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Le edicole di una volta

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Una vecchia foto rinvenuta casualmente tra le pagine di un album . di figurine dei calciatori degli anni 60, mi ha fatto tornare in mente un aspetto della vita di quel periodo  legata ai chioschi ( o edicole) dei giornali. La foto, infatti, mi ritraeva insieme ad altri coetanei, proprio davanti ad una rivendita di giornali   mentre, felici, mostravamo l’acquisto delle bustine delle mitiche “Panini”.

Era un chiosco di giornali che sino a qualche anno fa si trovava su Via Arpi, in corrispondenza di Piazza Baldassarre: una delle poche edicole allora esistenti   in città. Dalle fogge più diverse e installate nei punti strategici delle piazze e vie cittadine, dove il traffico veicolare e di persone era maggiore, anche quei, piccoli, “parallelepipedi” di uno strano color verde   chiaro, hanno lasciato in tanti di noi ricordi e memoria di un modo di vivere, lontano da quello al quale oggi siamo abituati. A ben pensarci le edicole degli anni 60 hanno segnato un po’ i tempi della nostra vita. Da bambini erano meta obbligata, la domenica, dopo la messa, per l’acquisto delle figurine   delle varie raccolte che all’epoca si facevano ; prima tra tutte i calciatori e, magari, ma non tutti potevano permetterselo, comperare  il settimanale per ragazzi che tanto ci piaceva e faceva bella mostra di se sul ripiano dell’edicola, tra decine di copertine colorate e attraenti: poteva trattarsi dell’ultimo numero del mitico “Topolino”, piuttosto che “Il Monello” o “Intrepido”, il “Corriere dei piccoli”,  “Tiramolla”,  “Geppo” o ancora del “Giornalino” che pubblicava al suo interno tante storie di personaggi dei fumetti che poi sarebbero diventati famosissimi. Insomma una vera delizia per noi ragazzi dell’epoca. Poi finiva che se ne acquistava una copia e la si leggeva a turno. Con il trascorrere del tempo anche i gusti e le preferenze mutavano. Ecco allora che all’uscita da scuola, quando eravamo più grandicelli e giungeva   il tempo in cui i  nostri genitori ci lasciavano andare da soli, con la nostra cartella e il grembiule finalmente sbottonato, prima di andare a casa era d’obbligo la tappa all’edicola dei giornali.  Gli occhi, benchè stanchi da ore di lezione, si sgranavano davanti   a tutti quei giornalini ordinatamente tenuti sulla mensola o con le mollette su uno spago tra gli angoli del chioschetto.  Allora cominciavamo a guardare le copertine di “Diabolik”,  “Zagor”, “Kriminal”, “Tarzan”, “Corto Maltese”, oppure dell’intramontabile “Tex” e tanti altri. Ma ahimè, anche quel tempo passò in fretta ed un giorno, senza che ce ne accorgessimo, ci ritrovammo grandi: giovanotti. Allora la nostra attenzione comincio’ a spostarsi sui volti noti delle attrici ed attori del cinema che sorridevano dalle copertine dei giornali più in voga del tempo: la Haywort, Ava Gardner, ma anche le nostre grandi: Sofia Loren, la Magnani  e così via.  Le ragazze invece impazzivano per i fotoromanzi ( un po’ gli antenati delle moderne ed infinite telenovele): Letizia, Charme, Marina, Jacques Douglas, Lucky Martin, sono solo alcuni nomi delle testate più in voga. Tanti erano i protagonisti per le quali le ragazze facevano la fila all’edicola per acquistare l’ultimo numero del romanzo. Molti di quegli attori diventeranno poi nomi famosi nel cinema: Franco Gasparri, Claudia Rivelli, Nuccia Cardinali, Adriana Rame,  Claudio De Renzi, Gianni Vannicola, Alex Damiani, Franco Dani, Sebastiano Somma…per citarne alcuni. Per i giovanotti degli anni 70 però le edicole erano anche il punto di ritrovo per eccellenza: “Dove ci vediamo?”, “All’edicola “, era la frase che segnava i nostri appuntamenti   e l’edicolante diventava anche il custode ( ..ma anche un po’ il curiosone..) di tanti segreti e speranze che a lui si confidavano,  ed a volte testimone delle litigate tra fidanzatini, proprio lì davanti al chioschetto.  Frequentatrici assidue, prima o dopo aver fatto  la spesa, erano anche le “signore” che  si fermavano all’edicola per acquistare i settimanali  più famosi  (Grazia, Arianna, Oggi, Gente, Sorrisi ecc) e  spesso intrattenevano discorsi, apprezzamenti di vario tipo e commenti su conoscenti, amiche, coinquiline; sicchè l’edicolante conosceva un po’ tutti nel quartiere dove lavorava: compresi vizi e virtù! Nei giorni di festa, quando usciva tutta la famiglia con i bimbi più piccoli, era d’obbligo acquistare per loro oltre le bustine e gli album per le raccolte, le famose buste supercolorate e piene di sorprese che costavano poche centinaia di lire ma rendevano felici i bambini.

Tra i frequentatori delle edicole vi era chi non mancava di acquistare ii settimanale che parlavano di cronaca nera, come non mancavano coloro che puntualmente, ogni giorno, si fermavano di buon mattino per acquistare i quotidiani “politici”: Il Secolo, l’Unita, Il Manifesto, Lotta Continua. Era uno spasso, rispetto a quello che vediamo oggi, assistere alle discussioni che attempiati uomini o giovani “protestanti” intrattenevano davanti alle edicole, sulle loro idee politiche, con l’edicolante a fare molto spesso da paciere. Insomma era, l’edicola, anche un piccolo antesignano laboratorio politico. E tanta, della nostra cultura molto spesso è passata per   quelle edicole. Quanti di noi hanno in casa le vecchie enciclopedie che servivano per fare le ricerche a scuola ed i nostri genitori cominciavano a comperarle sin da quando eravamo piccoli , quasi come a costituirci una dote per il futuro: Universo, l’indimenticabile “Conoscere”, i Quindici, la “De Agostini” e tante altre. I nostri padri   a volte facevano veri e propri sacrifici per acquistare anche più enciclopedie contemporaneamente perché, magari, si avevano figli in diverse età scolastiche.  Non si finiva mai di completarle perché uscivano settimanalmente, a dispense o piccoli fascicoletti e non bisognava dimenticarsi di ritirarle, anche se poi l’edicolante che allora era   conoscente  e amico di tutti,le metteva diligentemente da parte. Infine, quando anche la copertina ci veniva consegnata, si faceva  rilegare il tutto e il nostro bel volume era pronto a fare mostra di se nella libreria del salotto buono di casa dove, dopo gli anni della scuola resterà, per sempre depositato a ricordarci i tempi della nostra gioventù.

Insomma, anche le vecchie care edicole ne avrebbero da raccontare ; oggi  i quotidiani e le riviste  on line, le notizie che si apprendono in tempo reale, i talk show  televisivi, hanno tolto gran parte della loro funzione ai giornali cartacei ed infatti le edicole sono diventate grandi contenitori multi prodotti.

(Salvatore Aiezza)