La sala da barba “F.lli Mangano”
Anni fa in piazza Cavour, al civico 5, c’era una rinomata sala da barba gestita dai fratelli Mangano: Luigi, Alberto (mio nonno) e Mario. Era nata nel 1944 in una città che stava rinascendo, che stava provando a ripartire dopo le atrocità che la seconda guerra mondiale aveva lasciato. Era frequentata da tanta gente che coglieva l’occasione, tra una rasatura ed un taglio di capelli, di scambiare due chiacchiere magari con il Sindaco, un assessore, un magistrato e via dicendo. Tutti frequentavano questa sala da barba nel pieno centro di Foggia e spesso trattative di una certa importanza o anche solo una semplice raccomandazione per un posto di lavoro avevano come teatro questa bottega di artigiani.
Io frequentavo le scuole elementari alla “Garibaldi” e all’uscita dalla scuola, soprattutto quando, a causa dei doppi turni, ero costretto ad uscire di sera, tagliavo per la Villa e mi recavo al salone dove aspettavo che il mio papà mi venisse a prendere. Mi sedevo su di una sedia e, con la curiosità tipica della fanciullezza, osservavo il nonno intento al suo lavoro che tra una “sfumatura” ed uno “shampoo” aveva il tempo per farmi una carezza o per regalarmi 100 lire con le quali avrei acquistato le bustine dei calciatori; incontravo sempre gente nuova, allegra alla quale venivo presentato fieramente dal nonno: “Questo è mio nipote, si chiama come me“. Quando poi toccava a me andare “sotto le forbici” veniva montato sulla sedia un riduttore per i bambini a forma di cavalluccio che comunque non riusciva ad evitare le mie crisi di pianto per il taglio da me non desiderato. Quel luogo, nei miei ricordi da bambino, sembrava più un salotto che una sala da barba, e sicuramente era un ambiente armonioso e gioioso che non si è più ritrovato in questo genere di esercizi commerciali per cui, quando negli anni 70, per raggiunti limiti di età dei titolari, si decise di abbassare definitivamente la saracinesca, la nostra città perse un pezzo di storia, una grossa fetta di “foggianità”; con quella saracinesca si chiuse un epoca che, partita dall’immediato dopoguerra, seppe regalare, anche se per solo per una mezz’oretta ogni tanto, un sorriso spensierato e un po’ di buon umore in una città che cercava di mettersi alle spalle tanti, troppi problemi.Questa pagina del mio sito la dedico commosso al mio caro nonno Alberto sperando che tanti di voi, leggendo queste righe, possano ricordarsi di quella bottega e della cordialità dei fratelli Mangano. (Alberto Mangano)
.
Ora voglio riportare quanto scritto dal dott. Michele Mazzei nel libro “Valigia di cartone” edito da Apulia Editrice e pubblicato nel 1983 a proposito della “Sala da Barba – f.lli Mangano”
Anni fa i fratelli Mangano decisero di chiudere il loro salone da barba.
La clientela, che avevano diligentemente servito da tempo, rimase smarrita quasi avesse perduto inaspettatamente un congiunto od un amico carissimo.
Il locale era situato a pochi passi dal bar Cavour e la spoletta tra questi due accorsati esercizi si produceva come per un fatto naturale in tutta la giornata.
Era una questione di scelta ed abitudini; vi era chi preferiva sorbire una tazzina di caffè e poi chiudere lentamente le palpebre sotto la vibrazione epidermica del pennello che affondava nella bianca schiuma del sapone e chi invertiva questi attimi di distensione borghese.
Per tutti era facile ritrovare un modo intimo, personale di brevi chiacchiere e dialoghi; magistrati, avvocati, medici, professori, agricoltori in una armonica fusione di intenti e di costumi si incontravano come per un appuntamento d’affari.
Nel grande stanzone era piacevole indugiare per sentire episodi di prima mano, vissuti o più probabilmente sentiti o addirittura inventati.
Tanto creava una costante occasione per vedersi e rivedersi con le proprie gioie, le ansie della famiglia e della professione; la sintesi degli avvenimenti era sempre attenta e forbita.
A volte si partecipava al colloquio mimando con una od entrambe le mani per evitare che la parola “parlata” consentisse al rasoio di lasciare qualche segno visibile.
Il salone era nato nell’immediato dopoguerra; intorno vi erano allora alcune superstiti palme, il palazzo degli uffici statali, la facciata arancione della Caserma dei Carabinieri, il Tribunale, le colonne divelte del pronao della Villa e la cupola del palazzo “composito” dell’Acquedotto Pugliese.
Al centro della piazza la grossa fontana, a forma di stella marina, era muta, senz’acqua e la sua concavità raccoglieva svogliatamente ogni rifiuto.
Sul vicino marciapiede e su quello di fronte numerosi “sciuscià” dagli occhi furbeschi e dalle mani nerastre pulivano velocemente le scarpe degli americani e gli stivaletti degli inglesi.
Più in là sul terreno, un tempo dedicato alle aiuole, prosperava il mercato nero delle coperte, delle sigarette e del pane.
Qui si trovava di tutto: in un’atmosfera chiassosa si contrattavano radio, liquori, orologi, paracadute, la cui stoffa si utilizzava per farne delle splendide camicie.
In quell’epoca, dopo tante sofferenze, bastava una lampada più intensa, uno shampoo caldo, un po’ di crema sul viso, un massaggio alla buona ed una graffiante spazzolata tra collo e colletto per avere la sensazione benefica che vi era ancora uno spiraglio per vivere.
Pian piano gli “Alleati” se ne tornarono a casa e con fatica si ricostruì dal niente una città che era stata interamente distrutta.
Il pronao venne edificato più indietro con la fuga delle sue doriche colonne, l’acqua fece capolino nella fontana, intorno alle palme fiorì un verdissimo prato, nelle strade sfrecciarono senza segnaletica le prime automobili.
D’incanto incominciarono nel salone i primi dibattiti, le pungenti polemiche che si accendevano nelle prime ore della domenica con l’arrivo di un parlamentare che si distingueva per le sue micidiali battute.
A Natale, con gli auguri scritti a lettere cubitali sui lunghissimi specchi, la ditta regalava dei profumati calendari tascabili che allora, per le figure di donne un poco discinte, erano considerati “non in linea con la morale vigente”.
Se ne’interessò la questura; in seguito non se ne disse più nulla.
Seguirono altre liete e tristi vicende, altre dure fatiche; i Mangano, indifferenti alle mode, continuavano il loro solito taglio, sgrossando chiome e basette.
Poi la pensione… l’addio.
.
Uno dei calendari profumati della “Sala f.lli Mangano”
.
Grazie ai ricordi dei figli di Alberto, Antonio e Luigi, e alle testimonianze di tante persone che frequentarono questa sala da barba, abbiamo provato a stilare un elenco di persone note e meno note che si affidavano alle cure dei f.lli Mangano:
dott. Comm. Michele Bisceglia – politico foggiano
avv. Lorenzo Bisceglia
dott. Gino Bisceglia
dott. Silvano Bisceglia
don Mimì Iori
don Nino Iori
avv. Lorenzo Scillitani
avv. Guido Scillitani
avv. Giovanni Scillitani
avv. Salvatore Scillitani
giudice Nando Scillitani
rag. Dante Scillitani
p.i. Fernando Scillitani
dott. Francesco Rosa
prof. Gennaro Rosa – Università Verona
dott. Antonio Fesce – Presidente U.S. Foggia
giudice Vincenzo Iannibelli
avv. Ferdinando Nardella
cav. Romeo Fuiani
avv. Luigi Masullo
prof. Silvio Nobili
avv. Manlio Mazza
ing. Casamassima
dott. Mazzamurro – direttore Ufficio Imposte dirette
avv. Vittorio Panunzio
ing. Gaetano Matrella
don Osvaldo Danza – Bar Gloria
don Salvatore Tedeschi – Bar Cavour
ing. Valleri
Gioacchino Valleri
Amedeo Guerrieri – Concessionario Ford
dott. Claar – Concessionario FIAT
ins. Emilio Bortone
Guido Iozzi – Concessionario Ford
ing. Valentino Pennella
avv. Alfonso Mandara
dott. Salvatore Pizza – Medico chirurgo
dott. Berardino Pedone
geom. Michele Pedone
don Lilino Pedone
Rodolfo Muserra – Cinema Capitol
ins. Filiberto Cicolella
dott. Gentile – Medico chirurgo
ing. Mario Altamura
ing. Antonio Altamura
dott. Beppe Altamura
dott. Franco Altamura
dott. Ninì Altamura
ing. Peppino Checola
Guido Valente
sig. Natale – Macchine agricole
comm. Alberto Monte – Macchine agricole
geom. Emilio Zanasi – costruttore
geom. Peppino Moschella – costruttore
geom. Michele di Corato – costruttore
avv. Fulvio Rolla
ing. Potenza – docente Istituto Altamura
don Silvio Ricotta – agricoltore
comm. Antonio Flagella
dott. Gaetano Flagella – ortopedico
comm. Potito Flagella
avv. Nino Flagella
don Paolino Gaito
geom. Vincenzo Gaito
dott. Michele Mazzeo – medico chirurgo
cancelliere Miranda – Tribunale di Foggia
cancelliere Caccavelli – Tribunale di Foggia
pretore Carlo Ascolese
prof. Giuseppe Marasco – docente Istituto geometri
prof. Vito Nardella – docente Istituto geometri
Luigi Lepore
dott. Vittorio Alberini
avv. Aurelio Andretta
Colonnello Porta
avv. Beniamino Nardella
prof. Pepe – Preside Scuola Media Bovio
prof. Pio Leonida de Francesco
geom. Arturo Pironti
Giuseppe Scolaro – impiegato Consorzio Agrario
dott. Carmelo La Nave
Ugo Pedone
Mimì Pedone
geom. Mimì Frisotti
Peppino Idelfonso
Arturo Prencipe – titolare negozio UtilWatt
Attilio Palmieri – ristoratore
Mario Abbate – cantante napoletano
don Ugo Marciello
Aldo Ulivieri
dott. Casare Terracciano
dott. Lello Terracciano
scultore Corrado Terracciano
dott. Candolini – farmacista – deposito farmaceutico
avv. Domenico De Meo
on. Gustavo De Meo
geom. Giovanni Castelnuovo
avv. Nardino De Meo
avv. Aurelio Andretta
avv. Luigi Treggiari
avv. Vincenzo Ciampi
avv. Mario Ciampi
rag. Saverio Pascarelli
giudice Baldassarre Virzì
giudice Stallone
cav. Mimì Frisoli
dott. Giuseppe Gallo
avv. Vincenzo Micucci
Corradino De Biase
Romolo Romeo
dott. Sergio Di Gioia – farmacista
dott. Mario Cappetta
don Nino Leone
dott. Pasquale De Biase
don Dante Mucelli
don Peppino Scelsi
don Michele Respiniis
dott. Vittorio Benvenuto
ing. Mario Inglese
dott. Guglielmo Telesforo
cav. Alfredo Gaito
don Salvatore Emanuele
don Peppino Emanuele
avv. Maurizio Mazza
avv. Giacomo Celentano
dott. Vito Cassano – Provveditore agli Studi
dott. Vincenzo Capuano – Provveditore agli Studi
don Amedeo Fatigato – sacerdote
dott. Vincenzo Baldi – Ispettore scolastico
dott. Luigi Fiordalisi – Ispettore scolastico
giudice Antonio Baldi
dott. Caianiello – questore
dott. Luigi Zoppo
notaio Delfino Marano
dott. Matteo Cuttano
dott. Ernesto Cordella
dott. Nicola Taralli
Ernesto Fasano
arch. Pilone – libreria
Giovanni Sacco
dott. Libero Di Paolo – Pediatra
avv. Michele Robusto
prof. Enrico Barile
dott. Paolo De Tullio
cav. Romeo Fuiano
Matteo Piemontese – costruttore
don Camillo Grassi
dott. Ernestino Iannibelli
avv. Marco Fesce
avv. Fernando Fesce
don Andrea De Stasio
Saverio Grosso
Mimì Grosso
Ignazio Grosso
Migliorini – allenatore del Foggia
prof. Alessandro Santoro
don Lilino De Stasio
rag. Francesco Paolo Moccia
prof. Filippo Perniola
dott. Appia – Direttore Istituto di Igiene
prof. Costantino Battelli
rag. Vincenzo Matera – marito on. Matera
dott. Conte – Direttore Ufficio Imposte dirette
dott. Ridi – Direttore Istituto Poligrafico dello Stato
Michele Lombardi – “Forbici d’oro”
Tobia Russo – negozio d’abbigliamento
avv. Bettino d’Alessandro
prof. Franco De Palma – Direttore Didattico
ins. Mario Serricchio
geom. Mario Rendine – Ufficio Catasto
giudice Guido Celentano
don Michele Pesante – commercio legnami
Giuseppe Rubino – costruttore edile
Luigi Russo – costruttore edile
don Raffaele Consales
Antonio Consales
ins. Isidoro Gagliardi
don Ciccio d’Ambrosio – Comandante vigili urbani
Mario Palumbo – idraulico
geom. Mario Fuiano – Ufficio Catasto
Luigi Sardella – idraulico
don Claudio Barbato
dott. Marcello Ciccone – medico chirurgo
dott. Antonio Vitulli – Direttore Ente Fiera di Foggia
Pompeo Trisciuoglio – ricambi macchine agricole