L’US Foggia, dopo varie peripezie, non si iscrive al campionato 2012/13
Il campionato 2011-12 si è appena concluso e, anche se con qualche difficoltà, il Foggia riesce a salvarsi e ad acquisire il diritto a restare anche per la stagione successiva nella prima divisione della Lega Pro. Ma in effetti era da tempo che Pasquale Casillo denunciava la sua impossibilità a guidare il sodalizio rossonero e, giunti ormai all’iscrizione e alla programmazione della nuova stagione, inevitabilmente si ha la sensazione che qualcosa debba avvenire, nel bene o nel male.
A margine di una conferenza stampa di presentazione di nuove idee del club per raccogliere fondi e salvare il calcio foggiano, Casillo invoca ancora una volta l’aiuto dell’imprenditoria locale e comunica che l’eventuale cessione del sodalizio al sindaco sarebbe solo un modo per sensibilizzare coloro che potrebbero aiutare la squadra ad iscriversi. Dichiara inoltre di non aver nessuna volontà di cedere il titolo e aggiunge: “Lo stadio non è agibile a 7.500 posti, quando lo sarà diventerà automaticamente da 12.000 visto che i lavori sono già stati fatti proprio da noi”.
Nel frattempo dopo innumerevoli contatti mediatici e proposte fatte on line, il 15 maggio si presentano a Foggia i signori Umberto Stranieri e Sergio Capogreco, rappresentanti della Platinum Invest Group che si dimostrano ormai da tempo interessati all’acquisto dell’US Foggia.
Il loro interessamento al club rossonero viene enfatizzato sui social network ed è capace di entusiasmare la gente. Il loro intento è quello di rilevare la squadra e contestualmente propongono alla città un progetto di produzione di energia dai rifiuti urbani. Quindi in mattinata i rappresentanti della azienda spagnola vengono ricevuti dal sindaco Mongelli e poi si incontrano con Casillo il quale ribadisce di essere disposto a cedere il Foggia in parte o completamente. Riguardo al progetto sportivo i sigg. Stranieri e Capogreco si dimostrano interessati all’acquisizione del 100% delle quote societarie proponendo un investimento importante che possa, in soli due anni, far raggiungere alla squadra la serie B.
Ma dopo qualche giorno l’US Foggia definisce “irricevibile” la proposta spagnola in quanto la Platinum dichiara di rilevare il club solo dopo che lo stesso avesse adempiuto ad azzerare i debiti ed a iscrivere la squadra al prossimo campionato di 1^ Divisione Lega Pro; d’altra parte da ormai 4 mesi Casillo ripete di non avere la forza economica per iscrivere la squadra per cui il viaggio degli spagnoli sembra non aver sortito alcun effetto e quindi da viale Ofanto fanno sapere che:
“…Nella totale assenza d´interesse da parte di alcuno, è comparsa all´orizzonte una società a noi sconosciuta, la Platinum appunto, che ha dichiarato di essere interessata a rilevare la società sportiva foggiana. Se si eccettua un incontro avuto a Milano nel mese di aprile scorso, ogni altra azione e manifestazione di pensiero della Platinum medesima sono avvenute tramite web ed organi di stampa, mai direttamente con i rappresentanti della nostra società.
Dopo tanti proclami, martedì 15 maggio si sono finalmente presentati a Foggia i sigg.ri Capogreco e Stranieri che, nell´incontro avuto coi nostri rappresentanti, hanno ribadito l´interesse a rilevare l´U.S. Foggia.
La nostra risposta è consistita nel ribadire la piena disponibilità e, tuttavia, nel pretendere massima chiarezza e trasparenza: come di norma accade in questi casi, ad evitare perdite di tempo quanto mai deleterie nell´attuale situazione, si è chiesto di ricevere una manifestazione d´interesse scritta, contenente l´indicazione di credenziali bancarie, tali da rassicurare sulla serietà degli interlocutori e della trattativa da intraprendere. Non si è parlato di cifre, ma solo di ipotesi e di UNA CERTEZZA: la possibilità di cedere la società ai termini ed alle condizioni che si sarebbero pattuite all´esito di una seria e trasparente trattativa.
La manifestazione d´interesse non si è fatta attendere ma, anziché pervenirci in via riservata, è stata ancora una volta divulgata innanzitutto tramite web e, quel che è peggio, nascondendo le condizioni inaccettabili in essa dettate: ovvero che la società fosse già iscritta al campionato e in pareggio di bilancio. Delle credenziali bancarie neanche l´ombra!
E´ appena il caso di aggiungere che la pretesa e non rispettata riservatezza della proposta avrebbe consentito di chiarire eventuali fraintendimenti prima di sollevare polveroni mediatici, così come – a noi pare strumentalmente – accaduto!
Chiunque abbia un minimo di intelletto comprende che una simile “manifestazione d´interesse”, da parte di Chi rimane a tutt´oggi un Illustre sconosciuto, non può meritare, allo stato, alcuna considerazione…”.
Umberto Stranieri, comincia a perdere credibilità quando comincia a diffondere in rete video che servono ad attestare la serietà e l’affidabilità del suo gruppo: tra questi video resterà famoso uno girato da Valencia nel quale si vede il presidente della società che gira per la città iberica con la maglia del Foggia ribadendo la sua volontà ad acquisire la società di Casillo attraverso l’avvocato Chirolli mentre a Foggia la società rossonera continua a lanciare appelli a chi potrebbe intervenire per salvare una barca che sta affondando.
Intanto il 28 maggio i tifosi, stanchi delle promesse non mantenute e dichiaratamente contro Casillo, organizzano un corteo per le strade della città per invitare l’attuale dirigenza a lasciare definitivamente il Foggia. Il raduno è dinanzi la villa comunale e partono da lì circa 500 tifosi ai quali se ne aggiungono tantissimi altri lungo il percorso. Il corteo si muove da piazza Cavour, verso corso Cairoli con fermata sotto lo studio dell’avvocato Ciarambino, legale dell’US Foggia, dove vengono innalzati cori chiari e decisi. Dopo aver percorso le principali strade cittadine, dopo esser passato per il comune, il corteo si dirige verso lo stadio, tutti uniti in un solo coro: Casillo vattene!
I tifosi immaginano un futuro anche non più nei professionisti ma lo auspicano senza più l’ex re del grano a cui i tifosi attribuiscono la colpa di aver illuso una piazza, di aver determinato la partenza di Zeman e di aver portato la gloriosa squadra foggiana al collasso, al fallimento e quindi alla morte.
Intanto, dopo i comunicati e i video via etere del sig. Stranieri avviene, a fine maggio, l’incontro tra gli avvocati Ciarambino per l’US Foggia e Chirolli per il gruppo spagnolo nel quale si affronta il problema finanziario del club rossonero e dal quale emerge la volontà di acquisto che si contrappone ad una volontà di cedere solo a persone serie e fidate.
Il 1° giugno arriva nello studio dell’avvocato Ciarambino una richiesta ufficiale della Platinum che si dimostra interessata all’acquisto del 100% delle quote societarie, dichiara di essere pronta ad effettuare una fidejussione bancaria necessaria per l’iscrizione al prossimo campionato ma afferma altresì di voler vedere prima azzerata la debitoria esistente.
Ma il 7 giugno la stessa società iberica si ritira dalla trattativa in quanto Casillo continua a dire di non voler trattare con loro ma di tentare di coinvolgere nel progetto futuro la imprenditorialità locale. La speranza al limite potrebbe rimanere quella di coinvolgere la Platinum come sponsor.
Adesso quindi viene coinvolto il sindaco Mongelli nel difficile ruolo di intermediario in un processo di trasferimento della proprietà da Casillo a imprenditori di Foggia e provincia anche per un eventuale ruolo come sponsor per il futuro.
Si comincia a parlare di cifre: potrebbero essere 1,3 milioni di euro i soldi da sborsare entro il 30 giugno tra stipendi arretrati, tasse e fidejussione bancaria ma che potrebbero essere recuperati con la valorizzazione degli “under” che dalla successiva stagione potrebbe essere rivalutata del 20% e con l’introito dei diritti televisivi.
L’11 giugno il sindaco, in una conferenza stampa improvvisata, lancia un monito a chi può salvare il calcio foggiano e altresì invita la società a “chiarire definitivamente le posizioni in merito alla cessione della società” e conferma l’esistenza di soggetti interessati all’acquisto del Foggia ma non a trattare con la famiglia Casillo.
Il sodalizio, prendendo atto delle parole del sindaco e confermando la volontà espressa già dal mese di febbraio in merito alla volontà di un totale disimpegno, annuncia di voler rimettere sin da subito le quote della società nelle mani del primo cittadino per dargli la possibilità di trattare direttamente con eventuali acquirenti.
Dopo qualche giorno cominciano a circolare nomi di imprenditori che potrebbero avvicinarsi al capezzale dell’US Foggia: si parla di Castellano, Daniello, Zammarano, Russo e Sannella. Si continua ancora a parlare di debitoria e cominciano a sentirsi in giro cifre importanti che di fatto, a fronte di una piazza che ci crede, potrebbero allontanare i probabili nuovi proprietari dalla società di viale Ofanto. Ed infatti dopo un timido interessamento, i costruttori Russo e Zammarano fanno un passo indietro lasciando la patata bollente ai cerignolani Castellano e Daniello eventualmente coadiuvati da Sannella.
Ma la società, anche se intravede ormai il baratro della scomparsa, continua ad operare sul mercato e dopo essersi aggiudicati Botticella, Venitucci e Meduri, esercita anche il diritto di opzione sulla metà del cartellino di Daniel Ferreira che risulta quindi di proprietà di Foggia e Varese.
I nuovi acquirenti si allontanano, le scadenze incombono e si fa comunque sempre nitida la possibilità di una forte penalizzazione da scontare nella stagione 2012-2013 che, stando così le cose, resterebbe il male minore.
Ed ecco che, il 29 giugno, con una conferenza stampa presso il Palazzo di Città, parte una nuova iniziativa finalizzata a recuperare fondi necessari a quella che ormai sembra una sempre più improbabile iscrizione: una campagna abbonamenti “6 X 2”, che permetterà a tutti i tifosi rossoneri, scegliendo un settore dello stadio e pagando anticipatamente due stagioni, di poter usufruire di ben 4 anni di abbonamento gratuito per assistere alle gare di campionato.
Nell’occasione il sindaco dichiara: “Il calcio è un patrimonio della Città come l´U.S. Foggia ed è giusto che il Sindaco faccia il possibile affinchè tutto ciò non scompaia definitivamente nonostante la situazione non sia per niente facile; continuerò la mia ricerca di supporti esterni e sponsorizzazioni cercando di mettercela tutta perchè non credo che non ci sia nessuno interessato al Foggia ma tutti i cittadini devono darci una mano: la situazione è difficile ma non impossibile”.
Di contro Pasquale Casillo ribadisce: “Sin da gennaio tutti sanno che non siamo più in grado di andare avanti con le nostre forze, siamo stanchi dei continui attacchi mediatici che subiamo giornalmente ed è il momento di finirla. Siamo soli, l´imprenditoria locale ci ha voltato le spalle e per questo abbiamo pensato all´ultimo tentativo, forse quello più estremo per salvare il calcio e l´U.S. Foggia che, se dovessimo riuscire ad iscrivere alla stagione 2012-13, lascerò comunque nelle mani del Sindaco: il problema di questa città sono io e non voglio che il Foggia paghi quest´odio nei miei confronti. Il club rossonero ha provveduto a consegnare la domanda d´iscrizione al prossimo campionato di 1^ Divisione, pagando la tassa come da regolamento attraverso ulteriori sacrifici; abbiamo invitato tutti gli ex proprietari del Foggia ad anticiparci il pagamento delle loro sponsorizzazioni entro il 28/06 al fine di poter ottenere i soldi necessari per la fidejussione bancaria richiesta dalla Lega Pro e proponendo diverse comode soluzioni ma hanno rifiutato i nostri continui solleciti. Così non si può più andare avanti”.
Trattative vanno e vengono tra personaggi interessati all’acquisto o intermediari di altri soggetti o solo per semplice curiosità o visibilità: il 9 luglio si presenta dal sindaco Mongelli, ormai delegato alle trattative dalla famiglia Casillo, tale Antonio Esposito accompagnato da Claudio Anellucci e dal suo commercialista. Sembra che ci sia la reale volontà dell’acquisizione del club da parte di questo imprenditore che viene dal mondo del calcio avendo guidato il Marino, squadra laziale, ad un dignitoso campionato di serie D terminando alle spalle della Salernitana. Dopo un paio di giorni,dopo frenetiche trattative, incontri nelle filiali di banca di Foggia e provincia, come già visto in altri films, tale Esposito ringrazia e va via sempre con la stessa motivazione: non ci sarebbe chiarezza sui conti effettivi del Foggia.
Dopo Esposito c’è da ricordare anche il gruppo ligure Pedemonte, rappresentato dall’avvocato foggiano Audiello, tra quelli che si affacciano per tentare in extremis di salvare il Foggia: dopo circa due giorni di trattative, dopo aver letto e riletto carte e documenti, l’intermediario del gruppo dichiara che, a parte la alta massa debitoria del club rossonero, ci sarebbero circa 870 mila euro da tirar fuori per ricapitalizzare ai quali andrebbero aggiunti altri 700 mila per la fidejussione da depositare in Lega. Tale cifra viene valutata alta dal gruppo genovese e comunque difficile da bonificare in un sol giorno essendo giunti al venerdi 13 luglio e con le scadenze imminenti e perentorie del lunedì successivo.
E mentre il sindaco affida ad un suo comunicato stampa le ultime speranze dell’ultimo week end utile alla salvezza del Foggia, la famiglia Casillo offre il pacchetto azionario proponendo come garanzia un patrimonio immobiliare di famiglia del valore di 800 mila euro, dichiara di avere ancora crediti certi ed esigibili e afferma che gli unici debiti attribuibili alla attuale società sono rappresentati solo dal mancato pagamento degli stipendi, causati dal mancato incasso, per un errore di valutazione, del minutaggio; altri debiti, secondo l’attuale società sono da ricondurre alla vecchia gestione.
Ed ecco che inesorabile arriva il 16 luglio 2012 con un nulla di fatto: l’US Foggia è fuori dal calcio professionistico. Trattative vere o false non hanno portato da nessuna parte; gli accorati appelli di Casillo e di Mongelli non hanno sensibilizzato nessuno e così, con le lacrime agli occhi la città di Foggia perde un pezzo importante di storia, perde quel giocattolo che comunque aiutava ad andare avanti, a dimenticare, in maniera spensierata, tutti i problemi che attanagliano da sempre la nostra città.
Questo fu il mio pensiero il giorno stesso della non iscrizione al campionato di Lega Pro:
“Non ricordo quando andai per la prima volta allo Zaccheria, ma certamente ero molto piccolo: mi ritornano in mente perfettamente i tavoloni di legno della gradinata che tremavano da far paura ad ogni gol rossonero.
Nella mia famiglia si è mangiato sempre il pane con il pallone, le domeniche si usciva sempre di casa con il mangiare sullo stomaco, con qualunque temperatura e con qualsiasi condizione atmosferica.
Le trasferte si seguivano in religioso silenzio dinanzi ad una vecchia radio che trasmetteva “Tutto il calcio minuto per minuto”: si parlava di noi perchè il Foggia è sempre stato nel calcio che contava, sulle schedine del Totocalcio, insomma non era impossibile, senza emittenti locali, seguire i risultati delle trasferte.
La mia indipendenza calcistica dal mio papà risale invece alla promozione in serie A del 75-76, quella del gol di Tamalio alla Reggiana dopo pochi secondi dal suo esordio, quella del gol di Turella con il Novara. Ecco la serie A di Pirazzini, di Colla, di Domenghini, di Del Neri, di Scala, dalle soddisfazioni sui gloriosi campi di A sino all’epilogo con il gol di Scanziani a San Siro contro l’Inter… l’amara retrocessione in B. Altra delusione l’anno dopo con la mia prima volta in serie C dopo un’amara sconfitta con il Pescara sul neutro del San Paolo di Napoli.
Ma al timone c’era Fesce che riusciva a tirare avanti la baracca e con Tivelli e Bozzi l’inferno durò un solo anno, si ritornò in B; erano altre società, c’erano i foggiani al timone, si andava avanti anche senza soldi ma con la voglia di valorizzare, vendere e reinvestire. Son seguiti anni bui, ho assistito al primo fallimento, alla serie C, all’avvento del re del Grano, alle luci dello Zaccheria per l’arrivo del Real Madrid, al miracolo di Caramanno, all’era di Zeman, al sombrero di Mancini su Van Basten, ai gol di Signori, di Baiano, ai titoloni dei giornali, ma anche alla papera di Bacchin, all’arrivo delle banche, all’amara retrocessione, al disastro con Caso, alla discesa in serie C prima e in C2 dopo. Ho vissuto la cavalcata di Marino con Carannante e Pazienza, ho rivisto un fallimento, ho continuato a vivere nell’anonimato della serie C, ho sentito parlare di progetti falliti subito dopo, ho sofferto al Partenio per quel maledettissimo gol di Rivaldo ma ho gioito per quello liberatorio di Caraccio; ho appaludito il ritorno del boemo, ho assistito alla sua triste partenza ma ho avuto ancora la gioia di vivere la vittoria sul Benevento con una netta inferiorità numerica.
Tutto questo l’ho vissuto intensamente, praticamente su tutti i campi d’Italia, in tutte le categorie professionistiche solo per quei benedetti colori rossoneri che sono sempre stati gli stessi da Milano a Barcellona Pozzo di Gotto: ho esultato per un gol di Bordon con la stessa intensità vissuta per un gol di Vantaggiato. Sono riuscito ad abbracciarmi con gli sconosciuti, coloro che condividevano con te quella passione intensa.
Ho sempre detto, alla soglia dei 50 anni: non so se riuscirò mai a rivedere la serie A, oggi dico per fortuna che nella vita l’ho vista.
Resterò con i ricordi dei miei idoli di bambino, con gli abbracci del mio papà sui tavoloni tremanti, con i titoli dei giornali nazionali, ma per favore lasciatemi sereno affinchè le fidejussioni, le cordate, le scadenze, gli avvocati, gli imprenditori, i forestieri, i faccendieri non debbano entrare nella mia bella storia che è durata circa 40 degli oltri 90 anni del mio grande Foggia.
Alberto Mangano
(Fonte: Da Zeman alla D con la stessa passione di Alberto Mangano)