Il mercato del venerdì
Forse è uno di quegli spaccati di Foggia che il tempo non ha cancellato, ma neanche tanto modificato. Il mercato del venerdì da decenni rappresenta un appuntamento settimanale che coinvolge e incuriosisce tanti foggiani, ma anche tanta gente proveniente dai paesi della provincia.
Forse però qualcosa in effetti durante gli anni è cambiata: è cambiata l’utenza, è cambiata la qualità, forse si è passati da una necessità di vestirsi senza dover spendere tanto, allo sfizio di fare un affare magari portandosi a casa qualcosa di buono, anche se spesso chiaramente superfluo.
Negli anni 70, quando il mercato era su via Galliani, esisteva una zona dove c’erano diverse bancarelle che vendevano articoli per la casa, alternate a quelle che proponevano vestiti che non erano di altissima qualità: erano gli anni in cui cominciavano a far capolino nella quotidianità dei ragazzi i primi jeans e i giubbotti firmati, e al venerdì si potevano trovare le imitazioni con la griffe visibilmente scopiazzata o con il nome della ditta trasformato in uno simile, magari con l’aggiunta di una “s” finale. In tutta altra parte del mercato c’era la zona delle “pezze americane”, chiamate così perchè ricordavano i montoni di abiti dismessi che gli americani, nel periodo dell’occupazione, mettevano a disposizione dei più indigenti; nel mercato del venerdì la zona delle pezze era quella dove si trovavano abiti dismessi, spesso consunti, che si portavano a casa con pochi spiccioli; la gente si affacciava, scegliendo tra le pezze con la speranza di trovare la giusta taglia di un modello ancora attuale, ma sempre con quella attenzione nel non farsi riconoscere da qualche parente o da qualche conoscente che lo avrebbe criticato in giro.
Con il passare degli anni andare tra le pezze, cominciò a diventare una moda anche perchè certi camicioni, alcuni giacconi che andavano di moda negli anni 80, era più facile ritrovarli tra le centinaia di capi buttati sui tavoloni del venerdì, che non nei negozi di moda del centro.
Il mercato del venerdì che ha sempre creato problemi per la sua collocazione, per ovvi motivi di viabilità della zona, è sempre stato difeso a spada tratta da una intera popolazione che non ha disdegnato di spostarsi dalla zona davanti allo stadio o in quella lungo le “tre corsie”, purchè non le venisse tolto lo sfizio di poter fare affari a partire dalle 5 del mattino, sia di inverno, sia d’estate, sia sotto la pioggia che sotto il sole cocente del mese di agosto.
Oggi il mercato si è sicuramente evoluto: ogni bancarella offre prodotti di buona fattura, perchè forse la qualità media si è elevata ed in definitiva ogni esercizio commerciale rappresenta un vero e proprio negozio all’aria aperta, dove non ci saranno i camerini e l’accoglienza di un locale, ma dove si può trovare anche una qualità di prodotto accettabile.
Esiste anche la zona della roba usata, lontana parente di quella delle “pezze americane” di un tempo, dove tra capi vecchi offerti a pochi euro, c’è la possibilità di trovare capi firmati usati o magari provenienti da acquisti di stock da negozi falliti e che si riescono a portare a casa con un forte abbattimento dei costi. Ora la gente non si nasconde più, non si vergogna di cercare il proprio capo tra i tanti ammucchiati sui tavoloni perchè i tempi son cambiati e la moda di cercare tra l’usato ha sempre più preso piede.
Il mercato del venerdì, quindi, è andato via via trasformandosi nel corso degli anni, lasciando immutata quella voglia dei foggiani di svegliarsi al mattino presto, per far rientro a casa con un capo di abbigliamento, sicuramente superfluo, ma con la comsapevolezza di aver saputo fare un buon affare.