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Nicola Parisi

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Pittore, storico insigne nacque a Foggia l’8 maggio 1827. In collegio cominciò ad avvicinarsi al disegno ma ben presto si trasferì a Napoli per intraprendere gli studi di ingegneria. Era cugino di Saverio Altamura che lo indusse a muovere i primi passi nell’arte e quindi ad abbandonare ben presto gli studi. Visse intensamente il periodo risorgimentale e nei suoi quadri rappresentò spesso scene patriottiche. Fondò, con altri, l’Istituto di Belle Arti di Napoli e e ne fu maestro. Fra le tante opere che meritarono medaglie di primo grado a Vienna, Parigi, Napoli, Roma, Firenze, Parma, ecc. vanno ricordate: “Carlo Poerio”, “Spartaco nella scuola dei gladiatori di Capua”, “Lavoro e miseria”, “Stabat”, “Giovanni da Procida”, “Ingresso di Diomede in Arpi”, ma il maggiore capolavoro del Parisi è il quadro raffigurante “I prigionieri veneti all’annuncio del trattato di Villafranca”. Anch’egli, come Altamura, trattò il tema sociale con grande sensibilità, esaltando la forza d’animo e l’umiltà dei suoi soggetti, nell’affrontare le difficoltà e le miserie della povera gente. Si ricorda di Parisi il grande ritratto a dimensione  d’uomo di Vittorio Emanuele II e quello di Giuseppe Garibaldi, conservati presso il Museo civico foggiano e quelli di Lorenzo Scillitani e Vincenzo Capozzi. Il suo ultimo dipinto fu: “La breccia di Porta Pia: 20 settembre 1870” commissionatogli dalla Casa Reale. In questa opera si evince sino alla fine il suo spirito patriottico e le sue idee fortemente liberali. Morì in Castelnuovo di Napoli il 9 settembre 1887. La sua modestia ed il suo carattere chiuso probabilmente non gli diedero quella fama che il suo talento avrebbe certamente meritato ma, nonostante la vita semplice che condusse, la sua pittura non si impoverì mai nelle rappresentazioni e nei contenuti.