La festa di S.Anna
Il 26 luglio ricorre una delle feste più sentite dai crocesi, nucleo originario della città di Foggia, paragonabile, per partecipazione, alla festa patronale. La tradizione cristiana venera S.Anna come protettrice delle partorienti non solo perché ha generato la Madonna, ma anche perché nei Vangeli apocrifi è scritto che Anna era sterile e dopo tanti sacrifici e preghiere le è stata concessa la grazia di partorire la Madonna. La tipicità della festa di S.Anna è legata agli aspetti culinari che si sono mantenuti quasi intatti col passare del tempo.. Negli anni 50 ancora qualcuno ricorda come questa festa fosse occasione di divertimento attraverso il palo della cuccagna, il palio dei maccheroni e il gioco della “quattro soldi” , moneta da staccare con i denti sotto un paiolo annerito dal carbone. Se questi giochi popolari, antico retaggio di feste pre-cristiane, sono scomparsi per per far posto alle giostre, ciò che è rimasto di questa festa è l’usanza di mangiare davanti casa, per strada, le ciammaruchelle, le pizze fritte e il melone rosso. La strada assurge così a spazio di incontro, di comunione tra gli abitanti prima che con se stessi. Concordando con Virgilia Abbatescianni possiamo asserire che “… i modi dell’alimentarsi non riflettono unicamente l’esigenza di un intervento intellettuale sulla natura, ma rispondono ad una necessità di dialogo con essa e con gli uomini, dialogo che nel rito e nel simbolo trova la sua realizzazione”. Le lumache da sempre sono state e sono l’icona della festa di S.Anna. Se analizziamo il cibo da un punto di vista funzionale, ci accorgiamo che le lumache non hanno la funzione di appagare la fame in quanto non apportano sostanze nutritive importanti. Né si giustifica la laboriosità della preparazione, caratterizzata com’è dalla lentezza. Le lumache se fanne patià (riposare) un giorno intero e si cuociono a fuoco lento per far uscire le antenne dal guscio. Quello della lumaca è un rito che trova la sua massima espressione nel percorso che fa la processione di S.Anna. Il percorso professionale che si snoda per le vie di Borgo Croci sembra disegnare una lumaca, facendo assurgere il mollusco terrestre al ruolo di totem. La lumaca, per la sua caratteristica morfologica, richiama al labirinto e al mito di Arianna che, già nel nome, contiene la parola Anna. Di fatto Borgo Croci rappresenta un labirinto e la sua toponomastica ci riporta direttamente al mito di Teseo.
La lumaca, simbolo lunare, è per la sua conformazione un animale apotropaico poiché le sue antenne ci ricordano le corna. Inoltre da sempre la lumaca, insieme alla rana che anticamente si vendeva in occasione della festa, viene fatta mangiare alle donne che allattano poiché si suppone che faccia “scendere il latte”. Le lumache a tavola sono sempre accompagnate dalle pizze fritte: una pizzetta fritta con il sugo di pomodoro fresco sopra. La pizza fritta è un chiaro simbolo uterino che si contrappone alla pettola che si mangia a Natale, di forma allungata, chiaro simbolo fallico. Il motivo per cui queste pizzette si mangiano proprio in occasione della festa di S.Anna si può far risalire alla etimologia della parola “Annone”, che indica la distribuzione gratuita delle derrate alimentari al popolo, cosa che forse avveniva in epoche precedenti e che oggi viene simboleggiata dall’offerta delle pizze fritte. Il melone rosso invece rappresenta l’uovo cosmico, inizio e fine di tutto, quasi un uovo di Pasqua estivo, emblema di fecondità capace di contenere, conservare e riprodurre la vita e, proprio come un grembo gravido, contiene acqua e seme.
Un contributo importante nell’esplicazione del rito di S.Anna ci viene offerto da Angelo Capozzi, il quale legge il nome Anna come Anno al femminile. Anticamente, infatti, vi erano diversi metodi per misurare il ciclo temporale. Quello che oggi noi chiamiamo anno, si riferisce all’anno solare e iniziava anticamente col solstizio d’inverno (Natale). All’anno solare si contrappone l’anno lunare detto pure Anno Caldeo, composto da 12 lune a cui si intercalava una luna per mantenere l’equilibrio con le stagioni. Se la religione cristiana ha sostituito la divinità solare con Gesù, di contro la divinità lunare altri non poteva essere che una donna e precisamente la madre della Madonna. Sant’Anna sarebbe così colei che garantisce continuità alla germinazione dei frutti della terra, colei da ringraziare per il raccolto, una Anna Perenna tardiva ma anche e soprattutto una Arianna alla quale avvicinarsi lentamente per ritrovare l’identità di una comunità chiusa come era quella dei terrazzani di Borgo Croci. (Giuseppe Donatacci)
(fonti: Virgilia Abbatescianni “Applicazione delle teorie Frazeriane ai riti culinari del ciclo dell’anno” – Utopia 1999)
(ved. anche I cent’anni della Pia Unione S.Anna)
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