Prima Maldini e poi Balestri per il ritorno in A
Campionato 1974/75 Dopo l’amarezza per la retrocessione dalla massima serie il Foggia, con il presidente Fesce in testa, decide di riconfermare sulla panchina il sergente di ferro Toneatto. Veramente la piazza non condivideva, preferiva una rifondazione vera per tentare subito la risalita ma, il direttivo del Foggia, sedutosi a tavolino con Toneatto cerca di puntellare l’organico per centrare la vittoria del campionato. E quindi restano in rossonero, nonostante le ripetute richieste, Pirazzini, Valente e Colla, mentre arriva dalla Fiorentina l’attaccante Carletto Bresciani, affiancato da un’altra punta Enzo prelevato dal Novara, dalla Sampdoria giunge l’esperto Lodetti, dal Rimini un centrocampista fantasioso, Lorenzetti, Doldi dall’Inter, Borgo e Inselvini dalla Lazio e Sali dalla Reggina. Quell’anno il Comune di Foggia aumenta la capienza dello stadio costruendo la gradinata in cemento sostituendo i vecchi tavoloni montati sui tubi Innocenti, per cui le partite di Coppa Italia si svolgono sul campo neutro.
La prima di campionato vede il Foggia in trasferta a Catanzaro dove riesce a strappare un pareggio importante considerata la caratura della compagine avversaria. La settimana successiva arriva il Pescara e i rossoneri ottengono la prima vittoria. Nelle gare successive il Foggia perde per 3-1 a Perugia, pareggia in casa con l’Avellino, pareggia a S.Benedetto del Tronto e non va oltre il pareggio interno nel derby interno contro il Taranto. A Palermo si perde ma poi il Foggia sembra prendere la strada giusta: batte prima in casa la Spal, pareggia a Parma, vince in casa con il Genoa, pareggia ad Arezzo e batte in casa il Verona. Il passo è sicuramente quello giusto ma in città sono scettici, ormai si è perso il feeling con l’allenatore e si aspetta il primo passo falso per riprendere i mugugni di inizio stagione. Sembra comunque che in effetti qualcosa si sia rotto nello spogliatoio e le perplessità dei tifosi sembrano avere un minimo di fondamenta. In casa con il Novara non si va oltre lo 0-0, a Como il Foggia perde, vince in casa con il Brindisi ma subito dopo, a Bergamo gli uomini di Toneatto ne prendono tre e in casa, contro il Brescia, il sergente di ferro sa di giocarsi la panchina: non va oltre il pareggio, il pubblico vuole la sua testa e Fesce dà il benservito al tecnico.
Sulla panchina rossonera viene chiamato Cesare Maldini che un giorno avrebbe allenato anche la Nazionale Italiana. Il suo esordio, il 2 febbraio 1975, non è dei più felici: perde infatti ad Alessandria e la settimana successiva, in casa, per l’ultima del girone di andata, non va oltre il pareggio contro la Reggiana. La prima metà del campionato il Foggia la conclude con 19 punti e ormai si capisce che questo non è sicuramente l’anno del riscatto anche perchè Perugia e Verona, ma anche Como Brescia e Catanzaro filano ad un‘altra velocità e sembrano non accettare più nessuno nel gruppo delle pretendenti alla promozione. Il girone di ritorno parte con una ottima vittoria contro il Catanzaro, la prima di Maldini, ma si rientra subito nella mediocrità estrema: si perde a Pescara, si pareggia in casa con il Perugia, si riperde ad Avellino, si vince con la Sambenedettese e si rimedia un’altra sconfitta a Taranto. A quel punto bisognava cominciare a guardarsi dietro perchè con 24 punti in classifica, con un ruolino di marcia mediocre e con dodici incontri ancora da disputare, il rischio di essere risucchiati nelle zone calde della classifica esisteva realmente. Ma, per fortuna, dalla sconfitta di Taranto, Maldini riesce ad inanellare otto risultati utili consecutivi: due pareggi con Palermo e Spal, il successo sul Parma, quattro pareggi con Genoa, Arezzo, Verona e Novara e la importante vittoria sul Como. Perde poi a Brindisi mentre pareggia prima a Brescia e poi in casa con l’Alessandria. Il campionato finisce a Reggio Emilia dove il Foggia incontra una squadra bisognosa di punti per evitare la retrocessione: la Reggiana vince 3-0 m dovrà poi battere l’Alessandria nello spareggio salvezza per restare ancorato alla serie B. Il Foggia chiuse all’ottavo posto con 38 punti, praticamente uno a gara mettendo a segno 31 gol e subendone 33. Il Foggia quell’anno non perse nemmeno una gara in casa ma perse il campionato raccogliendo molto poco in trasferta: non colse nemmeno un successo fuori dalle mure amiche. Il capocannoniere dei rossoneri fu Bresciani con 13 gol.
Campionato 1975/76 Fesce per prima cosa in questa stagione riconferma Maldini alla guida del Foggia e con lui cerca di impostare la squadra per la vittoria finale del campionato: quell’anno partono uomini importanti che hanno fatto la storia del Foggia e cioè Trentini e Pavone (finito alla grande Inter); parte pure Bresciani che ritorna a Firenze mentre dal Cesena giungono gli attaccanti Bordon e Toschi, mentre dal Novara oltre a Del Neri (un ritorno) giunge un’altra punta e cioè Turella. Dopo poche partite giungerà anche Maurizio Memo, portiere, dalla Reggiana a sostituire Fabris. Il Foggia fa l’esordio contro il Genoa in trasferta contro una diretta concorrente per la vittoria finale e dopo essere passato in vantaggio con uno splendido gol di Turella, ne prende tre e torna a casa senza punti. Ma la settimana successiva batte l’Avellino e incamera i primi due punti della stagione. Successivamente pareggia prima a Brescia e poi in casa con il Catania prima di tornare alla vittoria casalinga con il Varese. Durante la settimana successiva scoppia una polemica sul clima nello spogliatoio, fra tecnico e squadra e soprattutto si vocifera sulla bella vita e le conseguenti ore piccole fatte da alcuni calciatori del Foggia: arriva così inesorabile la sconfitta di Piacenza. Ma la squadra risponde alle polemiche sul campo prima battendo il Modena, pareggiando a Taranto, vincendo contro il Brindisi, pareggiando a Terni prima di subire un’altra sconfitta a Bergamo. 12 punti in 11 partite, la classifica non era male ma il clima non sembrava dei migliori soprattutto tra calciatori e tecnico: ne derivavano continue litigate durante gli allenamenti. Pare che in questa fase l’intervento di capitan Pirazzini, con il sua carisma riconosciuto dai compagni, fu decisivo a tirar avanti. E il campo dà ancora ragione ai rossoneri: vittoria in casa con la Spal e vittoria in trasferta a Reggio Emilia. Il 1976 non parte nei migliore dei modi: il Foggia pareggia in casa con il Palermo, perde a Pescara, e prende due punti frutto del pareggio in casa con la Sambenedettese e di quello a Vicenza. Tre punti in quattro partite possono sembrare l’ultima spiaggia per Maldini il quale, la domenica dopo batte il Catanzaro e ritorna a far sperare i tifosi nella promozione. A Novara si ottiene un ottimo pareggio ma, in casa, in una partita da non perdere contro il Genoa, Pirazzini e soci riescono a perdere per 2-0. Si ritorna a rumoreggiare: d’altra parte, per vincere un campionato, non si poteva concedere punti in casa soprattutto ad una concorrente come la squadra ligure. Ma Fesce va avanti con il suo tecnico contro la volontà popolare: sarà costretto a licenziare il tecnico quando, la domenica successiva, il Foggia perde ad Avellino. La squadra viene affidata all’allenatore in seconda Balestri il quale avrà alla fine il grande merito di ricompattare lo spogliatoio e di scuotere l’ambiente. Il nuovo allenatore parte con tre pareggi, uno in casa con il Brescia e due in trasferta con Varese e Catania. Il Foggia vince in casa con il Piacenza ma perde a Modena. Vince il derby con il Taranto e pareggia quello in trasferta con il Brindisi.
La serie positiva continua con il doppio successo casalingo con Ternana e Atalanta e a Ferrara, contro la Spal, il Foggia perde l’ultima partita di quel campionato. La domenica successiva batte di misura la Reggiana con un gol del foggiano Corrado Tamalio capace di segnare dopo soli 20 secondi dall’esordio, pareggia a Palermo e batte allo Zaccheria il Pescara con gol di Pirazzini. Contro la Sambenedettese in trasferta il Foggia si fa recuperare su rigore nel finale, mentre tra le mure amiche si torna al successo contro il Vicenza. Mancano due partite e i rossoneri sanno di giocarsi un intero campionato insieme al Genoa, al Catanzaro, al Brescia, al Novara e al Varese. Tra l’altro in questi due incontri vi sono numerosi scontri diretti ed è difficile fare pronostici. Il Foggia affronta la difficile trasferta di Catanzaro dove riesce ad imporre lo 0-0: adesso, taccuino alla mano, basterà vincere l’altro scontro diretto con il Novara e la A può tornare in Capitanata.
Ci pensano Turella di testa nel primo tempo e Memo con una spettacolare parata all’incrocio dei pali nel finale a regalare la quarta storica promozione nella massima serie: è il 20 giugno 1976. La squadra raggiunge 45 punti e la serie A in compagnia di Genoa e Catanzaro. Quell’anno la squadra segnò poco (28 gol) ma vinse per 1-0 ben 11 delle 15 partite vinte.
Di contro, ovviamente, subì anche pochi gol (23). I tifosi, ubriachi di gioia parteciparono in massa alla festa promozione organizzata davanti al Palazzo di Città ed manifestarono la propria gratitudine alla squadra e al suo capitano Pirazzini eleggendolo consigliere comunale nelle file della Democrazia Cristiana. Capocannoniere del Foggia quell’anno Bordon con 9 reti. I calciatori che quell’anno contribuirono alla magnifica cavalcata furono, in ordine di presenza, i seguenti: Pirazzini, Memo, Colla, Bordon, Del Neri, Bruschini, Lodetti, Sali, Fumagalli, Toschi, Turella, Inselvini, Nicoli, Fabbian, Grilli, Verdiani, Tamalio, Lorenzetti, Golin, Fabris, Ieluzzi.