La Madonna della Croce
Il 5 agosto del 1087 fu ritrovata, nella zona periferica della città denominata “Pila e Croce”, una icona greca raffigurante Maria e Gesù Bambino che reggono una croce e in proprio lì fu eretta una Cappella dedicata a S.Elena. Nel corso degli anni la Chiesa divenne economicamente ben dotata se è vero che nel 1310 fu obbligata a pagare le decime alla S.Sede: infatti un tale Don Enrico di Foggia pagò la somma di un tarì e mezzo per la Chiesa di S.Elena. La Chiesa venne riedificata tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo (tra piazza Lanza e piazza Cavour come dimostrano le foto) e nel 1728 fu destinata alla Confraternita della Madonna della Croce. Da quel momento la Chiesa di S.Elena fu chiamata Chiesa di S.Maria della Croce. A cura della Confraternita la Chiesa venne ampliata e modificata nel 1796. Nel 1830 L’Amministrazione Provinciale, a proprie spese, restaurò ed ampliò la Chiesa per rimediare all’inconveniente creato dalla costruzione dell’Orfanotrofio “Maria Cristina di Savoia”: quest’ultimo edificio impediva l’illuminazione all’interno della Chiesa. Il progetto fu affidato al progettista Luigi Oberty che, oltre alla porta su piazza Lanza, ne costruì un’altra laterale sul lato del porticato dell’attuale palazzo degli Uffici Statali. Secondo quanto si apprende dalle visite pastorali di Mons. Sorrentino,vescovo di Troia, nel 1665 e nel 1671, e dallo storico Calvanese, l’antica Chiesa aveva oltre all’altare maggiore, altri cinque altari dedicati alla Madonna e uno dedicato a S.Oronzo; vi era anche un antico quadro su tela raffigurante i Santi Guglielmo e Pellegrino. Da una relazione fatta dall’allora vescovo di Foggia, Mons. Marinangeli, risulta che nel 1887 la Chiesa aveva una forma a croce latina e un altare era dedicato a S.Elena. In quello stesso anno la Confraternita commemorò l’ottavo centenario del rinvenimento della sacra immagine della Madonna della Croce. In vista dell’Anno Santo del 1900, la Chiesa fu ulteriormente restaurata ed abbellita con le offerte dei fedeli. Nel 1936 l’Amministrazione Provinciale, avendo progettato la realizzazione del Palazzo degli Uffici statali al posto dell’Orfanotrofio, chiese a Mons.Farina, vescovo di Foggia, il nulla osta per l’abbattimento anche della Chiesa attigua: ci fu un primo diniego del Vescovo ma , dopo numerose trattative, nel 1937 la vecchia Chiesa venne demolita. Nel frattempo l’Amministrazione Provinciale aveva donato alla Diocesi un terreno nella zona di viale XXIV Maggio per far erigere la nuova Chiesa, la somma di L.400.000 per la costruzione della stessa, un terreno in zona via Bari, la somma di L.250.000 per la costruzione di una nuova chiesa da intitolare all’Immacolata, il materiale della chiesa abbattuta e la rimozione e il ripristino dell’affresco della Madonna. Mons. Farina accettò il trasferimento della Chiesa anche perchè la zona vicino alla stazione diventava sempre più abitata soprattutto dalle famiglie dei ferrovieri. Il 13 dicembre del 1938 il vescovo benedisse e pose la prima pietra dell’erigenda nuova chiesa.