Le vicende artistiche in Capitanata (1900-1960)
La maggior parte dei lavori artistici dell’Amministrazione Provinciale di Foggia copre un arco di tempo relativo agli ultimi trenta-quaranta anni. Rari sono gli autori, peraltro i più significativi, che hanno operato nella prima metà del secolo. Tre, infine, sono le opere datate agli ultimi anni dell’800: il ritratto di Francesco De Sanctis di Nicola BOFFA (1887), Pietro Giannone di G. D’ERRICO (1887) ed una rappresentazione di personaggi popolari di F. GERVASIO (1896)
L’attività artistica dei più prestigiosi autori presenti al la Provincia di Foggia si svolge nell’ambito di un certo fervore culturale in atto in Capitanata e nel suo Capoluogo dagli inizi del ‘900 alla fine degli anni Trenta, quando lo scoppio delle ostilità fra gli Stati Europei e poi l’occupazione militare del territorio nazionale spostò verso più pressanti interessi l’attenzione della società locale.
Agli inizi del nuovo secolo era ancora vivo il ricordo dell’attività di noti artisti dell’Ottocento quali Domenico Caldara, Saverio Altamura, Nicola Parisi, Giuseppe Fania, Francesco Saverio Pollice e Vincenzo Dattoli.
In quegli anni si faceva strada l’operato di Alberto TESTI. Nel primo decennio sono attivi Beniamino NATOLA, Ottavio MUCELLI e Luigi DE LUCA. Nel decennio successivo si osservano le prime aggregazioni degli interessi artistici locali. Gustavo VALENTINI, pittore foggiano, fonda nel 1914 una scuola privata, l’istituto Moderno di Arti Belle ed Industriali “Nicola Parisi”, attorno a cui si raccolgono le aspirazioni di coloro che intendono perfezionare le proprie attitudini nell’espressione artistica e nelle tecniche applicate all’industria. Nei locali di questo Istituto Professionale si organizzano mostre annuali dei lavori didattici e mostre di autori esterni di un certo interesse come quella di Pasko Vucetic allestita nel 1916.
In quel periodo si realizzavano a Parigi, ancora primo centro mondiale dell’Arte, le dirompenti ricerche cubiste di Braque e Picasso, le cui premesse teoriche poggiavano su assunti vinciani; Filippo Tommaso Marinetti enunciava il suo proclama, il “Manifesto del Futurismo”, pubblicato su “Le Figaro” del 20 Febbraio 1909. Di questi nuovi generi di pittura non vi furono riflessi artistici in Capitanata, anche se su “Ars et Labor” (settimanale sull’attività dell’lstituto Moderno di Arti Belle ed Industriali), diretto da Francesco Gentile escono vari articoli, “Sulla nuova pittura” e “Il Cubismo”, ed appare chiaro l’interesse degli amatori locali verso quei nuovi orizzonti estetici. In quegli anni a Foggia si effettuavano, con l’interessamento di personalità del mondo scolastico, conferenze pubbliche attorno ai massimi rappresentanti dell’Arte rinascimentale. Nel 1916 la Galleria Nazionale di Roma acquistava un quadro di Francesco GALANTE dal titolo “Nello Studio”; l’anno successivo ne acquisiva un altro intitolato “Il Riposo”.
Il Prof. Benedetto Biagi, noto più avanti per le attente ricerche sulla residenza federiciana di Foggia e sulle architetture medievali, fonda nel 1918 l’Università Popolare dove si organizzano spesso conferenze sull’Arte. Nel l922 è proprio il Preside dell’Università Popolare, il Prof. Luigi Natoli che, ottenuti idonei locali dall’Amministrazione Comunale di Foggia, organizza insieme ad alcuni suoi col laboratori la “Prima Mostra Provinciale di Belle Arti applicate in Foggia”. Si trattò del primo avvenimento importante in Capitanata nel campo delle arti visive. In quella occasione furono esposti anche macchine ed utensili, materiale didattico del Regio Istituto Industriale “Saverio Altamura”. Vincenzo Gaito, pronunciando il discorso inaugurale, espresse il sincero apprezzamento sul valore degli oggetti esposti in quella occasione. Nell’augurio che quella prima mostra fosse l’inizio di altre manifestazioni più importanti, presagì il rifiorire economico e culturale della regione che di lì a poco si ebbe con l’attuazione dell’Acquedotto Pugliese, di bonifiche e della costruzione di nuove strade.
In quella manifestazione artistica la critica locale volle distinguere la pittura di tradizione, ben rappresentata da Luigi SCHINGQ, Gustavo VALENTINI, Alberto TESTI e Sebastiano FORTUNA, da quella “modernissima” in cui rientravano i lavori di Nicola DE SALVIA e Angelo DE ZIO.
Sulla scia di quella importante manifestazione artistica si incrementarono le mostre personali che videro le esposizioni di Benedetto CALDARA nel 1923, di Alberto AMORICO neI 1925 e di Nicola DE SALVIA nel 1926. L’attività di Alberto TESTI nel 1927 è indicata dal ritratto di Gaetano Postiglione conservato al Museo Civico di Foggia. L’ingegnere Cesare BRUNETTI realizza nel ’24 la fontana dell’Acquedotto Pugliese in Piazza Cavour e più avanti, nel 1930, la sistemazione di Piazza XX Settembre con le due fontane virgiliane.
Nel 1928 si svolge un’altra significativa esposizione: la “Seconda Mostra d’Arte di Capitanata” che vede la presenza di 19 autori. Tale mostra è promossa per l’interessamento di un gruppo di artisti capeggiati dal lucerino Giovanni Pitta, concretamente appoggiati dal Podestà di Foggia. Sull’attività artistica di quegli anni è da annotarsi l’osservazione del prof. Antonio Gambacorta che mette a confronto il Regolamento per l’accettazione dei lavori in quel laesposizione – che richiedeva la conformità “alla tradizione italiana del disegno, del colore e della forma” – e la diversa concezione “naturalistica” come quella propagandata ed espressa da Amleto CATALDI nelle anatomie umane del Monumento ai Caduti, inaugurato a Foggia in quello stesso anno. Ma sembra che le rigide condizioni di quel Regolamento e le “nuove” concezioni realizzate sul monumento del Cataldi non fossero altro, in sostanza, che due diversi aspetti della stessa tradizione nella ricerca formale, in cui però la parte pubblica propendeva per una visione più celebrativa dei temi trattati. Poco prima in altra parte d’Europa si erano andati sviluppando e perfezionando nuovi fermenti artistici e letterari. Dall’Astrattismo di Kandisky al Dadaismo di Duchamp (dal 1915 al 1922) fino al Surrealismo di Breton (dal 1924 in poi).
Nel 1928 si inaugura a Foggia il Palazzo Postelegrafonico e la Fontana delle Tre Fiammelle in Piazza del Lago. Lo stesso anno vede la presenza del Re, Vittorio Emanuele III, che visita la Mostra dei Progetti degli architetti Armando Brasini, Marcello Piacentini e Arnaldo Foschini. Nel 1929 è posto il monumento a ricordo di Federico II di Svevia: la Fontana-Pozzo dell’architetto Adolfo Marini (sovrapposizione all’antico Pozzo Rotondo). Nel ’30 è inaugurato il Palazzo degli Uffici Statali. Nello stesso anno è attestato il lavoro di Alberto AMORICO e Giovanni MANCINI che espongono con proprie personali nella saletta della Villa Comunale di Foggia.
A Luglio del 1930 il Comune di Foggia decide l’istituzione del Museo e del la Pinacoteca. Di questo periodo è la “Cripta del Duomo” di Francesco Paolo GRILLI conservata a Palazzo Dogana. Del ’31 è il bel bassorilievo bronzeo di Ermenegildo Luppi della Chiesa-ossario dei Caduti in Guerra. Espone a Foggia il pittore bolognese Giulio GUGLIELMINI che ripeterà l’esperienza nel 1935 e nel 1938; vi è pure una personale di Luigi CRUCINIO. In buona considerazione sono tenute le caricature del lucerino Umberto ONORATO che espone i suoi lavori a Foggia.
Significativa, per l’interesse che acquista l’attività artistica nel territorio, è l’assegnazione nel 1932 di una borsa di studio, ottenuta per concorso bandito ad iniziativa del Podestà. Il premio di £. 10.000, per un biennio di perfezionamento in pittura, è assegnato a Giovanni MANCINI. Giuseppe AR, artista già emergente per le sue semplici ma concrete composizioni, organizza una personale alla Villa Comunale nel 1935. Nello stesso anno espone il valentissimo pittore Guido GRILLI.
Nel 1937 si ha un’altra ma più fiacca manifestazione artistica, la “Prima Mostra d’Arte del Sindacato Provinciale Fascista Belle Arti di Foggia” che vede la presenza di soli dodici espositori presso il Palazzo Comunale. Nel 1938 è allestita una mostra fotografica “Fiera di Foggia”, con la partecipazione di due bravi fotografi locali, Rodolfo LONGHI e Luigi TONDI. Nello stesso anno è approntata una manifestazione artistica di più elevato livello. Si tratta di opere di autori per lo più napoletani, tra ‘800 e i primi del ‘900, in cui spiccano i nomi di Saverio Altamura, Eduardo Dalbon Sebastiano Fortuna, Francesco Paolo Michetti e Domenico Morelli. Nello stesso anno è organizzata una mostra di Mario MENDUNI, noto caricaturista foggiano.
Il Sindacato Provinciale Fascista Belle Arti di Foggia predispone nel ’39 la “Seconda Mostra Provinciale d’Arte”. Nel 1940, in occasione di un mostra di artisti pugliesi a Roma, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna Contemporanea della capitale acquista un dipinto di Giuseppe AR dal titolo “Fascio di legna”. Nel ’41 segue la terza edizione della “Mostra Provinciale d’Arte” del Sindacato Fascista. In essa, fra gli altri, espongono Alberto TESTI e Giuseppe AR.
Nel 1945 si allestisce una mostra di progetti dell’architetto Domenico GALLUZZO e del l’ingegnere Eugenio TELESFORO finalizzata al la ricostruzione postbellica. Si effettua una mostra dilettantistica a cura del Circolo Universitario “Juvenilia”. Di questo stesso anno è la “natura morta” (Benedetto CALDARA, conservata nel Salone Reale di Palazzo Dogana). Durante l’occupazione alleata molti pittori erano impegnati ad eseguire lavori su vario materiale militare (berretti, giubbotti, etc.). Tale produzione artistica riscosse un certo successo fra i militi stranieri attivando una committenza che sollevava provvidenzialmente le precarie condizione economiche di artisti ed artigiani in quegli anni.
Nel ’46 si effettua la mostra del pittore Lino FARNESI. Nel 1947 vi sono altre due buone esposizioni di pittura, la mostra di Giulio GUGLIELMINI e quella di Alberto AMORICO. Nel 1948 Giovanni MANCINI propone opere relative al paesaggio dauno. Nel 1949 GUGLIELMINI ed AMORICO ripetono l’esperienza espositiva personale. L’anno successivo si allestisce presso il Museo Civico una mostra degli “Amici d’Arte Contemporanea a Foggia” che vede la partecipazione di quarantacinque artisti, di cui per pochi sono professionisti.
Nel 1952 l’attività figurativa di Giuseppe AR appare molto intensa. Espone prima alla Galleria “Gussoni” di Milano, subito dopo a Roma, e in Dicembre a Foggia con il patrocinio dell’Ente Provinciale per il Turismo. Nello stesso periodo l’On. Giuseppe Di Vittorio pronuncia ascoltati discorsi politici a Cerignola e Lucera.
L’operato artistico dello scultore Antonio Dl PILLO è ampiamente recensito su un quotidiano locale. Una consistente rappresentanza di artisti della Capitanata è presente al Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 1953 in occasione della “Mostra del Mezzogiorno”. Fra gli espositori sono presenti Francesco GALANTE, Luigi SCHINGO, Giuseppe AR, Giacomo NEGRI, Alfredo PETRUCCI. Nello stesso anno si effettuano le prime perlustrazioni archeologiche anche sul Gargano, ricognizioni che fanno accrescere l’interesse per il patrimonio storico locale.
Nel 1954 l’Ente Provinciale per il Turismo organizza al Comune di Foggia la “Mostra del Paesaggio Dauno”. Assente dal ’49, torna a Foggia con una sua personale d’arte Alberto AMORICO. L’anno dopo Foggia vede il ritorno da Roma di un altro valido artista: Guido GRILLI che espone al Palazzetto dell’Arte dopo un’assenza di 5 anni dalla sua città natale. Si susseguono a Lucera la “Mostra d’Arte figurativa” al Circolo “Unione” ed a Foggia la prima di una serie di manifestazioni artistiche che si protrarrà negli anni seguenti: “La Mostra della Tavoletta”. In questa prima collettiva sono presenti, con altri, Francesco SPADACCINO, Lino FARNESI, Francesco GRILLI, Giuseppe RUSCITTI, Remigio CLEMENTONI, Vittorio TAMALIO e Biagio TAMALIO.
Nel 1956 si inaugura a San Giovanni Rotondo, per volontà di Padre Pio, l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, con cui si realizza uno dei migliori sogni del contrastato Frate di Pietralcina.
Partecipa al “Maggio di Bari” Luigi SCHINGO che in quella occasione vende un suo buon lavoro all’Università di Bari. Si allestisce al Palazzetto dell’Arte di Foggia la “Prima Mostra Nazionale d’Arte Figurativa”. A Lucera, sempre al Circolo “Unione”, si inaugura nel 1957 la “Seconda Mostra Regionale di Arti Figurative” con la partecipazione di oltre cento concorrenti. Nel 1958 alla presenza del ministro Aldo Moro è inaugurata una personale di Luigi SCHINGO alla Galleria “Il Camino” a Roma. A luglio dello stesso anno il “Gruppo artisti autonomi foggiani” organizza una mostra di novantatrè autori in occasione della “Seconda Rassegna Nazionale di Pittura Contemporanea”. Subito dopo a Lucera è allestita una prestigiosa mostra fotografica di Giuseppe CAVALLI, nativo della città.
Agli inizi del 1959 la Biblioteca Provinciale di Foggia si arricchisce dell’importante donazione FRACCACRETA.
L’Ente Provinciale per il turismo di Foggia patrocina la mostra d’Arte da tema “Il Paesaggio Italiano” ed a Lucera, alla fine dell’anno, si effettua la personale di DE SIMONE.
Luigi SCHINGO allestisce una sua personale a Milano nel 1960. A Foggia nella Villa Comunale è scoperto pubblicamente il busto del senatore Emilio Perrone.
Nel periodo descritto l’attività artistica in Capitanata ha avuto momenti d fervida partecipazione ed altri di minore coinvolgimento ed intensità. S sono avuti ritmi produttivi non omogenei nel tempo dovuti anche alla lontananza della regione dai maggiori centri della cultura contemporanea. Comunque sia, in Capitanata vi sono oggi retaggi di sogni e proponimenti di artisti che, se pur presi talvolta da illusorie tendenze estetiche, non hanno del tutto dimenticato i suggerimenti degli autori più antichi. E di questi ultimi, come Ar, Testi, Schingo, Amorico, Galante e Mancini, la particolarità sta forse nel fatto di essere stati il genuino prosieguo di una tradizione pugliese, che affonda le proprie radici nel Medioevo, in grado di raccontare, come allora, le passioni, i colori e la storia della terra di Capitanata. (Vittorio Marchesiello)
(fonte: www.reciproca.it)