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Le leggi razziali nelle scuole foggiane

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Il Regio Decreto Legge 5 settembre 1938, n. 1390, riguardante le disposizioni «per la difesa della razza nella scuola fascista», imponeva che gli alunni «di razza ebraica» non potessero essere iscritti in nessuna scuola statale, parastatale o legalmente riconosciuta di qualsiasi ordine e grado; tutti gli insegnanti «di razza ebraica» appartenenti ai vari ruoli fossero sospesi dal servizio, compresi presidi, direttori didattici, personale di vigilanza; gli stessi provvedimenti di sospensione si estendessero al personale docente universitario di ogni grado, a quello delle Accademie, degli Istituti e delle Associazioni di scienze, lettere e arti.
Nell’elenco dei 171 insegnanti di ruolo «di razza ebraica”’ colpiti da tali provvedimenti in tutta Italia, pubblicato dal Ministero nel 1938, c’è il nome di una professoressa che insegnava al Regio Istituto Magistrale «Poerio» di Foggia: si chiamava Maddalena Pacifico. Nella relazione finale di quell’anno al ministero, il preside Flaviano Pilla ignora il fatto. Che fine fece questa docente? Ci sono ex alunni e persone che l’hanno conosciuta e possono aiutarci a ricostruirne la storia?
Nessun altro professore delle altre scuole di Foggia risulta nell’elenco ministeriale. Per il Liceo Lanza nessun docente venne sospeso e dispensato dal servizio per le leggi razziali. Per quanto riguarda gli studenti espulsi, non è stato possibile rilevare il dato. Mancano, nell’archivio storico della scuola, i verbali del Collegio Docenti o del Consiglio di disciplina del 1938, documentazione che potrebbe illuminarci in proposito. Bisognerebbe selezionare, i cognomi (paterni e materni), compresi nell’elenco di 9.800 famiglie ebraiche, in appendice ai “Protocolli dei Savi Anziani di Sion”, 1938, curata da Giovanni Preziosi, e destinata a istituzioni pubbliche e al PNF. Bisognerebbe esaminare anche i registri delle iscrizioni, scrutini ed esami di tutte le classi del ginnasio e del liceo per gli anni 1937/38 e 1938/39, prendendo nota dei nomi e dei dati – paternità, cognome materno, possibile esonero dall’insegnamento della religione cattolica – degli studenti che hanno frequentato nel 1937/38 e che, indipendentemente dall’esito finale, non compaiono nei registri dell’anno successivo e non risultano trasferiti ad altre scuole.
storia18Dai documenti da noi consultati, si evince che il nuovo clima “razziale” si respira anche al Liceo Lanza. Scorrendo i testi acquistati per l’anno scolastico 1938-39 dal preside Guerrieri, vediamo che per la biblioteca dei professori fu comprato, fra gli altri, un libro legato all’attualità del momento storico: “Gli ebrei in Italia” di Schaert Samuele. Fra le riviste acquistate per la sala professori spicca “La Difesa della Razza”. Ci furono alcuni abbonamenti “privati” a questa rivista, sollecitati dal Preside. Il primo numero del quindicinale, diretto da Telesio Interlandi, e voluto dallo stesso Mussolini come strumento di divulgazione e propaganda delle idee razziste, era uscito il 5 agosto 1938. La tiratura dei primi numeri fu altissima per quei tempi: circa centocinquantamila copie. Il materiale iconografico insiste su illustrazioni di vari “tipi” di ebrei, di cui viene messa in rilievo la sgradevolezza fisica e morale. Il “logo” della rivista riproduce l’immagine di una spada che separava l’ariano dall’ebreo e dal nero. Nel numero del 20 settembre 1938, un’impronta digitale con la stella di Davide deturpa il volto “ariano” di una statua classica. L’idea che si voleva suggerire era che le “razze” ebraica e nera fossero portatrici di corruzione fisica oltre che morale. Le pubblicazioni procederanno fino al 1943, con minore tiratura.
Nel 1939-40 il liceo foggiano, come tutte le scuole italiane, era ormai pericolosamente avviato verso la «difesa della razza ariana», come testimoniano due pubblicazioni acquisite l’anno successivo per la biblioteca del Lanza: furono acquisiti “Inchiesta sulla Razza “ di Paolo Orano; “Razza e razzismo”“ di Gino Sottochiesa.
Il preside Guerrieri comunica allo Spettabile Ministero dell’Educazione Nazionale che sono stati acquistati dagli alunni – tramite il suo Ufficio di Presidenza – 69 copie del “Primo Libro del Fascista” e 200 copie del “Libro del Fascista”, in aggiunta alle 300 copie acquistate l’anno precedente.
I “libri del fascista”, hanno struttura catechistica, a domanda e risposta e trattano soprattutto il tema della razza. Pubblicati da Mondadori, ad opera del PNF, “Il Primo libro del fascista”, “Il Secondo libro del fascista” ed “Il Libro del fascista” (che li riassume in un volume unico), trattano «la “programmazione” dell’uomo nuovo e dell’italiano di Mussolini». Sono destinati «alla cultura dei semplici e dei giovani». Vi leggiamo che «ogni Italiano deve vivere consapevolmente nel tempo fascista, e l’ignoranza di tali basi della nostra esistenza di Nazione è inammissibile; perciò si è voluto offrire ai Fascisti e ai giovani della GIL. questa semplice guida, necessaria per la cultura dello spirito come per i quotidiani rapporti dell’esistenza».
Nella prefazione leggiamo ancora: «Il Libro del Fascista è un manuale a tutti accessibile che contiene quanto è indispensabile conoscere circa la Rivoluzione, il Partito, il Regime, lo Stato mussoliniano». Vi sono, difatti, riassunti in brevi capitoli, sotto forma di domande e risposte formulate «con tutta praticità e chiarezza», gli aspetti morali, politici, sociali, organizzativi del Fascismo e vi è data notizia dei princìpi, istituti e ordinamenti su cui è basata l’Italia, «nella sua nuova grandezza». (a cura di Maria Tersa Rauzino)