. La parola ischio proviene dal latino Hisco, is, apri bocca

TERRE RADITI DOLCI: contengono calce in minor porzione della sabbia, quindi più facili da lavorare

TERRE RADITI AMARE (dette anche FERRIGNE): la composizione dei componenti è invertita, e dopo l’azione delle piogge e del vento assumono tale compattezza da rendere difficili i lavori e stentata la germinazione delle pianticelle di grano

ARATRO ANDRESANO: tipico aratro che permetteva l’apertura di un solco di un palmo o poco più

RUOTAZIONE AGRARIA: quella utilizzata nella piana del Tavoliere prevedeva, primo anno grano duro, secondo anno grano tenero, terzo anno biade, quarto anno riposo delle terra

POSTA: terreno su cui riposano le pecore transumanti con al centro il pagliaio per i pastori ed i luoghi di ricovero delle pecore

JACENDE: ricoveri, stalle, per le pecore

MORRA: è costituita da 350 capi ovini

MANDRA: parte della “jacenda” destinata a una morra

CIAVARRE: pecore che passano dal 1° al 2° anno

FELLATE: pecore del 2° al 3° anno

PECORE DI CORPO: pecore da 3 anni in sopra

FIGLIANDA: periodo in cui le pecore iniziano a partorire (da ottobre a dicembre)

VERNERECCI: gli agnelli nati nel periodo della “figlianda”

CORDESCHI: gli agnelli nati successivamente, a febbraio

STRUZZURA: giornata nebbiosa e fredda per la gelata notturna

LATTE MUTATO: è quello che serve all’industria di trasformazione dopo i tre mesi di poppate degli agnelli

SPOPPATI: sono gli agnelli che non bevono più dalla madre

GAGLIO: prodotto per addensare il latte e ottenere il formaggio

SALATURA: operazione a cui vengono sottoposti i formaggi per la conservazione

CASOLARI: luoghi ventilati dove vengono conservati i formaggi

DARE IL BAGNO ALLE PECORE: è l’operazione che si fa prima della tosatura, facendole saltare, per tre-quattro volte, in un corso d’acqua al fine di ripulire il vello

CAROSATORE: tosatore di pecore

MEZZA LANA ( o AGOSTINA ): è la lana che si ottiene dalla seconda tosatura che alcune volte si pratica in agosto

MARANOSI: luoghi dove prediligono vivere i bufali

CIVAJE: coltivazione di piante leguminose

MAGGESE: terra lasciata a riposo

MEZZO MAGGESE: terreno tenuto a parziale riposo con coltivazioni leguminose

ROMPERE (la terra): è l’operazione di prima aratura che si fa su un terreno lasciato a maggese

ROMPERE IL MASCHIO: è la seconda aratura che si fa su un terreno lasciato a maggese, si pratica nel senso contrario della prima, “lavorandosi su la croce”

RISTOCCARE: è l’effetto benefico che gli elementi climatici apportano al terreno dopo le due arature

RINTERZARE: è la terza aratura che serve ad interrare le piante spontanee nate nell’inverno che così producono concime per la terra. Questa aratura si pratica in diagonale rispetto alla prime due incrociate.

RINQUARTARE: aratura fatta nel senso dell’altra diagonale. Con questa aratura il terreno risulterà lavorato in tutti i sensi

LAVORARE ALLA FOVEGNA (o COI CAVALLI TONDI): è il risultato della quarta aratura (inquartare) fatta a solchi grossi, cioè rialzando molta terra

RISTOPPIE: parte dello stelo del grano che resta nel terreno dopo la mietitura

TEMPERATI: dicesi di quei terreni ben bagnati dalla pioggia e che quindi si possono ben lavorare specie nel caso dei raditi amari

MASSERIA DI CAMPO: dove si pratica in grande prevalenza la cerealicoltura

PEZZE: porzioni di terreno

MEZZANA: parte della masseria di campo non coltivata e destinata al pascolo degli animali da lavoro

TEMPE: zolle di terra

APPIANATURA: è l’operazione di rottura delle zolle

PUNGENTE: erba infestante

PORCA: porzione di terreno in cui viene suddivisa la versura prima della semina, questo lavoro è eseguito con l’aratro da un lavoratore detto” imporcatore”, le porche sono delimitate da solchi di 60 passi

TAVOLATO: è detto così  il “tiro”, lunghezza della porca, nel caso la particolare configurazione della pezza lo richiedesse più lungo

RICAPITI e CAPITALI: altri tipi di solchi di delimitazione

ARROSSARE: primi lavori di preparazione del terreno per la semina con l’aratura

VERGA: è la misura usata dal capo-imporcatore per delimitare le porche

SPINATA: lavoro eseguito sul terreno per meglio prepararlo alla semina, si praticava passando sul terreno una trave, a traino animale, lunga 10 palmi a cui venivano legati rami di stingo ed olivo  così da formare una coda strisciante

PASSARE LA PUNGENTE: togliere dal grano già nato le erbe infestanti, a mano con l’uso dello “zappullo”. Lavoro praticato prevalentemente da donne e ragazzi.

CHIAMATA: è quella che attendono i lavoratori di altre province e regioni se già ingaggiati dall’anno precedente

ANTENIERE: è colui che dirige una compagnia di mietitori, formata da circa 50 lavoranti. E’ una specie di caporale che procura manodopera

ALBERANO: convenzione stabilita fra il proprietario terriero e l’anteniere

CORRITURA: rientra fra i patti dell’alberano, consiste nella corresponsione di un carlino per ogni lavorante procurato, e per una sola volta, all’anteniere da parte del proprietario ei campi

FELLA: quota in natura dovuta ad ogni mietitore, consiste nel ricevere un “rotolo” di formaggio durante il periodo di tutta la mietitura. A volte si conveniva di convertirla in moneta, un carlino

STAGLIERI: sono una particolare specie di mietitori che lavorano a versura e non a giornata con un particolare calcolo della parte di paga in natura. Oggi diremmo quasi dei lavoratori a cottimo

MEZZA SPESA: è dovuta ai mietitori una volta giunti alla masseria e finché non inizino i lavori. Consiste nella metà del vitto quale prestazione in natura giornaliera

SPESA: per le quattro mangiate al giorno che fa il mietitore consiste complessivamente in pane, vino,  olio (un 15° di caraffa), sale (un 15° di rotolo), 2 cipolle e 2 agli

PARANZA: sono i sottogruppi in cui si dividono le compagnie di mietitori, una paranza 5 mietitori

LIGANTE: è uno dei cinque componenti la paranza, è addetto a legare i “manipoli” di spighe che gli altri quattro hanno falciato

GREGNA: è l’insieme di tanti “manipoli” di spighe formato dal “ligante”

STOCCATORE: è il mietitore, componente di una compagnia, che una volta entrati nei campi per i lavori assegna le zone di competenza

ANTE: è il posto assegnato alla compagnia per eseguire la mietitura, normalmente è costituito da 10 “porche” contrassegnate dallo “stoccatore” che assegna ognuna ad una “paranza”

AUSIELLI: sono cumuli di “gregne”, a forma piramidale, di solito raccolte da giovinetti

CHIAVE: è così chiamata la “gregna” messa la culmine dell’ausiello

CARRARE: è l’operazione di trasporto degli “ausielli” sull’aia

CAVALLI (o BANCHI): sono i cumuli di più “ausielli” fatti sull’aia con base a forma di parallelogramma

TRECCE: sono dette così le coppie di cavalli che si alternano nel calpestare il grano per dividere la paglia dai chicchi

FACCIA: è il nome dato al prodotto ottenuto dopo l’intervento delle “trecce” che va dal mattino al mezzogiorno

VEGETARE: è il cambio delle “trecce” che hanno lavorato fino a mezzogiorno con altre che proseguiranno fino a sera per completare il lavoro

MARINARA: attrezzo di legno a cui si aggiogano i buoi che ripassando sulla massa sgretolata delle spighe e della paglia tagliuzzata riunisce il tutto in un solo punto

REGLIA: è la massa formata dall’intervento della “marinara”

VENTILATORI: sono lavoratori che con l’ausilio di forche di legno, agendo in favore di vento, lanciano ad una certa altezza cumuli di “reglia”, il diverso peso specifico dei chicchi e della paglia fa sì i primi cadano a poca distanza mentre la paglia viene allontanata dal vento. L’opera di ulteriore ventilazione continua con pale di legno, poi il prodotto si passa in crivelli di latta.

PRECESE: sono solchi tracciati intorno ad un campo di ristoppie da incendiare per evitare che il fuoco invada le zone limitrofe

MUCA: malattia delle piante dei cereali

MUCA GRASSA: se nonostante la malattia, le pianticelle “rimenano”, cioè le radici danno “piante figliuole”

MUCA SECCA (o VERME SECCO): se le radici sono del tutto compromesse e il raccolto va perduto

BUFONO (o GOLPE): altra malattia delle piante di cereali che si combatte con soluzioni di solfato

CORIO (in): sono le terre senza alcuna preparazione

MASCIATURA: è l’operazione di rincalzo di un campo di fave

FARCHIA: tipo di erba di prato annuo

SCOPATURA DI POSTE: è il letame ovino che si accumula, e si raccoglie nelle poste e che poi viene sparso sui campi a pascolo

METACCHI: sono i mucchi di forma conica del fieno tagliato

CORONA (a): congegno a trazione animale (mulo) per estrarre l’acqua dai pozzi ed irrigare gli “ortali”

BARBATE (o MAGLIOLE): pianticelle di vite

SCAZZETTA: forma conica che si da al fondo della buca dove si piantano le “barbate”

TESTE: sono le gemme vigorose che la vite da al secondo anno

INTESTAR LA VITE: è l’operazione di potatura per lasciare una sola gemma novella

CONCA BARRA (a): tipo di zappatura che si pratica intorno alla vite

CAVALLO (a) – CACALUPO (a): altri tipi di zappatura

SPURGA: potatura dell’ulivo

GUBITELLI: rametti di olivo ottenuti dalla “spurga” utilizzati per la riproduzione delle  piante

(a) OCCHIO,(a) BECCO,(a) SPACCO: vari tipi di innesto