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La rivoluzione della fame a Foggia nel 1898

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E’ Filomena Cicchetti chiamata “zia Monica”, che il 28 aprile 1898 guidò una piccola folla  al Palazzo Dogana, sede della Prefettura e dell’Ispettorato della Pubblica Sicurezza. Il Prefetto, dr. Donati, promise provvedimenti urgenti, mentre il sindaco, Emilio Perrone, cercava di calmare gli animi.

Purtroppo, la folla aumentava sempre di più e all’improvviso zia Monica gridò: “Andiamo al Municipio”. Il Palazzo di Città che si trovava in Via Arpi era protetto dai soldati del 78° reggimento fanteria di stanza a Foggia e il loro capitano, Bonfanti, ebbe da Roma l’ordine di sparare sulla folla, ma si rifiutò. Fu arrestato, degradato e condannato a tre mesi di carcere militare a Gaeta.

Nell’occasione il Municipio fu distrutto da un incendio, poi furono svuotati i Magazzini Generali, distrutti i casotti del dazio. Fu chiamata la “Rivoluzione della fame”, per lo stato di miseria del popolo foggiano. La goccia che fece traboccare il vaso fu un ingiustificato aumento del prezzo del pane, unico alimento del povero.

(Da cronache dell’epoca)

Chissà se si può far risalire a quell’evento il detto foggiano: ” ‘A feme èije chepe de ràgge!! “

(a cura di Raffaele de Seneen)

Tra la porta arpana e i ruderi del Palazzo di Federico II, tra il Piano delle Fosse e Via Arpi, principale via di Foggia, era il Municipio Vecchio, nel cuore della storia e della vita della città. Nei locali attigui vi era la biblioteca comunale. Nell’infausto 28 Aprile 1898, durante lo sciopero della fame, una folla in rivolta, con grosse casse di petrolio diede fuoco all’edificio del Comune. Nell’incendio,con l’archivio comunale, furono distrutti tutti gli antichi documenti e libri della storia foggiana.